E se manca l’acqua? Abituati come siamo alle comodità, non pensiamo mai a una situazione in cui potrebbe venire a mancare l’acqua in casa. Eppure potrebbe succedere, per la rottura o la contaminazione di una conduttura per esempio, ed è meglio essere preparati. Per qualsiasi emergenza, tenete sempre una scorta di acqua potabile in casa, soprattutto se abitate in luoghi isolati. Ricordando che bambini, persone malate e donne in gestazione hanno bisogno di una maggiore quantità di liquidi.
Se manca l’acqua in casa è perché è successo qualcosa di serio. Nel caso di lavori sulle condutture, la sospensione di solito dura poche ore e si viene avvisati prima, ma in caso di guasto (frana, incidente…) l’acqua potrebbe venire a mancare all’improvviso e per parecchio tempo. Oppure potrebbe trattarsi di una contaminazione inquinante in seguito a rotture o infiltrazioni delle condutture comunali. Anche una inondazione può provocare la contaminazione dell’acqua nei tubi e in quel caso si resta con i piedi a mollo ma senza acqua da bere.
Se di inquinamento si tratta, la prima cosa da fare è chiudere la valvola principale in casa per evitare che l’inquinamento si diffonda. E allora ovviamente manca l’acqua. Anche per lavare i denti va usata solo acqua minerale o acqua disinfettata, idem per la pulizia delle lenti a contatto. Se invece il problema è solo la mancanza di acqua, prima di arrendersi si può ricorrere alle risorse d’acqua nascoste in casa: cubetti di ghiaccio nel freezer, l’acqua del boiler, l’acqua del serbatoio dello sciacquone del gabinetto (se non sono state aggiunte sostanze chimiche tipo antigelo o altro) e l’acqua che ristagna nelle condutture: aprite i rubinetti ai piani alti per fare entrare aria nei tubi e prelevate l’acqua che esce dai rubinetti più in basso.
Attenzione però: prima di destinarla all’uso alimentare o all’igiene del corpo, bisogna purificare l’acqua dalle sostanze inquinanti. Escludendo a priori l’acqua contaminata da sostanze chimiche, quella di colore scuro, maleodorante o contenente materia galleggiante, negli altri casi e in situazioni di emergenza si possono ottenere risultati accettabili con i sistemi che adesso vediamo. L’acqua ripulita non sarà perfettamente potabile sotto tutti gli aspetti, ma almeno risulterà priva dei microrganismi responsabili di alcune malattie come colera, tifo ed epatite.
Cosa fare quando manca l’acqua
La prima cosa da fare per rendere utilizzabile dell’acqua è eliminare le particelle sospese, spesso l’unica operazione possibile in situazioni di vera emergenza. In pratica si mette l’acqua in un contenitore e si lascia che le impurità si depositino sul fondo. Si può anche filtrare l’acqua con un panno pulito (ma deve essere pulito) o con un filtro di carta per il tè o il caffè americano.
Se la cosa è possibile, si può far bollire l’acqua. La bollitura elimina gran parte dei microrganismi, anche se ovviamente non rimuoverà sostanze chimiche e metalli pesanti. L’acqua va fatta bollire per almeno 10 minuti. Alla fine, una volta raffreddata, si può migliorare il gusto dell’acqua bollita travasandola più volte da un contenitore all’altro, per restituirle un po’ di ossigeno.
Aggiungere cloro è un buon sistema per purificare l’acqua. Si possono usare le soluzioni disinfettanti in commercio a base di cloro e cloruro di sodio. Ricordate che l’acqua deve risultare con un lieve sapore di cloro per essere sufficientemente disinfettata.
Altri articoli utili che potete acquistare online sono anche questo mini filtro per purificare l’acqua o questa tanica portatile da 5 litri.
Si tratta di articoli molto utilizzati dai campeggiatori che si trovano a dover disinfettare l’acqua disponibile nelle zone spesso remote in cui sostano.