Marchio IGP: significato
Marchio IGP: significato e scelta dei prodotti, differenza con i marchi DOP e come fare scelte alimentari consapevoli. Il caso del vino e dell’olio.
Avrai senza dubbio sentito parlare dell’aceto balsamico di Modena igp o del grana padano igp, allora qual è il significato della dicitura IGP? Il marchio igp rappresenta una tutela per il consumatore. Vediamo tutti i dettagli.
Un consumatore consapevole sta ben attento a ciò che acquista al supermercato!
Legge l’etichetta, s’informa sugli ingredienti, sul paese d’origine o anche sulla filiera produttiva. Per esempio, un pacco di pasta made in Italy potrebbe essere prodotto a partire con grano coltivato all’estero! Il produttore, in fondo, ti sta dicendo che la pasta è stata fatta in Italia, senza darti specifiche sulla materia prima usata.
Le diciture che troviamo sui prodotti possono far insorgere diversi dubbi. Il consumatore può tutelarsi sfruttando una semplice cosa: la sua conoscenza! L’informazione è tutto e talvolta alcuni marchi possono venirci in aiuto.
IGP: significato
Il significato dell’acronimo IGP è Indicazione geografica protetta. Si tratta di un marchio disciplinato dal regolamento CE n. 510/2006.
Perché il marchio IGP è importante e soprattutto, perché è importante che i consumatori ne capiscano il significato? Per fare scelte d’acquisto più consapevoli perché spesso il semplice nome del prodotto può essere fuorviante.
Prendiamo l’esempio della senape di Digione che come ci suggerisce il nome e la storia, dovrebbe essere prodotta nelle terre di Borgogna, in Francia. Ti sorprenderà sapere che la gran parte dei prodotti etichettati come “senape di Digione” sono, in realtà, prodotti in Canada? E’ come se tu acquistassi un prodotto venduto con il nome di “pomodori di Napoli” ma che in realtà…. è importato dalla Germania! Come è chiaro, i produttori possono essere piuttosto ingannevoli con la nomenclatura dei propri prodotti.
Nel caso della senape di Digione, quando questa è coperta dal marchio IGP porta il nome di moutarde de Bourgogne IGP, mantenendo il nome originale del paese d’origine. Quindi, i marchi IGP rappresentano una tutela importante per il consumatore, anche se nel disciplinare vi sono delle “concessioni” fatte ai produttori. Vediamo quali sono le condizioni dettate dal marchio IGP.
Marchio IGP
Il marchio IGP, indicazione geografica protetta è un “marchio d’origine” che può essere “concesso” dall’Unione Europea a determinati prodotti agricoli e alimentari.
Per ottenere il marchio IGP bisogna seguire un disciplinare che detta regole sulla produzione, la trasformazione, l’elaborazione e sulle materie prime impiegate. Tutto deve avvenire in una specifica area geografica determinata.
Tutta la filiera produttiva deve svolgersi in una zona precisa?
No! Ecco il primo intoppo… solo buona parte della produzione o trasfromazione deve avvenire in un’area geografica determinata. Vi sono singoli disciplinari che sono anche flessibili sulla materia prima (talvolta la materia prima deve essere di origine locale, altre volte basta che sia prodotta nell’UE e, altre ancora, può essere di origine extra-comunitaria).
Ecco, il marchio IGP può essere un buon punto di partenza nelle scelte alimentari ma non l’unico parametro. Dovrai comunque leggere bene l’etichetta per accertarti che il prodotto possa rispettare le tue aspettative.
Il marchio IGP nasce per tutelare le ricette e alcuni processi produttivi caratterizzanti tipici del luogo, ma non impone necessariamente l’origine della materia prima, m solo la sua produzione finale.
Insomma, per ottenere il marchio IGP “basta” che una parte del processo di realizzazione di un determinato prodotto avvenga nel territorio geografico di appartenenza.
Differenza tra IGP e DOP
Lo stesso regolamento che disciplina il marchio IGP pone regole più severe per il marchio DOP. Il marchio DOP è più severo in quanto richiede che l’intero processo produttivo debba avvenire in una determinata zona geografica.
Affinché un prodotto possa fregiarsi del marchio DOP, le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata.
Marchi IGP e DOP su vino e olio
Per distinguere, anche visivamente, i prodotti DOP da quelli IGP, i colori del relativo marchio sono stati cambiati da giallo-blu a giallo-rosso.
Nell’articolo intitolato come scegliere un buon vino, ti abbiamo suggerito di scegliere vini a marchi DOP o DOC, mentre in misura minora il marchio IGP, questo perché i vini IGP, per legge, possono contenere il 15% di vino prodotto con uva acquistata fuori regione (o fuori nazione!). Questo stesso discorso vale per l’olio extravergine di oliva che quando coperto da marchio IGP può derivare da miscele di oli più o meno pregiati che vengono da diversi regioni o addirittura fuori dai confini dell’Italia.
Per formare consumatori consapevoli abbiamo realizzato diverse guide. Può esserti utile la lettura dell’approfondimento dedicato: differenza tra olio di oliva e olio extravergine di oliva
Pubblicato da Anna De Simone il 12 Agosto 2019