Marza per innesto
Marza per innesto: periodo giusto, come e quando si preleva. Come conservare le marze e quale ramo scegliere per fare l’innesto.
Se un tuo amico ha una pianta che produce frutti di eccellente qualità, puoi coltivarne una identica grazie alla tecnica dell’innesto così da avere la stessa pianta nel tuo giardino.
La moltiplicazione per seme potrebbe ugualmente darti una pianta molto simile a quella madre, tuttavia dovresti aspettare anni per lo sviluppo e la produzione dei frutti. Grazie alla tecnica per l’innesto si possono bruciare le tappe e avere piante ben sviluppane nel giro di poco tempo. Vediamo come si conserva una marza per innesto, quando prelevarla e su quale portainnesto va impiantata.
Marza, significato
La marza o nesto è la porzione di legno che preleviamo per poter moltiplicare le piante con la tecnica dell’innesto. Con la tecnica dell’innesto la marza (questa porzione di ramo) va “impiantata” su una pianta più forte e ben radicata che fa da portainnesto.
Marza per innesto, periodo giusto
La marza si preleva a gennaio, in occasione della potatura invernale e si usa a partire dal mese di marzo. Analogamente potete prelevare a febbraio e innestare verso aprile.
Le marze per innesto si possono prelevare in occasione della potatura invernale. Chi preleva il nesto (o marza) nel mese di gennaio potrà poi usarlo nel mese di marzo. Si tratta di una regola generale per le piante da frutto, tuttavia ti consiglio di leggere l’articolo dedicato quando si fa l’innesto.
Come conservare la marza
La conservazione del nesto (o marza) è una pratica molto antica. I vecchi contadini operavano la conservazione all’esterno, in una buca scavata nella zona più riparata del giardino. La buca era poi coperta con sabbia e terreno. In questo modo le marze venivano protette dalle gelate e mantenute umidi e fresche fino alla primavera successiva.
Oggi possiamo conservare le marze in frigorifero. La pratica agraria odierna consiglia di trattare le marze con un fungicida a base di rame, possibilmente in polvere… in pratica dovresti spolverare la zona del taglio con una polvere fungicida. Tra i prodotti più indicati (ma comunque versatili) presenti sul mercato ti segnalo l’ossicloruro di rame utile non solo per prevenire infezioni fungine sul tuo innesto ma per curare piante da frutti e orticole. Una confezione da 18 grammi è proposta su Amazon al prezzo di 4,07 euro con spedizione gratuita.
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Dopo aver spolverato la ferita con la polvere fungicida, riunisci le marze in fasci e avvolgili in un panno che ti servirà a mantenerle leggermente umide. Le marze avvolte nel panno vanno poi trasferite in un sacchetto di plastica nero e chiuso. In questo modo potrai conservare le marze al freddo quindi in frigorifero o in cantina. La temperatura di conservazione dovrebbe essere di 4 °C, non superiore. In questo modo si conservano fino all’innesto di marzo.
Come prelevare la marza
La marza deve essere prelevata da rami sani, ancora meglio se quelli più esterni dalla chioma che saranno anche oggetto di potatura.
La marza dovrà essere prelevata da un ramo di un anno, già lignificato e vigoroso ma dovrai scartare i rami vecchi e grossi.
Nell’ideale, il ramo che tagli per l’innesto (quindi il tuo nesto o marza per innesto) dovrà essere lungo 15 cm e dotato di una o due gemme.
In genere la marza si preleva con forbici o coltello da innesto con lama pulita e ben affilata. Il taglio dovrà essere netto e privo di ogni sfilacciatura.
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Portainnesto per marza
La marza va prelevata dalla pianta che intendi coltivare e moltiplicare con l’innesto. Per portare a termine tale tecnica, però, ti servirà anche un portainnesto cioè una pianta sana, già formata e sviluppata appartenendo allo stesso genere della pianta che intendi coltivare.
Per esempio, se vuoi coltivare arance rosse varietà Tarocco, puoi prelevare una marza dalla pianta di Tarocchi che ti piace e impiantarla su una pianta di arancio amaro. Ancora, se vuoi fare l’innesto di un susino puoi procurarti una pianta di Prunus selvatico dal vivaio che ti farà da portainnesto, se sei fortunato, puoi usare un prunus cresciuto da seme che comunque senza innesto non fruttificherebbe.
Pubblicato da Anna De Simone il 28 Gennaio 2017