Non è scontato distinguere i materiali riciclabili da quelli che invece sono pura pattumiera inquinante, senza speranza di recupero. Ci sono dei casi in cui è semplice pronunciarsi ma quando si entra nel merito di alcuni packaging o di certi oggetti che possiamo trovare in giro, non è lampante la differenza. Oltretutto anche i materiali riciclabili cambiano, alcuni diventano tali, altri che si pensavano tali, si scoprono essere nocivi. E poi possono essere introdotti dei nuovi composti, delle plastiche d’avanguardia, ad esempio, vista la ricerca molto attiva nel campo.
E’ quindi un tema su cui restare sempre aggiornati e attenti, perché ne va del destino del nostro pianeta. Si tratta di uno di quegli esempi da effetto farfalla o da accumulo, se facciamo una buona distinzione tra materiali riciclabili e non in molti, bene, altrimenti saremo sempre più sommersi nella spazzatura che noi stessi produciamo. Stanno aumentando esponenzialmente i rifiuti prodotti, quindi significa che non stiamo facendo abbastanza, meglio ripassare
Per capire quali sono i materiali riciclabili è meglio definire cosa si intende con il termine “riciclaggio”. Il riciclaggio dei rifiuti è l’insieme dei metodi e delle strategie che possono essere messe in atto per recuperare i materiali dei rifiuti e riutilizzarli. Ad oggi le alternative al riciclaggio sono pessime dal punto di vista ambientale: se non abbiamo a che fare con materiali riciclabili, essi finiscono nell’inceneritore oppure nelle discariche. Entrambe le vie hanno un forte impatto ambientale.
Materiali riciclabili: recupero
Quando un materiale è riciclabile lo si può recuperare, almeno in parte, per poter poi creare altro oppure utilizzare la sostanza per altri processi anche totalmente diversi da quelli a cui il materiale risponde prima di essere gettato la prima volta. Si parla di recupero solo quando un materiale è riciclabile, altrimenti nulla, tutto va a disperdersi nell’ambiente, con le ovvie conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.
Nelle discariche troviamo rifiuti accumulati di vario tipo per molti metri quadrati tanto che sembra non ci sia più spazio dalle nostre parti per creare discariche. Sono oltretutto delle aree tossiche per cui non possono essere localizzate a caso, devono rispettare condizioni fissate dalla legge.
Lo stesso vale per gli inceneritori che hanno però almeno il vantaggio di far ricavare energia elettrica dalla combustione dei rifiuti. Peccato che producano emissioni nocive, non sono quindi una soluzione auspicabile per sbarazzarsi di un rifiuto, e non sono certo a costo zero a livello di impatto ambientale.
Quando invece il processo è quello di riciclaggio, i rifiuti vengono trattati in modo specifico di volta in volta, spesso in modo affatto banale, perché possano essere riutilizzato. Le procedure che portano i materiali riciclabili ad essere riciclati non riguardano solo la parte finale ma anche la loro raccolta, perfino la loro produzione, oltre che le nostre modalità di fare la raccolta differenziata.
Materiali riciclabili: quali sono
Per definizione i materiali riciclabili sono tutti quelli che possono essere riutilizzati per produrre nuovi oggetti oppure nuovi materiali. Ad oggi le materie prime che possono essere riciclate sono: legno, carta e cartone, vetro, tessuti, alluminio, acciaio, pneumatici e plastica.
Materiali riciclabili e non riciclabili
E’ importante non mescolarli perché se si sbaglia si compromette l’intera massa di materiali da riciclare in cui si trova l’intruso a cui non abbiamo fatto a caso. Differenziare è importante, non è una cosa da pignoli e fissati, lo dicono anche i numeri.
Per produrre una tonnellata di carta occorrono 15 alberi 440.000 litri d’acqua 7.600 kWh di energia elettrica, per produrre una tonnellata di carta riciclata invece nessun albero viene sacrificato e servono 1.800 litri d’acqua 2.700 kWh di energia elettrica. Ne vale la pena, che ne dite? Non vale solo per la carta, si possono fare calcoli simili con tutti i materiali riciclabili.
Materiali riciclabili: simboli
Ad aiutarci nella nostra impresa di riciclatori domestici ci sono i simboli, non sempre facili e immediati ma con pochi minuti di attenzione li si impara. Ci sono codici e simboli per tutte le tipologie di materiali che sono coinvolti nella raccolta differenziata in modo che sia chiaro ed immediato l’identificare quali rifiuti possono essere riciclati ed in che modo vanno raccolti. Sono simboli internazionali detti International Universal Recycling Codes (Codici universali internazionali di riciclaggio)
Materiali riciclabili plastici
La plastica è forse uno dei materiali riciclabili più ingannevole, ne esistono di vario tipo, alcune particolarmente green, innovative, altre molto inquinanti. Sembrano a prima vista tutte uguali, le plastiche, ma variano di composizione e spessore, richiedono quindi da parte nostra molta attenzione.
Materiali riciclabili: libro
Una volta imparato quali sono i materiali riciclabili e quelli che invece devono finire nella pattumiera “normale” possiamo fare un ulteriore passo avanti e provare a riciclare in casa. Ciò non vuol dire mettersi a fare il piccolo chimico sostituendosi a quelle che sono le strutture nate apposta per recuperare il materiale. No, no davvero.
Noi, in casa nostra, con un piccolo sforzo di fantasia possiamo ingegnarci per evitare di buttare oggetti che hanno un uso alternativo. Se all’inizio non ci vengono idee, ecco un libro che ci può aiutare. Si intitola “Creare con materiale riciclato“. L’edizione acquistabile su Amazon a pochi euro è una interessante guida scritta da Carmela La Salandra che insegna a non buttare via nulla ma a trasformarlo in un nuovo oggetto utile. Vi troverete delle vere magie e ne inventerete altre voi, da soli, sull’onda della creatività green.