Le macchine agricole del futuro
Tra le macchine agricole del futuro c’è la seminatrice a minimo impatto ambientale che trasmette in tempo reale al guidatore le informazioni sulla distribuzione del seme in combinazione con lo spargimento del concime, la superficie lavorata in un’ora e lo stato del terreno. Scordatevi i trattori di una volta, che pure erano fantastici, oggi in agricoltura si parla di macchine robotizzate ad altissima tecnologia.
A volte si tratta di ‘macchine fantasma’, come vengono definite quelle radiocomandate a distanza di sicurezza o addirittura teleguidate da remoto via Internet. Tra le macchine agricole di questo tipo ci sono i green climber per la manutenzione del verde progettati per operare su terreni con una pendenza anche del 60%, per esempio alpeggi e colline. Sui terreni molto inclinati è meglio che l’operatore non sia costretto a stare sulla macchina. Prerogativa di queste macchine agricole è la sicurezza sul lavoro, non a caso si tratta della variante di un modello ideato per la manutenzione delle raffinerie.
Tra le macchine agricole del futuro che si sono viste alla Fieragricola di Veronac’è anche un nuovo erpice pieghevole che arriva a 8 metri di ampiezza di lavoro ma è in grado di trattare il terreno di semina secondo il principio della minima lavorazione, il cosiddetto minimun tillage. Insomma un erpice tanto grande quanto delicato perché l’agricoltura sta diventando sempre più una agricoltura di precisione.
Se ci spostiamo nel vigneto, tra le macchine agricole del futuro troviamo il drift stopper, un polveririzzatore di sostanze dotato di pannelli recuperatori che è in grado di recuperare fino al 95% del prodotto usato, che sia un agro farmaco o un fertilizzante, minimizzando in questo modo sia l’impatto ambientale sia i costi di gestione del vigneto. Anche in questo caso si parla di agricoltura di precisione.
Caratteristica comune di tutte le macchine agricole del futuro è quella di essere progettate per produrre di più e produrre meglio. In totale sicurezza e con un occhio attento alla sostenibilità. Dal punto di vista della sostenibilità, va detto che l’Italia è messa già abbastanza bene visto che soltanto il 5,4% delle emissioni inquinanti nel nostro Paese derivano dall’agricoltura; a fronte di una media europea che è intorno al 10 per cento.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 9 Febbraio 2014