Lupinella. La vita di una lupa nei boschi delle Alpi
“Lupinella. La vita di una lupa nei boschi delle Alpi” è un libro sui lupi ma che non fa paura, anzi, fa tenerezza, fa commuovere, ci fa emozionare, al di là dell’età che abbiamo anche se, sulla carta, questo volume è per bambini. A pubblicarlo è Editoriale Scienza, si tratta di un libro speciale perché nato da un’idea del Museo delle Scienze (MUSE) di Trento ed è stato realizzato grazie al progetto europeo Life Wolfalps.
I bambini che lo leggeranno, saranno in grado, già da piccoli e via via crescendo, di rispettare questi animali tanto importanti per la salvaguardia dell’ecosistema alpino ma allo stesso tempo spesso vittima di malelingue. Il classico “lupo cattivo” sembra meriti il peggio ma leggendo Lupinella è lampante che questo animale sia invece una creatura da proteggere ed amare.
Accompagnate dalla illustratrice MariaChiara Di Giorgio, le parole sono quelle Giuseppe Festa che ho intervistato dopo aver goduto, pur se ben oltre i 7 anni, della sua colorata favola.
Che messaggio contiene un libro come questo?
Lupinella vuole raccontare il lupo per quello che è, senza i pregiudizi che nascono da secoli di leggende e favole. Il lupo non è né cattivo né buono. Si comporta da lupo, un predatore molto abile e importantissimo per la salute e l’equilibrio dell’ambiente.
Come ha lavorato per presentare un animale con una “cattiva fama” come il lupo, in modo positivo, ai bambini?
Far raccontare la storia in prima persona da Lupinella ha reso questo personaggio più vicino ai giovani lettori, che si calano nei suoi panni osservando il mondo con gli occhi di un lupo. Al di là della necessaria umanizzazione del linguaggio, il testo è molto fedele dal punto di vista scientifico e, grazie alle splendide illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio e agli approfondimenti della lupologa Francesca Marucco del progetto Life WolfAlps, restituisce ai bambini un immagine reale di quella che è la vita dei lupi sulle Alpi. Non ho dovuto faticare molto per presentare positivamente il lupo perché descrivendo in modo scientifico la sua ecologia, questo animale appare immediatamente ben diverso dal lupo cattivo delle favole.
Progetto Life Wolfalps: di cosa si tratta?
Il Life Wolfalps è un progetto che mira alla conservazione e alla gestione della popolazione alpina di lupo attraverso la convivenza con le attività umane. La comunicazione corretta è molto importante e il libro Lupinella è nato proprio per far conoscere il lupo ai più piccoli. Non nascondiamo il fatto che il lupo può danneggiare seriamente il lavoro dei pastori, ma presentiamo anche i mezzi dissuasivi per convivere pacificamente con questo predatore, come i cani da guardiania e i recinti elettrificati.
Quali falsi miti ha voluto sfatare e come?
Il più radicato è che il lupo possa aggredire l’uomo. Naturalmente non è un animale domestico né un peluche ma un animale che può uccidere prede molto più grandi di lui. In Italia, però, negli ultimi due secoli, non c’è stato nemmeno un attacco all’uomo. Il lupo ci teme… e fa bene, visto che circa 300 esemplari vengono uccisi ogni anno per mano dell’uomo. Un altro mito è che il lupo abbia ripopolato le Alpi attraverso delle reintroduzioni operate dall’uomo: è falso! Il lupo si sposta da solo e quando va in dispersione, come Lupinella nel libro, può percorrere centinaia di chilometri in pochi giorni.
Il libro contiene anche altro oltre al racconto: cosa?
Alla fine del libro vengono proposte alcune attività ludico sensoriali per allenare i propri sensi e le proprie abilità. Oggi più che mai i bambini hanno bisogno di riconnettersi con la natura. Sempre più spesso il mondo naturale è visto come un luogo pericoloso e dove ci si sporca i vestiti, quindi si preferisce osservarlo attraverso lo schermo della TV o dello smartphone. Ma così i più piccoli non svilupperanno mai i sentimenti per la Terra!
Che rapporto ha lei con il lupo, come animale e come simbolo?
Da quando ho avuto la fortuna di sentire un branco ululare nel loro ambiente, mi sono innamorato di questi animali. Negli occhi dei lupi vediamo qualcosa di noi, quell’istintività, quell’equilibrio con la natura e quello spirito selvaggio che un tempo era anche nostro. Forse è questo che ci spaventa davvero: vedere nei suoi occhi quanto ci siamo allontanati dal nostro essere lupi.
Un parere sulla divulgazione scientifica per bambini: come le sembra la situazione in Italia?
Nelle scuole vedo molti concetti e pochi sentimenti. Un esempio: far conoscere a un bambino cos’è la fotosintesi ha senso solo se prima gli facciamo provare il piacere di arrampicarsi su un albero, annusarlo, sentire la corteccia sotto le mani, respirare la sua forza vitale. Dobbiamo prima lavorare sulle emozioni, poi sulla teoria. Oggi, ahimè, si predilige sempre di più la seconda. Ricordiamoci che si conosce ciò che si studia, ma si protegge solo ciò che si ama.
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Pubblicato da Marta Abbà il 15 Giugno 2018