Malaria: come si trasmette
Si parla tanto di malaria soprattutto quando si è in procinto di partire per mete in cui è più facile contrarre questa malattia ma è bene essere informati a prescindere. Ecco dunque un approfondimento su questa malattia che non vuole sostituire il parere del medico ma semplicemente fare una panoramica introduttiva sul tema. Ovviamente in caso di necessità, o di dubbi e sintomi sospetti, va contattata una autorità sanitaria. Un articolo on line non sostituisce l’intervento di uno specialista. Compreso questo, possiamo cominciare a parlare di malaria.
Malaria: cosa è
Si tratta di una malattia infettiva causata dal parassita chiamato Plasmodio. L’unico modo in cui si può trasmettere è attraverso le punture di zanzare infette e non delle zanzare qualsiasi ma solo di quelle del tipo Anopheles. Questi insetti sono presenti in prevalenza in zone diverse dall’Italia, ovvero in Africa, in America Centrale e del Sud ed in Asia ma questo non ci deve portare ad abbassare le difese ed essere imprudenti. In teoria la malaria, in Italia, è scomparsa a partire dagli anni ’50 ma ci sono ancora dei casi che sono legati a turisti che rientrano da paesi a rischio.
I parassiti quando riescono a penetrare nel nostro corpo, si moltiplicano nel fegato e vanno ad infettare i globuli rossi dopo una incubazione variabile. I principali sintomi, che poi vedremo meglio, compaiono dopo massimo due settimane dalla puntura della zanzara infetta e sono mal di testa e febbre, tensione muscolare e brividi. In alcuni casi possono presentarsi anche degli episodi di nausea, vomito e diarrea.
Per curare la malaria esistono trattamenti rapidi ed efficaci a base di artemisinina combinata con altri farmaci, possono essere molto utili anche le zanzariere trattate con insetticidi, prodotti insetticidi e repellenti. L’importante è non trascurare questa malattia perché può avere delle gravi conseguenze sulla nostra salute quando arriva ad interrompere l’afflusso di sangue agli organi vitali.
Una particolare attenzione va prestata quando si rientra da dei viaggi in zone a rischio malaria, e non sono poche. In questi casi può essere opportuno farsi visitare per valutare lo stato di salute ed effettuare un esame parassitologico sul sangue (striscio e goccia spessa, ricerca DNA parassita malarico, test immunologico rapido).
Malaria: come si trasmette
Abbiamo già premesso che non esistono troppi modi per trasmettere la malaria, malattia che è strettamente collegata alla presenza delle zanzare Anopheles femmine. Questi insetti si nutrono di sangue per portare a maturazione le uova, sono particolarmente assetate nelle ore notturne, ore in cui stare in guardia più che mai quando ci si trova in una delle aree in cui queste zanzare vivono.
Un secondo modo per contrarre la malaria è quello legato alle trasfusioni di sangue o di globuli rossi provenienti da soggetti malarici e contenenti plasmodi nella fase infettante.
E’ l’ultima cosa che dovrebbe accadere, quella di ammalarsi quando invece ci si vuole curare, ed è proprio per questo che in Italia esistono delle norme di legge che escludono in maniera ferrea la donazione da parte di persone che hanno soggiornato in zone malariche e/o che hanno effettuato chemioprofilassi antimalarica.
Non ci si accorge subito di aver contratto la malaria perché questa patologia ha un periodo di incubazione non breve, che può arrivare fino ai 15 giorni, per alcune tipologie di zanzara, e anche fino a 10 mesi, per altre. Tutto dipende dai ceppi, quello con il periodo di incubazione più lungo è il P. ovale. Se invece la trasmissione è avvenuta con una trasfusione, il periodo di incubazione può dipendere dal numero di parassiti trasfusi e può sfiorare anche i due mesi.
Tornando alle zanzare, una volta che hanno contratto la malattia, esse restano infettanti per tutta la vita, mentre le persone che hanno la malaria non la possono trasmettere ad altri esseri umani con un semplice contatto. Ciò che può accadere è che un uomo o una donna con la malaria facciano ammalare altre zanzare che li pungono, questo vale per l’arco di tempo di un paio di anni, massimo tre, nel caso di malaria da P. malariae.
Malaria: come si riconosce
Non è immediato individuare una infezione di questo tipo perché vari sintomi coincidono con quelli di altre malattie, come spesso accade. La febbre è il principale segnale ed è spesso accompagnata da dolori alla testa e muscolari, da mal di schiena e nausea, vomito e diarrea.
Non è detto che la malattia si manifesti in modo subito violento, per questo in caso di dubbi è meglio rivolgersi ad un medico per effettuare degli esami più specifici. Quando un bambino si ammala di malaria, il rischio di gravi conseguenze non può che aumentare. Legati alla giovane età ci possono essere episodi di anemia grave e di sofferenza respiratoria in relazione ad acidosi metabolica, malaria celebrale.
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Pubblicato da Marta Abbà il 30 Marzo 2019