Mandragora, l’erba preferita dalle streghe, molto utile se vogliamo preparare pozioni e unguenti “magici”. E’ così che narra la leggenda e probabilmente c’è ancora qualcuno che ci crede oppure che è convinto che la mandragola sia un ingrediente fondamentale per pozioni afrodisiache per combattere la sterilità. Oggi la mandragora viene citata per la sua tossicità, ma ci sono anche degli impieghi interessanti da conoscere.
Mandragora: pianta
Nel mondo scientifico si chiama Mandragora officinarum, oppure anche mandragola con la “L”, ed è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae quasi priva di gambo e con foglie sistemate a rosetta, alla base, che hanno una forma ovato-lanceolata. Il colore della mandragora è il verde scuro, a caratterizzarla anche l’odore sgradevole.
Questa pianta produce dei fiori a forma di calice lanceolato, con una corolla che può assumere diversi colori. I frutti della mandragora sono delle bacche gialle che misurano dai due ai quattro centimetri di diametro.
Mandragola: dove si trova
Nota per la sua tossicità, la mandragora non viene impiegata né in medicina né in erboristeria ma possiamo trovare alcuni dei principi attivi in essa contenuti, in opportuni dosaggi, in ambito farmaceutico. Ad esempio per la preparazione di medicinali destinati al trattamento di disturbi di vario genere.
Mandragora: proprietà
La tossicità di questa pianta è legata a delle sostanze attive dette alcaloidi tropanici tra cui troviamo, per fare i nomi, L-iosciamina; Atropina (miscela racemica composta da D-iosciamina ed L-iosciamina); Scopolamina (anche nota come L-ioscina).
Un mix di queste sostanze si trova nella radice e nelle foglie della pianta e, per farci un’idea, ha un effetto simile alla Atropa belladonna. Va ad agire a livello dei recettori muscarinici danneggiando diversi distretti e organi come il sistema nervoso centrale, l’apparato gastrointestinale e il sistema cardiovascolare.
Quando gli alcaloidi tropanici entrano in azione, bloccando i recettori dell’acetilcolina di tipo muscarinico, impediscono a questo neurotrasmettitore di fare il proprio lavoro e spuntano così dei sintomi da avvelenamento.
Mandragora: effetti
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Se in passato questa pianta era considerata magica, oggi può essere ritenuta più che altro “maledetta” visti gli effetti che ha. E’ una pianta temuta anche perché può essere facilmente confusa con altre piante commestibili e ci sono non pochi casi di avvelenamento legati al fatto che alcune persone hanno ingerito foglie di mandragora pensando fossero spinaci, borragine o anche lattuga. Tra i sintomi ci sono la secchezza delle fauci, la visione a tratti offuscata e midriasi, un aumento della temperatura corporea, sonnolenza e costipazione, tachicardia, vertigini e mal di testa.
Mandragora: radice
Non è solo la radice di questa pianta ad essere tossica, lo sono allo stesso modo anche le foglie. Alla vista, la radice è ramificata, raggiunge notevoli dimensioni e di solito ha un colore marrone ed antropomorfa.
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