Macerato glicerico: gemmoterapia
Il macerato glicerico si utilizza molto in gemmoterapia, meglio quindi fare un passo indietro e inquadrare il contesto prima di calare dall’alto delle definizioni inutili e che possono essere fuorvianti. La gemmoterapia è un ramo della fitoterapia che si occupa di studiare come possiamo utilizzare per la nostra salute i tessuti vegetali embrionali ovvero le gemme oppure i giovani germogli. Andremo quindi a scoprire come, proprio grazie a ciò che chiamiamo macerato glicerico, dalla natura ci arriva un aiuto per la cura di alcune malattie e anche per la loro prevenzione. Certo questo non vale per tutte le situazioni ed è necessario informarsi bene.
Macerato glicerico: gemmoterapia
Ad inventare questa branca di fitoterapia è stato un professore dell’Università di Lione, tal Georges Netien. Siamo negli anni ’50, poi via via la disciplina è stata raffinata e ripresa da altri medici come ad esempio Poi Henry, un belga, da nominare tra tutti perché è stato il primo a dedicarsi non solo allo studio ma anche alla sperimentazione dei gemmoderivati. La gemmoterapia si basa infatti proprio sull’uso di questi preparati che è necessario saper realizzare seguendo delle regole precise.
Macerato glicerico: preparazione
Si inizia a raccogliere la materia prima per ottenere il macerato glicerico che sono di fatto gemme, gemme appena schiuse, radichette, semi e ogni tanto anche la scorza dei giovani fusti. Per farlo dobbiamo aspettare la primavera o almeno la fine dell’inverno, il momento in cui la natura si riprende.
Prendiamo questo materiale fresco, puliamolo e riduciamolo in pezzi piccolissimi, prendiamone un campione e facciamolo seccare. Questa operazione serve esclusivamente per andare a capire quanta acqua è contenuta nelle gemme e qual è il loro peso a secco.
Tutto il materiale fresco rimasto serve per preparare il macerato glicerico. Ci vogliono 21 giorni. Si mette tutto in una miscela di glicerolo ed alcol in parti uguali, da aggiungere in modo che il prodotto finale abbia un peso corrispondente a 20 volte quello della materia prima riportata allo stato secco.
Passate queste tre settimane di macerazione, si prende il liquido e lo si fa filtrare a pressione costante, per due volte di seguito a distanza di 48 ore. Finalmente si ottiene il macerato glicerico desiderato. Dico finalmente ma in verità il processo non è ancora finito. Per poter utilizzare questo preparato è necessario diluirlo con una miscela di glicerina, alcool e acqua (in proporzione 5:3:2), ottenendo un prodotto con diluizione 1DH (una parte di macerato in 10 parti di soluzione pronta all’uso).
Ora ci siamo, abbiamo il gemmoderivato e possiamo confezionarlo e venderlo.
Macerato glicerico: dosi
Di solito lo troviamo in commercio in flaconi contagocce di vetro scuro, scuro perché il liquido deve essere conservato al riparo dalla luce del sole. Una volta acquistato, in erboristeria o in farmacia che tengono anche questo tipo di prodotti, possiamo utilizzarne 30-50 gocce alla volta, meglio se a digiuno, fino a tre volte al giorno, diluendole in poca acqua. Non ingoiamo subito il liquido ma teniamolo in bocca almeno un minuto perché deve essere assorbito per via sublinguale.
Macerato glicerico: benefici
I benefici della gemmoterapia derivano dalle proprietà e dai principi attivi delle “gemme” da cui sono stati ricavati, gli stessi che influenzano in modo fortemente positivo il processo di crescita delle piante a cui appartengono. Ci stiamo riferendo a sostanze come auxine, enzimi, citochine e gibberelline. Nel gemmoderivato è possibile isolare anche amminoacidi, glucidi e vitamine, spesso in quantità abbondanti.
La gemmoterapia sembra a tratti opposta alla fitoterapia pur facendone parte, perché si basa sui tessuti embrionali, tessuti che non contengono le sostanze derivate dal metabolismo secondario presenti nella pianta adulta e sfruttate in fitoterapia. I principi attivi dei tessuti embrionali, utilizzati in gemmoterapia con il macerato glicerico, sono presenti solo in tracce nelle piante adulte, e viceversa.
Gemmoterapia: opinioni
Oggi ci sono posizioni contrastanti sulla gemmoterapia, mal vista dalla medicina ufficiale che la ritiene priva di efficacia e scientificamente non dimostrata. Pretendere che ciò che fa bene ad una pianta faccia automaticamente bene anche a noi essere umani, è insensato, quindi si tratta di una disciplina da “maneggiare con cura”. Ciò non significa che dobbiamo rinunciare a sfruttare tutte queste sostanze che mostrano un forte potenziale energetico in natura.
La struttura molecolare di alcune sostanze vegetali, se ben si guarda, risulta simile a quella di altre molecole prodotte dall’organismo umano. Ciò ci incoraggia a pensare che la gemmoterapia non sia totalmente priva di senso. Esiste anche uno studio che ha mostrato che l’auxina, un ormone vegetale che regola lo sviluppo e la crescita delle piante, ha delle proprietà antiproliferative nei confronti di linee cellulari di tumori umani.
Pubblicato da Marta Abbà il 4 Aprile 2019