Mammiferi marini, grandi o piccoli, aggressivi o pacifici. Ne esistono di varie tipologie ma pochi sono quelli che conosciamo davvero. E’ un peccato perché il nostro pianeta ospita creature meravigliose anche sotto il mare o nei suoi pressi, alcune di esse sono anche messe a rischio dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento delle acque. Conoscerle meglio, forse, è il modo per diventare maggiormente sensibili a problemi ambientali che ci sembrano sempre troppo lontani per avere voglia impegnarci e fare la nostra parte.
I mammiferi marini, già da soli, costituiscono una grande famiglia che comprende altre sottofamiglie i cui appartenenti sono l’uno molto diverso dall’altro. Si sono evoluti nei millenni in modo indipendente e oggi non si direbbero nemmeno parenti.
Mammiferi marini: caratteristiche
E’ difficile definire delle caratteristiche dei mammiferi marini che siano valide “in generale”, meglio dividerli prima in tre grandi famiglie: i cetacei, i sirenii e i carnivori. Anche all’interno di queste, è necessario specificare che ci sono animali che vivono 24 ore su 24 nel mare, come i cetacei e i sirenii, altri che invece si sono spostati sulla terra ferma per sopravvivere, cambiando non solo il proprio aspetto ma anche le proprie abitudini.
I carnivori lo hanno fatto, ed un esempio noto a tutti è quello degli orsi polari, mammiferi marini che oggi troviamo sul Circolo Polare Artico, quasi confinati lì. Altre sottospecie di sirenidii, invece, come foche, otarie e trichechi, sono più diffusi e sparsi per pianeta come anche alcuni mustelidi come le lontre marine.
Mammiferi marini: specie rappresentative
Tra i cetacei troviamo alcuni mammiferi marini rappresentativi che anche i non esperi possono sicuramente aver già sentito, Nel sottordine degli Odontoceti, troviamo delfini e orche mentre in quello dei Misticeti, megattere, capodogli e balenottere.
I cetacei sono forse i primi che ci vengono in mente se pensiamo ai mammiferi marini e si meritano questa gloria visto che hanno saputo adattarsi durante l’evoluzione, mettendo in scena una grande mutazione: da pieni di pelo sono diventati pressoché “nudi”. Oggi infatti se si osserva una megattera, si notano delle protuberanze sulla testa che ricordano l’evoluzione avvenuta dalla specie.
Nei carnivori, divisi in Fissipedi e Pinnipedi, troviamo specie rappresentative molto diverse l’una dall’altra. Appartengono a questo gruppo infatti sia gli orsi polari e le lontre marine ma anche le foche, gli otaridi le otarie, e i trichechi.
Passando alla famiglia dei Sirenii, composta da Dugongidi e Trichechidi, nei mammiferi marini scopriamo anche animali come i lamantini.
Mammiferi marini: elenco
Chi non vuole scordare neanche un mammifero marino può acquistare e studiare il volume “Balene, delfini, foche. Guida da campo ai mammiferi marini del mondo” di Hadoram Shirihai.
Mammiferi marini: peso
I cetacei, ma non solo loro, hanno un peso considerevole, caratteristica piuttosto diffusa nei mammiferi marini di tutte le famiglie conosciute finora. La Balenottera azzurra, però, è stata definita il più grande animale vivente del mondo con i suoi oltre 33 metri e mezzo di lunghezza e il suo dolce peso pari a 190 tonnellate.
Per immaginarla correttamente va paragonata ad un palazzo di dieci piani che pesa come 280 persone. La troviamo tra i mammiferi marini, nel sottordine dei Misticeti, è una balena con i fanoni, formazioni lamellari cornee presenti nella sua bocca al posto dei denti. Servono per filtrare l’acqua espulsa e trattenere crostacei, molluschi, meduse, krill e plancton per nutrimento.
Mammiferi marini: foche e leoni marini
Tra i mammiferi marini si trovano spesso delle specie che sono difficili da distinguere soprattutto agli occhi di chi non è un esperto del genere. Un esempio è quello delle foche e dei leoni marini. Esistono delle differenze tra le due specie, ovvio, ma le si riesce a vedere solo osservando con attenzione la conformazione fisica e il modo di nuotare. Sono entrambi appartenenti al gruppo dei Pinnipedi, le foche sono note solo e soltanto come foche, i leoni marini li possiamo sentire chiamare anche otarie, dal greco otos che significa orecchio. Questo già ci da un indizio su quella che è una differenza tra i due animali. Le otarie sono dotate di padiglione auricolare, le foche no.
Proseguiamo dicendo che i leoni marini e le foche si possono distinguere anche per come nuotano e per come si spostano sulla terraferma. I primi si muovono con maggiore agilità, usano i soli arti anteriori per nuotare e non fanno che alternare ritmicamente zampe anteriori e posteriori per avanzare sulla terraferma. Le foche? Usano gli arti posteriori per nuotare e sulla terraferma si trascinano goffamente sul ventre trascinandosi con gli arti anteriori.
Anche la postura dei due animali è differente, le foche non riescono a rivolgere in avanti le pinne posteriori, le otarie sì e infatti sono in grado di assumere una posizione semi-eretta
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Articoli correlati che possono interessarvi: