Meliloto: proprietà e coltivazione
Nota forse, quando è nota, per via della sua efficacia contro la cellulite, la pianta del Meliloto ha tante altre proprietà e può essere considerata una pianta officinale. Cresce spontaneamente anche, ma dato che è così utile la si può coltivare e vedremo come.
Meliloto: caratteristiche
Appartenente alla famiglia delle Leguminosae il Meliloto è una pianta erbacea annua e biennale con dei fusti eretti da cui spuntano foglie alterne dalla forma allungata e trifogliate. In primavera produce dei fiori che sono raggruppati in una spiga, ascellari e di un bel colore giallo. Spunta anche il frutto più avanti, che ha la forma di un legume con la superficie “nuda”, solitamente verde quando giunge ad un buono stato di maturazione.
Cresce in Italia e anche in tutta Europa, soprattutto in luoghi con il sole, incolti, in zone in cui il clima è temperato. Nell’antichità cresceva in Campagna e veniva usata principalmente per creare ghirlande con i suoi lunghi fusti, ghirlande che venivano poste sul capo delle donne a scopo decorativo. Ghirlande simili ma più piccole venivano messe anche negli armadi come deterrente contro le tarme che anche secoli fa arrivavano a danneggiare i vestiti.
Meliloto: proprietà
Le principali proprietà di questa pianta riguardano problemi di circolazione e di ritenzione idrica. Le sostanze interessanti sono soprattutto conservate nelle foglie e nei fiori, sostanze come flavonoidi, tannini e glucosidi cumarinici che rilasciano cumarine. Hanno tutte un effetto drenante che la accomuna ma la cumarina è anche in grado di ridurre la demolizione delle catecolamine, in particolare dell’adrenalina. Questo comporta dei benefici ai vasi sanguigni che aumentano la propria capacità di contrarsi perché le catecolamine sono dei potenti vasocostrittori. Il Melitolo ha anche un effetto vasoprotettiva, quindi aumenta la permeabilità delle pareti delle vene.
Questo lo rende un rimedio per quelle malattie che riguardano appunto le vene e le varici. Tra i disturbi per cui viene prescritta troviamo ad esempio l’insufficienza venosa e linfatica con presenza di edemi e gonfiori agli arti inferiori, la ritenzione idrica, le vene varicose, le flebiti, le gambe pesanti, emorroidi e la temuta cellulite.
Quando si assume il melitolo lo si fa per uso interno e si prepara un infuso con un cucchiaio di foglie essiccate da lasciare in infusione in una tazza di acqua per una decina di minuti. Sorseggiandolo caldo, beneficeremo delle sue proprietà drenante e vasoprotettrice. In alternativa possiamo procurarci la tintura madre di meliloto da prendere 2 volte al giorno, lontano dai pasti, 30 – 40 gocce ogni volta in acqua, oppure le capsule di estratto secco sempre due volte al giorno lontano dai pasti.
Tra i possibili effetti collaterali del meliloto c’è il mal di testa che può presentarsi accompagnato da nausea e diarrea. Si sconsiglia di usare il meliloto come rimedio nel periodo di gravidanza e di allattamento, evitiamo di darlo ai bambini sotto i 10 anni.
Acqua di meliloto per gli occhi
Tra i prodotti a base di meliloto c’è anche il trattamento per gli occhi, l’acqua di meliloto, che è possibile sperimentare subito acquistandola on line a questo link. È uno di quei rimedi naturali poco noti ma che una volta provato non si abbandona mai. Fa da collirio è indicato per le infiammazioni congiuntivali e per l’orzaiolo.
Meliloto: coltivazione
Essendo una pianta che cresce anche spontaneamente, non è poi molto difficile coltivarla, basta attenersi a poche e semplici regole. È annuale e ama i terreni non troppo umidi e collinari, possibilmente con poco calcare. Meglio se vi sono state coltivare delle leguminose che lo hanno arricchito delle sostanze di cui ha bisogno
Verso la fine dell’autunno o al massimo alla fine dell’inverno possiamo seminare, andando a formare delle file. Se abbiamo molto terreno a disposizione possiamo usare una seminatrice per cereali. Verso la metà del mese di luglio le piante saranno giunte a maturazione e saranno pronte per la grande raccolta per cui potrebbe servire una falciatrice. Per evitare che foglie e fiori fermentino, vanno messi subito a essiccare. Ricordiamoci che non va assolutamente dato al bestiame come foraggio perché è tossico, va invece benissimo come pianta da sovescio perché rilascia molto azoto. Dal meliloto si ricava anche tanto buon miele.
Meliloto contro la cellulite
La cellulite è legata a problemi circolatori per cui rientra nelle problematiche che il meliloto può risolvere visto che è efficace contro la ritenzione idrica, lo stesso vale per la pelle a buccia d’arancia.
Grazie alle proprietà antiedematose e antinfiammatorie delle sue foglie, se assunta questa pianta fa aumentare il flusso linfatico e migliora la situazione. Come sempre non bisogna fraintendere: agire sulla cellulite non significa far dimagrire e infatti anche in questo caso non è prevista alcuna perdita di peso a meno che non sia dovuta al calo della ritenzione idrica. Per perdere chili serve una dieta ipocalorica, non esistono trucchetti.
Il meliloto può essere assunto per uso interno per via orale oppure per uso esterno con pomate, unguenti e cataplasmi. Può capitare che ci venga consigliato di associare questa erba con altre come la centella che ha lo stesso effetto positivo sulla circolazione sanguigna e agisce sul gonfiore e sul senso di pesantezza agli arti inferiori.
Varietà di Meliloto
Per il momento abbiamo analizzato con cura la varietà del meliloto che maggiormente viene conosciuta, come anti cellulite oltre che come collirio, con l’acqua consigliata. Ne esistono anche altre, meno utilizzate in ambito farmaceutico e quindi meno note.
Per fare il miele a cui abbiamo fatto cenno, ma che non si trova facilmente in commercio, è meglio usare il Melilotus alba, particolarmente ricco di nettare, ad esempio. Se invece si desidera una pianta decorativa, bisogna andare in cerca del Melilotus coeruleus, con suoi bei fiori di color blu acceso. Anticipo subito che non lo potrete comprare ma solo ammirare, la vendita al pubblico per ora non è concessa e lo si coltiva quasi solo dalle parti del lago di Zurigo. Lo si usa, pensate un po’, anche per aromatizzare un formaggio locale, è arrivato dall’Asia Minore nel XVI secolo e non è mai stato molto diffuso.
Pubblicato da Marta Abbà il 7 Febbraio 2020