La Commissione europea boccia i decredi sulle rinnovabili proposti dall’Italia. La burocrazia italiana è difficile, talvolta addirittura impossibile. Le riduzioni delle tariffe incentivanti e l’introduzione del registro sulle rinnovabili sono i principali punti di demerito. Deve essere rivisto anche il Quinto Conto Energia.
Per le imprese italiane, uno dei principali oneri è proprio il costo elevato della burocrazia. I nuovi schemi di decreto sugli incentivi al fotovoltaico e alle altre rinnovabili elettriche fanno discutere. L’eccessiva burocrazia italiana renderebbe difficile, se non impossibile, trovare finanziamenti per i progetti green.
La critica arriva dall’Ue in riferimento all’introduzione del registro cui dovrebbero obbligatoriamente iscriversi tutti gli mipianti a eneriga rinnovabile, anche di piccola taglia. L’iscrizione al registro è obbligatoria per poter fare richiesta agli incentivi sulle rinnovabili.
Sono numerose le critiche mosse al governo italiano, tra le altre, l’Europa chiede all’Italia di attivarsi immediatamente sul fronte delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica. In Italia, i decreti che riguardano l’efficienza energetica e le rinnovabili termiche ancora latitano, manca chiarezza e il sistema di sostegno ai progetti di efficienza energetica vacilla: il governo italiano deve definire con chiarezza gli obiettivi per il 2020 sul sistema dei Certificati bianchi.
Secondo le critiche dell’Ue, le pecche dell’Italia riguarderebbero:
-l’efficienza energetica
-l’introduzione del registro
-la riduzione delle tariffe incentivanti
-rinnovabili termiche
Con l’introduzione del registro non si fa altro che complicare l’iter burocratico che si dovrà seguire al momento della richiesta degli incentivi sulle rinnovabili. Valerio Natalizia, presidente di Anie-Gifi, commenta così il ruolo der registro: «un sistema che ha dimostrato più volte la sua inefficienza e non serve a controllare la spesa ma solo a creare complicazioni burocratiche agli operatori e quindi aumentare i costi gestionali… Ma se il Governo intende mantenerlo, almeno prevediamo un innalzamento a 200 kW della soglia di accesso».
La speranza sul Quinto Conto Energia è che sia modificato in modo da ripristinare il budget dei 7 miliardi di euro per incentivare il settore fotovoltaico. La Commissione europea boccia i decredi sulle rinnovabili e non sono mancati i commenti da parte degli europarlamentari italiani. Tra questi, Oreste Rossi che segue da vicino la tematica dei costi energetici.
Molto spesso l’eurodeputato Rossi ha attaccato l’operato dell’esecutivo di Bruxelles ma questa volta si trova d’accordo con le critiche della Commissione europea e in una nota afferma: «Bene ha fatto la Commissione europea a strigliare l’Italia in merito al decreto sulle rinnovabili chiedendo una riduzione delle procedure amministrative che finiscono per complicare l’accesso agli incentivi».
a cura di Anna De Simone