Marevivo: da 30 anni sull’onda green
Marevivo è un gruppo di persone, Marevivo è una comune passione per il mare. Marevivo dal 1985 promuove e realizza interventi in favore della difesa del mare. Inquinamento, trasporto di sostanze pericolose via mare, stragi di cetacei, metodi di pesca illegali e distruttivi, abbandono nel mare aperto di sostanze tossico nocive: tutti problemi da risolvere e Marevivo è in prima linea, come spiega la presidente Rosalba Giugni.
1) Quando siete nati e ad oggi quanti associati contate?
Era 1985 quando ho avuto consapevolezza che il mondo intorno a me stava cambiando, in particolare quello del mare, ed è nata così Marevivo. All’inizio un sodalizio di persone, con la passione per il mare e con l’obiettivo di far capire ad altre persone che era in pericolo. Oggi, dopo 30 anni, Marevivo conta trenta mila associati e dalla sede nazionale romana e da tutte le delegazioni sparse sul territorio, non abbiamo smesso un solo giorno di impegnarci. La nostra bandiera azzurra con i delfini bianchi ha sempre sventolato con fierezza, lontana da logiche politiche e di opportunità.
2) Quali sono i principali temi di cui vi occupate?
L’educazione ambientale è la priorità di Marevivo ma sono tante le battaglie portate avanti sui diversi fronti. Abbiamo promosso leggi di salvaguardia (ad es. contro le spadare o la pesca al dattero di mare o per l’istituzione di aree marine protette). Marevivo porta avanti anche azioni di contrasto all’inquinamento: negli ultimi anni ci siamo concentrati su quello spaventoso del Golfo di Napoli. C’è anche da 5 anni l’iniziativa “Ma il mare non vale una cicca?” contro l’abbandono dei mozziconi in spiaggia, e siamo arrivati a dodici campagne internazionali nel “Mare Nostrum” insieme alla Marina Militare, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, sui problemi più scottanti della tutela del mare. Attualmente nei mari del Nord sul tema delle energie rinnovabili e il rispetto del paesaggio c’è in atto “Sole, vento e mare”.
3) Dalla nascita di Marevivo come sono cambiate le priorità riguardo alla difesa del mare?
Ritengo che non siano cambiate: i problemi restano sul tavolo. Questioni forti come l’inquinamento, lo sforzo eccessivo di pesca, la cementificazione delle coste, l’erosione dei litorali, il turismo di massa, il trasporto marittimo e le trivellazioni, non hanno un’adeguata cabina di regia. Manca una politica adeguata che sappia coniugare l’esigenza della salvaguardia del patrimonio marino con quello dello sfruttamento delle sue risorse. In passato esisteva un Ministero della Marina Mercantile, dopo la sua dismissione, le competenze sono state spalmate in ben 6 ministeri e non esiste più una politica integrata.
4) Come è cambiata la consapevolezza dei cittadini rispetto a tali problematiche?
Il mare continua ad essere concepito esclusivamente in chiave vacanziera o di mero sfruttamento delle sue risorse. Negli ultimi anni come Marevivo abbiamo visto diffondersi una maggiore sensibilità e attenzione ai temi green ma non abbiamo ancora raggiunto quella consapevolezza che l’ambiente, in quanto bene comune, è un diritto pari a quello alla salute o all’istruzione.
In un momento in cui l’attenzione di tutti è focalizzata sulla crisi economica, le problematiche ambientali rappresentano le vere sfide strategiche del XXI secolo. Economisti, ecologi, politici dovrebbero concorrere a creare una visione di sviluppo sostenibile in cui la tutela dell’ambiente sia strettamente correlata alla crescita economica.
5) Come è la situazione della aree marine protette in Italia?
L’Italia è il paese con il più alto numero di aree marine protette in Europa. Mancano però le risorse, è assente un sistema di pianificazione strategica e di politiche conseguenti, permane una difficoltà di sorveglianza ed è eccessivo il peso della politica locale rispetto agli interessi nazionali. Si potrebbe fare molto di più, dal rafforzare l’alleanza con la ricerca scientifica e anche col mondo della scuola fino ad una collaborazione internazionale nel Mediterraneo.
6) Quali sono le attività di Marevivo nell’ambito dell’educazione ambientale?
La tutela e la salvezza dei mari e dell’ambiente passano per la conoscenza nei giovani: per questo Marevivo sta facendo leva sulle nuove generazioni con diverse azioni e progetti ad hoc. Il Giglio, Capri, Ischia, Ponza e Lampedusa sono alcune delle isole mobilitate per il progetto di educazione ambientale “Delfini Guardiani”, che sta creando un network di giovani ‘sentinelle’ del territorio delle isole minori. Marevivo sta inoltre preparando la nuova edizione di “Tavola Blu” rivolto agli istituti alberghieri d’Italia, perché gli chef di domani sono chiamati a coniugare creatività e sostenibilità nell’uso delle risorse del mare.
7) E in quello della ricerca scientifica?
Oltre ad avvalersi di un comitato scientifico, Marevivo sui temi dei mutamenti climatici, dell’acquacoltura, della pesca e della biodiversità, si affianca al CONISMA (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le scienze del Mare). Sull’energia, insieme ad Enea, Gse, Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e l’Università La Sapienza, Marevivo ricerca di soluzioni che possano contemperare l’utilizzo di componenti o sistemi impiantistici per la produzione di energia termica e/o elettrica dalle fonti rinnovabili con il rispetto dell’ambiente, dei caratteri tipologici dell’architettura propri del luogo e del paesaggio delle isole minori e/o delle aree marine protette.
Pubblicato da Marta Abbà il 23 Dicembre 2013