Merlo indiano parlante
Merlo indiano, un animale che può piacere ma anche disturbare, c’è infatti chi apprezza la sua parlantina e la sua voce, chi invece ne risulta disturbato o turbato. E’ un uccello dalla storia interessante e che, senza per forza acquistare o allevare, è bene conoscere.
Merlo indiano: caratteristiche
Il nome scientifico del merlo indiano è Gracula religiosa, le aree che abita da sempre sono quelle tropicali asiatiche tra cui l’India, lo Sri Lanka, l’Indonesia, le Filippine, il Pakistan e la Malesia. Sotto questo nome troviamo numerose varietà, ben 32, tutte caratterizzate da una vivace intelligenza e tutte amanti del verde.
Il Merlo indiano infatti abita zone verdeggianti e con una vegetazione rigogliosa, migra in cerca di caldo, ma prediligendo sempre aree non troppo desertiche. Il colore nero che indossa 12 mesi su 12 può farlo sembrare un animale lugubre, ma è solo una impressione, il suo carattere affascinante non porta tristezza e ciò che esce dal suo becco giallo, fa divertire e fa compagnia.
Merlo indiano: canto
Il canto, il suono, emesso dal Merlo indiano, da sempre ha colpito chi lo incontrava e in passato lo ha reso anche oggetto di venerazione. Era vista come sacro, nelle terre d’origine, e in India addirittura raffigurato sulla mano del Dio Rama. Da una parte questa dote gli ha regalato fama, notorietà e visibilità, ma dall’altra lo ha messo in pericolo.
Col passare degli anni la sua vendita e la sua commercializzazione hanno subito un incremento notevole, il numero di esemplari presenti in natura non poteva più soddisfare le richieste ed è diventato un animale da trattare con attenzione perché non venga sfruttato o maltrattato, costretto a trasferte verso possibili acquirenti oltreoceano, anche appena uscito dal nido.
Merlo indiano parlante
E’ semplice e divertente educare il Merlo indiano, essendo un animale dotato di una sviluppata intelligenza e di una curiosità quasi esagerata. Replica i suoni in modo quasi automatico, quindi in poco tempo replica anche parole e frasi se ci dedichiamo alla sua educazione.
Questo uccello non è nato parlante ma da sempre è un bravo imitatore, questa capacità si è sviluppata ai tempi per riuscire a confondere i suoi predatori, una volta inserito in ambito domestico, il Merlo indiano replica senza problemi la voce del proprietario. Chi vuole raffinare la parlantina del Merlo indiano può studiare “Il manuale per insegnare a parlare al merlo indiano” di Elisabetta Gismondi.
Merlo indiano: gabbia
E’ importante scegliere una gabbia che sia confortevole, per un Merlo indiano, in modo che non soffra, visto che già lo abbiamo allontanato dalle sue terre di origine e dal clima in cui è più a proprio agio.
Prima di acquistare la gabbia, e il merlo stesso, riflettiamo profondamente sull’impegno che può costituire questa new entry in famiglia. Se siamo convinti, procediamo assicurandogli una gabbia che lo ospiti in modo confortevole e idoneo. Non deve sentirsi costretto e neppure soffrire.
La posizione della gabbia nella nostra casa è ugualmente importante: il Merlo indiano ama la compagnia quindi non segreghiamolo in una stanza poco frequentata, mettiamolo in sala o i cucina in modo che possa dire la sua mentre la famiglia è riunita.
Merlo indiano: costo
Un Merlo indiano può costare attorno ai mille euro, una cifra minore può essere sospetta e, in ogni caso, rivolgiamoci solo a soggetti certificati e affidabili, chiedendo anche ad un veterinario. Solo 3 specie di Merlo possono essere legalmente vendute, quindi, ad “uso domestico”, anche se purtroppo le altre sono in giro a causa di traffici illegali a cui dobbiamo stare attenti.
Merlo indiano: allevamento
Una volta acquistato il nostro Merlo indiano, non ci resta che addestrarlo e, prima si inizia, meglio è. Dalla tenera età questo volatile è in grado di ascoltare e ripetere le parole corte che sente con frequenza, come ad esempio “ciao”, “ti amo”, “via via” e “aiuto”. Il momento della giornata in cui dare lezioni di parola al nostro amico color fuliggine è il primo pomeriggio, quando è più ricettivo.
Avviciniamoci con calma e non con l’aria da severi professori, cercando invece di incuriosirlo, di divertirlo e di divertirci. Dedichiamoci ad una parola per volta, quando la apprende, passiamo alla successiva, e a parole sempre più lunghe, mai cambiando “tutor” perché il Merlo indiano si abituerà al timbro di voce del suo maestro. Non scordiamoci di premiarlo con leccornie ad ogni parola inserita nel suo vocabolario.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Pinterest
Vi potrebbero interessare anche:
Pubblicato da Marta Abbà il 17 Dicembre 2016