Lyocell: il tessuto ecologico
Lyocell, detta anche tencel, è la fibra cellulosica artificiale considerata in assoluto più compatibile con l’ambiente. Ci sono certo ancora discussioni in merito e le ricerche avanza, vale comunque la pena di conoscere da dove viene e che caratteristiche ha.
Il Lyocell si ricava dalla polpa di legno di eucalipto ed è una delle materia prima utilizzate nell’industria tessile, la troviamo nel settore dell’abbigliamento, ma anche impiegato per ottenere tessuti tecnici o per l’arredamento. Utilizzi meno comuni ma comunque possibili sono nella produzione di carta con caratteristiche particolari, cuoio sintetico e prodotti per l’igiene, filtri e capi per la protezione dei lavoratori.
La prima azienda a produrre il lyocell è stata la Courtaulds Fibers Inc. nel 1988, commercializzandola solo quattro anni dopo con il nome di tencel. Man mano la voce è passata, della straordinarietà di questa fibra, e ha iniziato a produrla l’austriaca Lenzing AG. Il suo nome commerciale è diventato Lenzing Lyocell.
Lyocell: che cos’è
Il Lyocell appartiene alla famiglia di fibre sintetiche e artificiali realizzate con materiali biodegradabili, una categoria doverosamente da separare e valorizzare rispetto alle fibre sintetiche derivate dal petrolio. Si ricava da alberi di eucalipto e si stima che con solo mezzo acro di alberi è possibile ottenere una tonnellata di fibra Lyocell: una quantità minima rispetto a quella richiesta dal cotone che ha bisogno di almeno 5 volte tanto di terreno, di buona qualità, ovviamente.
Per quanto riguarda il consumo di acqua, da un lato sappiamo che gli alberi di eucalipto non hanno bisogno di irrigazione, ma non possiamo fingere che essa non serva quando si tratta di trattare la polpa di questo legno per trasformarlo in Lyocell. Il conto totale è di 154,7 litri di acqua per chilo di fibra, sempre molto meno rispetto anche al cotone biologico che ci arriva dalla California.
Durante il processo di produzione della nostra fibra tanto green la cellulosa viene frantumata e disciolta in NMMO-monoidrato (N-metilmorfolina-N-Ossido-monoidrato), proprio per il fatto che durante la produzione si utilizzano prodotti chimici a molto basso livello come quello appena citato, Lyocell ha ottenuto il certificato con il marchio di qualità ecologica europeo Oeko Tex 100.
In generale ad oggi il Tencel è fatto, dal punto di vista di trattamento, in Austria, Regno Unito, e anche negli Stati Uniti, ma gli alberi indispensabili per averla, gli eucalipti, arrivano dal Sud Africa.
Lyocell: caratteristiche
L’ottima resistenza, la buona traspirabilità e l’assorbimento dell’umidità sono le caratteristiche principali del Lyocell che già a prima vista, e ai profani come me, appare in modo chiaro qualcosa di diverso, Il cotone ha una consistenza ruvida ed irregolare mentre la fibra derivante dall’eucalipto risulta liscia ed elastica.
Per quanto riguarda la resistenza, possiamo parlare di una ottima performance fino a 40 °C. Fino a qui nessun problema, se ci si avvicina ai 60 °C possono capitare “restringimenti” del 5% circa. Al tatto è morbido e liscio, con panneggio fluido e versatilità. I colori sono intensi e ricchi grazie all’elevata capacità di assorbimento delle fibre. Questo splendore richiede dei trattamenti che possono rischiare di compromettere la qualità del Lyocell con il presentarsi del pilling, decisamente antiestetico.
Tra i pregi abbiamo citato anche un assorbimento dell’umidità maggiore rispetto ad altri materiali similmente usati: vari cordato che la base è nel nostro caso il legno di eucalipto, capace di assorbire l’umidità in modo naturale. Il Tencel che ne ricaviamo non fa altro che sfruttare la già intrinseca qualità differenziandosi dal cotone che assorbe in media il 50% di meno. Oltre ad assorbire umidità, il Lyocell è anche anallergico perché in grado di filtrare batteri e altri agenti inquinanti.
Lyocell: lavaggio
In generale vestiti e quanto di simile fatto di Lyocell può essere lavato in lavatrice e poi asciugato, ciò che spesso si sente consigliare è di trattare questi capo come fossero di misto cotone o cotone-poliestere. E’ preferibile risciacquare con acqua fredda e asciugare a temperatura non troppo alta ma se lasciamo “sbandierare” un vestito di Lyocell all’aria non lamentiamoci se diventa un poco rigido.
Non c’è nessun bisogno di stirarlo, poi, ma se proprio ci tenete: ferro da stiro a temperatura bassa e senza vapore. Le alte temperature possono infatti danneggiare il Lyocell mentre il vapore può lasciare macchie. La cosa migliore è rinunciare a stirare e lasciare il vestito in questione appeso in un ambiente caldo e umido come un bagno finché non asciuga.
Per quanto riguarda prodotti come la candeggina, può capitare che interagiscano con il colorante lasciando delle macchie, anche lo smacchiatore può danneggiare se passato a tessuto ancora bagnato. Quando riponiamo i nostri vestiti di fibra Tencel nell’armadio, non usiamo sacchetti o buste di plastica, o simili contenitori, perché è come consegnarli a falene e muffe che possono tranquillamente danneggiarli. Devono stare in un ambiente fresco e ben ventilato.
Lyocell: opinioni
Sulla natura green del Lyocell c’è qualcuno che ha i suoi dubbi. E in tal caso punta il dito sulla notevole immissione di energia che si ha nel processo di conversione. Quando la polpa dell’eucalipto viene trasformata in una fibra morbida utilizzabile per la tessitura, essendo legnosa, richiede un bello sforzo, più che nel caso del cotone. Con il bambù, però, c’è da dire che è ancora peggio infatti la fibra ricavata in quel caso viene considerata naturale semi-sintetica.
Quando si ha la polpa dell’eucalipto tra le mani, essa viene ridotta in una viscosa di cellulosa e poi estrusa in filiera, lì si ottengono lunghe fibre poi intessute in modo da formare il Lyocell. Durante l’intera lavorazione l’unica sostanza chimica utilizzata è il solvente che è oltretutto non tossico, inoltre risulta possibile riutilizzare il 99% della sostanza in un processo a ciclo chiuso.
In questo modo, al di là delle opinioni, si minimizza l’impatto sull’ambiente e, in generale, fumi e acque inquinanti che derivano sono così scarsi che anche i più critici sono d’accordo nel ritenerli praticamente innocui. Anche sulla questione dell’essere biodegradabile, per il Lyocell, c’è chi borbotta. Ciò che risulta è che sia da considerare biodegradabile perché si tratta di una fibra cellulosica: anche se in una discarica non si decompone completamente, questa fibra riesce a decomporsi in soli 8 giorni in determinati ambienti.
Fascia da running in Lyocell
Ora che sappiamo tutto del Lyocell, o per lo meno abbiamo potuto farcene una idea, ecco alcuni capi che possiamo indossare se siamo convinti della sua “onestà”. A 27 euro ad esempio c’è una fascia da running, è per il collo ma multifunzionale. Potete sbizzarrirvi con la fantasia, non molto con i colori perché c’è nera, o al massimo blu.
Cuscino in Lyocell
Ricordandoci che è anche anallergico e molto igienico, il Lyocell, avere un cuscino di questo materiale, 80 x 80 cm è una grande fortuna. A portata di mano e di portafoglio dato che on line per circa 50 euro troviamo ad esempio un cuscino di 70% piumino e piumetta bianca e 30% lyocell per un peso totale di 1100 grammi. Al tocco è rigido, la federa è di cotone al 100% e lavabile a 60°.
T-shirt da donna in Lyocell
La cosa più semplice per provare il Lyocell sulla nostra pelle, gira e rigira, è una semplice e chiara t-shirt. Con una ventina di euro se ne trovano da donna, in azzurro o in blu e in varie taglia, maniche corte, senza collo. Prima di rifarci tutto il guardaroba in fibra di eucalipto è bene sperimentare se ci piace al tatto, alla vista e addosso.
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Pubblicato da Marta Abbà il 25 Aprile 2016