LYBRA: recuperare l’energia della frenata
Ricavare energia dal traffico automobilistico sulle strade: perchè no? A penarci è stato un giovane ingegnere elettrico, Andrea Pirisi, che ha così inventato LYBRA, un dispositivo in grado di trasformare l’energia cinetica sviluppata dai veicoli in ralentamento in energia elettrica compensando così anche la CO2 prodotta dal traffico.
Co-fondatore di Underground Power UP , Pirisi coordina un team che sa integrare il supporto accademico del Politecnico di Milano con l’esperienza di partner industriali di eccellenza e che guarda avanti. LYBRA, infatti, arriverà a cambiare anche il volto, e il risparmio energetico, dell’illuminazione stradale e dei caselli autostradali. .
1) Cosa è Lybra e a cosa serve? Riuscite a quantificare l’energia prodotta?
LYBRA è un dispositivo modulare alto 10 cm, largo 3 metri e lungo 1 metro, che può essere installato nelle zone di decelerazione per assorbire l’energia cinetica delle auto e trasformarla in energia elettrica: è quindi possibile compensare la CO2 prodotta dal traffico con il traffico stesso. A una rotatoria mediamente trafficata un impianto da dieci moduli LYBRA produrrebbe 100,000 kWh l’anno, circa l’energia consumata da 40 famiglie. Per produrre la stessa quantità di energia con un impianto fotovoltaico medio sarebbe necessario un parco da 80 kW con una superficie di oltre 800 mq.
In generale, ogni volta che un’autovettura rallenta disperde quella che è considerata una piccola quantità se presa singolarmente, ma se si considera un incrocio o una rotatoria mediamente trafficata, l’ammontare arriva a più di 500.000 kWh l’anno. Si tratta di energia che è interamente sprecata in calore e gas di scarico a ogni STOP.
2) Come vi è venuta l’idea? Quali tecnologie e materiali avete utilizzato per realizzare LYBRA? Quanto costa?
Nel 2008 lavoravamo ad un progetto di generazione di energia elettrica dalle onde marine, utilizzando il moto oscillatorio delle boe dovuto al passaggio dell’onda. Una sera, al bar con gli amici, ci siamo resi conto che la nostra tecnologia poteva essere applicata anche al transito viario, con minori costi e una maggiore semplicità di progettazione. E così abbiamo resettato il business plan e siamo ripartiti da capo, con una nuova applicazione.
Lybra è realizzato in materiali adatti a sostenere un carico di 60 tonnellate per asse, ben 6 volte oltre il limite di legge. Il rivestimento esterno è composto da gomma riciclata ottenuta dal polverino di PFU (pneumatico fuori uso), il che ne aumenta la sua naturale caratteristica “green” oltre a garantire la massima aderenza stradale e, quindi , la massima sicurezza sia per le auto che per i pedoni.
Un modulo costa circa 7.500€, a cui si deve aggiungere l’impiantistica e le opere di installazione. A conti fatti un impianto da 10 moduli arriva a costare circa 90.000€ chiavi in mano e si ripaga in 5-6 anni se viene installato in una zona di decelerazione mediamente trafficata, come l’accesso ad una rotatoria o 30 metri prima di un incrocio.
3) Come avete ottenuto la riduzione dei costi di manutenzione? E una elevata efficienza?
Grazia alla nostra tecnologia, che è stata brevettata proprio per le sue caratteristiche uniche. Abbiamo fatto in modo di evitare drasticamente l’utilizzo di componenti che potessero essere soggetti a rapida usura o facile rottura. La giusta scelta dei materiali e dei partner industriali ha poi fatto il resto.
4) LYBRA può essere utilizzata nel settore logistico? Con quali vantaggi?
Quando l’autovettura transita sopra il dispositivo, la sua inerzia ne comprime la superficie trasferendo parte della propria energia cinetica al sistema di generazione brevettato da UP. L’energia raccolta è poi trasformata in energia elettrica e accumulata in un pacco batterie, cui è possibile associare un comune inverter fotovoltaico per collegare l’impianto a una rete elettrica locale. In questo modo è possibile consumare sul posto l’energia prodotta ed avere una significativa e repentina riduzione dei consumi elettrici.
5) E nell’illuminazione pubblica? Come concretamente funzionerebbe? L’avete già proposta a qualche Comune?
Grazie alla sua altezza ridotta, è possibile installare LYBRA direttamente sull’asfalto, come un normale dissuasore, oppure in modo che sia allo stesso livello della strada, grazie ad uno scavo profondo 10 cm realizzato a fresa. Poiché l’uscita elettrica è identica a quella di un impianto fotovoltaico, è possibile utilizzare l’energia prodotta anche per alimentare i lampioni ed i semafori. Diversi comuni si sono mostrati interessati a partecipare ad un progetto pilota per testare l’efficacia della nostra tecnologia. Al momento stiamo iniziando a pianificare le prime installazioni commerciali e riteniamo che saremo pronti per affrontare il mercato dopo giugno 2013.
6) Ci raccontate il progetto legato ai caselli autostradali? Quanta energia si potrebbe ricavare?
Nel bilancio del 2010 la società Milano Serravalle S.p.A. ha dichiarato che al casello di Melegnano (Milano Sud), ai soli caselli Telepass, vi è un transito giornaliero medio di 400.000 veicoli. Installando i nostri impianti nelle corsie di accesso , quindi 50 metri prima della sbarra, sarebbe possibile produrre fino a 6 milioni di kWh l’anno, pari all’energia prodotta da un impianto fotovoltaico da 5MW, che avrebbe una superficie di 44.000 mq.
7) Qual è il futuro di LYBRA: miglioramenti? Nuove applicazioni? Nuove frontiere di mercato?
Nei prossimi mesi è prevista la fase conclusiva di certificazioni e test. In primavera LYBRA sarà pronto per la sua prima applicazione commerciale in un progetto pilota su cui stiamo lavorando. La fase commerciale per l’applicazione su strade urbane inizierà dopo giugno.
Il nostro ufficio tecnico sta seguendo queste fasi con un’attenzione quasi chirurgica, annotando ogni possibile modifica per ridurre i costi ed aumentare le prestazioni. Siamo molto orgogliosi del nostro team.
Pubblicato da Marta Abbà il 27 Novembre 2012