Medicina di genere: definizione
La medicina di genere non va confusa con quella che si occupa di salute delle donne. Con questo termine si vuole definire un concetto ben più esteso e impattante e che finora non è ancora passato ai più. In Italia, come nel resto del mondo, c’è l’attenzione puntata sulla salute delle donne, e ancora di più su quella dei bambino, ma non perché siamo più importanti in generale. E’ per via dello squilibrio che esiste, per cui la medicina di genere è una questione di raggiungere l’uguaglianza sociale.
Fortunatamente gli ultimi report in tal merito raccontano che le risorse non mancano e nemmeno le intenzioni politiche, ma è tutto ipotetico, mentre i rapporti internazionali descrivono una situazione critica, attualmente, nel terzo mondo come nei paesi più sviluppati. E’ un problema diffuso.
Medicina di genere: definizione
Si tratta di un approccio diverso e innovativo, diciamo anche “rivoluzionario”, per cercare di eliminare definitivamente tutte le diseguaglianze di salute che vedono come vittime le donne come i bambini. Dalle disuguaglianze a livello medico spesso ne derivano molte altre, sociali, culturali e perfino etniche, psicologiche, economiche e politiche. E’ tutto legato allo stesso filo ed agire in questo senso, cercando di cambiare le cose dall’inizio alla fine della filiera, sarebbe una svolta davvero positiva e impattante, anche a livello economico.
La medicina di genere riguarda le modalità in cui si individua l’insorgenza e dall’evoluzione della malattia, individuando i sintomi e di conseguenza le diagnosi e prognosi, i trattamenti più adatti. Purtroppo ancora oggi si fa confusione e quando si parla di medicina di genere si lascia pensare che si tratti della medicina delle donne. La prima a fare riferimento anche alle donne nel 1991 è stata la cardiologa Bernardine Healy, allora a capo dell’Istituto nazionale di salute pubblica, facendo notare come ci fossero delle differenze di trattamento e delle discriminazioni in relazione alla malattia detta “Yentl Syndrome”.
Medicina di genere: cosa è
Il “genere” è maschile o femminile, sono generi entrambi, e la medicina di genere di entrambi si occupa, trattandoli però separatamente in modo da poter arrivare a delle soluzioni più efficaci ed adatte.
Uno dei primi ostacoli è la mentalità, o meglio la consapevolezza della necessità di una medicina di genere, spesso associata a pensieri femministi che sono invece totalmente estranei a questo approccio di tipo scientifico, che non ha nessuna aspirazione di essere un movimento politico o di opinione.
E’ un dato di fatto che esistano delle differenze biologiche tra i sessi, e che ci siano anche altre differenze legate a fattori ambientali, socio-culturali ed economici. E’ importante tenerne conto perché queste diversità impattano sulla diagnosi e sulla cura di molte patologie. Nello specifico, parlando di uomini e donne, si deve notare come ci siano alcune malattie prima ritenute tipicamente maschili, che oggi si trovano diffuse anche nelle donne e viceversa.
Se si prende in considerazione il genere, nel campo della salute, si individuano nuove priorità, azioni, obiettivi e programmi ed è proprio questo di cui si occupa la medicina di genere. Nella pratica tutto ciò si traduce nella promozione della ricerca differenziata in base al genere, ad esempio.
Questo è il primo ed essenziale passo per poi poter essere in grado di garantire parità di trattamenti e di accesso alle cure ma anche cure più adatte ai pazienti uomini e donne. Anche nello studio dei fattori di rischio e delle cause di una malattia, è bene introdurre il genere come criterio, per scoprire elementi utili per la cura e per la prevenzione.
Medicina di genere: centro studi nazionale
In Italia esiste l’Italian Journal of Gender-Specific Medicine da vari anni, nato per stimolare il dibattito su queste tematiche e, soprattutto, favorire la diffusione della “cultura della medicina di genere”. E’ essenziale che ci sia un forte coinvolgimento su vari livelli: medici, ricercatori, clinici e di base, farmacologi, ma anche decision-maker, payer, dirigenti sanitari, economisti, bioeticisti e ancora molti altri. Per contrastare le diseguaglianze, serve fare squadra.
Medicina di genere in Italia
In Italia come in molti altri paesi, la medicina da sempre e fino a pochi anni fa ha sempre studiato i pazienti indipendentemente dal loro genere e senza nemmeno prendere in considerazione altri elementi altrettanto importanti che le caratteristiche socio-culturali e l’ambiente. La medicina personalizzata come quella di genere, sono infatti nate per contrastare questa quasi totale assenza di personalizzazione delle cure perché non si tratta solo di genere ma anche di variabili come lo status sociale, l’istruzione, la cultura, l’educazione, ecc.
Negli ultimi anni certamente sono stati fatti molti passi avanti riconoscendo le differenze per delineare programmi e organizzare servizi sempre più specifici ed adatti al target, sempre meno “standard”. Ad oggi molti specialisti fanno notare che qualcosa di muove ma manca ancora una vera strategia per la medicina di genere, i maggiori progressi sono stati registrati dal 2008 in poi anche grazie al coinvolgimento di molte istituzioni sanitarie nazionali. Chi è interessato alla medicina di genere potrà certo apprezzare un approfondimento sulla medicina personalizzata e sulla medicina predittiva e sulla medicina di precisione
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Pubblicato da Marta Abbà il 30 Luglio 2018