Lupo: il piano del Ministro Costa senza abbattimenti

Piano Lupo 2019

La convivenza tra lupo e uomo in Italia è un tema attuale che riscalda gli animi con posizioni diverse. Tra gli animalisti, gli ambientalisti e non solo, c’è chi difende il predatore ad armi tratte per l’importanza strategica che riveste nella biodiversità. Sul fronte opposto, c’è chi invece lo considera una minaccia, come nel caso di alcune Regioni del Nord che si sono spinte al punto di sollecitarne l’abbattimento.

Richieste che sembrano dimenticare la normativa comunitaria e le convenzioni internazionali per le quali il lupo è una specie protetta. Ricordiamo che questo grande predatore europeo era scomparso dall’arco alpino all’inizio del Novecento a causa della persecuzione dell’uomo, per essere poi reintrodotto. Nel corso degli anni, a tutela dell’animale sono state lanciate iniziative di ampio respiro come LIFE WolfAlps, progetto europeo finalizzato alla conservazione e alla gestione a lungo termine della popolazione di lupo.

Ora nel nostro Paese arriva una buona notizia in favore dell’animale. A seguito di un processo di consultazione di Regioni, Province Autonome, ISPRA e portatori di interessi vari, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha elaborato il nuovo “Piano di conservazione e gestione del Lupo in Italia”, che sostituisce quello del 2002.

Il nuovo Piano Lupo

La redazione del documento ha comportato un lavoro lungo e complesso. Il piano prevede 22 azioni che, partendo da un’accurata analisi tecnico-scientifica, mirano alla conservazione e alla risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche.

Come emerge dalle parole del Ministro Costa, obiettivo del piano è di proteggere la specie. Nel documento viene quindi ribadito che gli abbattimenti non sono necessari. “All’attività del lupo” – spiega il Ministro dell’Ambiente – “sono attribuiti più danni di quelli che effettivamente produce. Di qui la particolare attenzione riservata al problema degli ibridi e alla sterilizzazione come opportuno strumento di intervento“.

Piano Lupo

Secondo Costa, è necessario conoscere con la maggiore precisione possibile il numero effettivo di lupi presenti in Italia, perché “spesso si grida ‘al lupo, al lupo’ ma si tratta di ibridi o di cani vaganti”. Come spiega il Ministro, serve inoltre “una prevenzione attiva e diversificata dei possibili conflitti”. Tra le numerose novità introdotte nel piano sono perciò previste azioni di prevenzione con interventi sperimentali indirizzati a specifici ambiti territoriali, in taluni casi ristretti, che sono interessati da problematiche uniche.

I commenti a caldo

Il provvedimento ha suscitato l’approvazione di Legambiente. “È un piano necessario per la conservazione e la tutela di questo importante predatore, che valorizza il percorso sperimentato sull’Appennino con il progetto Life Wolfnet, e giustamente punta sulla prevenzione delle predazioni agli animali al pascolo e sulla risoluzione dei conflitti con gli allevatori, rinunciando agli abbattimenti selettivi, che non sono in alcun modo utili a una strategia di convivenza di lungo respiro“, dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente. L’associazione ambientalista si augura che le Regioni ratifichino il provvedimento in tempi rapidi e che vengano stanziate le risorse necessarie alla realizzazione delle soluzioni preventive.

Altrettanto positivo appare il commento del WWF, secondo cui siamo di fronte a un piano in grado di fare la differenza, promuovendo la ricerca e il monitoraggio, combattendo il bracconaggio e sostenendo le azioni di prevenzione dei danni, che rappresentano la migliore risposta ai conflitti uomo-lupo.

La stessa Commissione Europea ha espresso apprezzamento per il provvedimento che ora deve tuttavia oltrepassare l’ostacolo più arduo: il vaglio della Conferenza Stato-Regioni. E non è detto che lo superi: diverse Regioni del Nord, infatti, si sono espresse ormai da tempo sull’ipotesi di abbattimento dei lupi. Un’ipotesi, ribadiamo, assente nel piano lanciato dal Ministero dell’Ambiente. Attendiamo i futuri sviluppi della vicenda.

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