Non solo Venezia, immersa ormai da giorni nell’acqua alta, che ha provocato allagamenti, disagi, negozi devastati, auto distrutte e purtroppo anche morti. Quasi tutta l’Italia, da Nord a Sud, è flagellata dal maltempo.
L’elenco delle località colpite è davvero ampia. E il conteggio dei danni non sembra arrestarsi. In Alto Adige ci si confronta con la neve e con il rischio valanghe. La ferrovia del Brennero è stata interrotta per uno smottamento sui binari. I forti temporali hanno provocato frane in Liguria. Le Terme di Saturnia, in provincia di Grosseto, sono state travolte dal fango, a seguito della grande alluvione che si è abbattuta in Maremma.
Scendendo lungo lo Stivale, il quadro appare altrettanto devastante. Un violento nubifragio ha interessato il litorale romano. A Porto Cesareo, nel Salento, una tromba d’aria ha fatto volare il pontile, con barche trascinate per 300 metri. A Gallipoli si sono registrate onde alte cinque metri. Sempre in Puglia, a Ugento, sono stati strappati dal vento ulivi secolari.
Il maltempo non ha risparmiato neanche strutture pubbliche essenziali. Il cimitero di Pozzuoli, in provincia di Napoli, resterà chiuso fino a venerdì 22 novembre per permettere di svolgere i lavori di messa in sicurezza riguardanti un’area molto vasta, in cui sono stati riscontrati dissesti, smottamenti, buche e avvallamenti del terreno.
Maltempo a Matera: 8 milioni di danni
Anche Matera, Capitale europea della cultura per il 2019, figura tra le località più duramente colpite dall’ondata di maltempo che sta affliggendo l’Italia. La città è stata letteralmente messa in ginocchio. Secondo i primi dati, i danni ammonterebbero ad almeno 8 milioni di euro.
Il sindaco Raffaello De Ruggieri ha parlato di “difficoltà difficilmente superabili con la dotazione finanziaria ordinaria“. Per questo motivo, mediante una delibera approvata in giunta, ha chiesto il riconoscimento dello stato d’emergenza e di calamità naturale, sollecitando un intervento finanziario da parte del governo nazionale.
Secondo quanto riportato in un comunicato, il provvedimento si è reso necessario “per richiedere interventi straordinari per superare le criticità e riparare i danni subiti dal patrimonio comunale pubblico e privato. Gli straordinari eventi atmosferici hanno danneggiato strutture pubbliche e private, infrastrutture a rete di pubblici servizi, impiantistica stradale, strade urbane e rurali“.
Il maltempo ha difatti trasformato le strade cittadine in torrenti in piena. Oltre a penetrare nelle abitazioni, causando danni ingenti, acqua e fango non hanno risparmiato la parte antica della città.
Un vero disastro, in una delle località più suggestive della nostra penisola famosa per gli spettacolari Sassi di Matera, dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1993 dall’UNESCO.
Maltempo nel Sud Italia: mareggiate e forti temporali dalla Puglia alla Sicilia
La piaga del maltempo non si è fermata a Matera. Bersagliate da mareggiate, rovesci e temporali localmente intensi sono state anche la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Dopo una brevissima tregua, l’allerta meteo per le prossime ore torna a essere ai massimi livelli. Secondo il bollettino diramato dall’Estofex (European Storm Forecast Experiment), nel Meridione sono previsti nubifragi e forte vento che potranno determinare alluvioni lampo nonché trombe marine.
Maltempo e cambiamenti climatici
“Ci sono molte cause per spiegare la violenza dei fenomeni meteo che stanno colpendo il nostro Paese, e ve ne sono altrettante per i danni e le vittime che producono, compresi il dissesto idrogeologico e la gestione del territorio. Deve essere chiaro, però, che questi eventi sono sempre più frequenti e intensi e che sono la conseguenza dei cambiamenti climatici prodotti dall’uomo”.
Con queste parole, Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, ha commentato l’impetuosa fase di maltempo che sta interessando l’Italia in questi giorni. Secondo l’associazione ambientalista, eventi atmosferici estremi come quelli attualmente in corso saranno sempre più frequenti e violenti, se non si inverte presto la rotta sul fronte delle emissioni di gas serra.
Come puntualizzato da Greenpeace, a dimostrarlo è la frequenza dei disastri naturali che risulta notevolmente aumentata negli ultimi decenni. Nel 1980 furono registrati in tutto il mondo 400 eventi, mentre 30 anni dopo ne sono stati registrati circa 1.000. Mentre i disastri geofisici, come terremoti e tsunami, sono sostanzialmente stabili, inondazioni e frane sono quasi triplicate, tempeste e uragani sono raddoppiati e risultano inoltre in forte aumento le ondate di calore, i periodi di siccità e gli incendi.
”Come ha recentemente dichiarato il climatologo James Hansen, queste anomalie non succederebbero in assenza del riscaldamento globale. Vedere ogni settimana un’allerta meteo, non è dunque casuale – ha specificato Boraschi – Va ribadito che ci sono responsabilità che la politica e l’industria, in particolare quella energetica, devono assumersi per garantire un futuro dove a farla da padrone non sia il caos climatico”.
Punta il dito sull’emergenza climatica anche Bernardo Gozzini, climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e direttore del consorzio Lamma fra Cnr e Regione Toscana. In una dichiarazione all’ANSA, l’esperto ha sottolineato che trombe d’aria estreme come quella che si è abbattuta su Porto Cesareo sono fenomeni meteo più “esplosivi” che potrebbero essere legati ai cambiamenti climatici. Per di più, secondo Gozzini, non è escluso che anche la velocità dei venti, che in questi giorni in alcune aree d’Italia è paragonabile a quella dei venti di un uragano, sia collegata ai mutamenti del clima.
Non è tempo di dormire sonni tranquilli, insomma. Sono d’altronde gli stessi dati a non essere per niente rassicuranti. Come rivelato dal rapporto 2019 dell’Osservatorio di Legambiente sull’impatto dei cambiamenti climatici in Italia, solo nel 2018 il nostro paese è stato interessato da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati. Un bilancio che, come precisa il report, risulta decisamente superiore alla media degli ultimi cinque anni.
Come aiutare L’Italia a risollevarsi dai danni del maltempo
L’ondata di maltempo che sta devastando il paese possiede tutti i tratti di un’emergenza che ha colpito pesantemente non solo luoghi di grande interesse storico, culturale e turistico, ma anche cittadini e attività locali.
Noi tutti possiamo tuttavia contribuire ad aiutare le imprese e gli abitanti delle località flagellate a risollevarsi. Come? Il primo semplice passo consiste nell’acquistare prodotti tipici delle aree devastate dal maltempo.
Nei giorni scorsi la community di Sudexit ha ad esempio lanciato un appello su Facebook, elencando aziende e siti e-commerce di Basilicata, Puglia e Sicilia che vendono frutta e verdura, olio, generi alimentari confezionati e oggettistica di artigianato locale.
Nella speranza che le istituzioni compiano in tempi rapidi tutti i passi necessari per affrontare l’emergenza, aderiamo a questa e altre iniziative di solidarietà in corso o che fioriranno nei giorni a venire. Con il nostro contributo potremo così permettere a tutte le regioni colpite di rinascere al più presto.