Rieccomi a scrivere della piralide del bosso, alias bruco defogliatore, alias cydalima perspectalis, ma questa volta per proporre una lotta biologica all’infestazione.
Premetto a chi legge che il mio primo incontro con la piralide del bosso risale all’estate 2013, come testimoniano i miei interventi su IdeeGreen, e da allora combatto e aiuto a combattere contro questo lepidottero infestante che si sta espandendo facendo disastri.
Qui parlo di lotta biologica, ma ripeto ancora una volta che se a settembre 2013 non avessi fronteggiato l’emergenza con una robusta dose di deltametrina, che non è il più biologico dei prodotti, avrei perso la siepe e tanti saluti.
Con la deltametrina a trattamenti ripetuti e un fertilizzante a base azotata (come coadiuvante, credo sia servito anche se non ne sono sicuro) ho salvato dalla piralide una siepe di bosso che sembrava ‘bruciata’ e a un anno di distanza l’ho riportata quasi come prima.
La siepe di cui parlo si trova nel Verbano Cusio Ossola vicino Intra, a circa 900 mt di altitudine (evidentemente la piralide sopporta bene il fresco) e credo sia stato uno dei primi casi in quella zona, dove ce ne sono stati altri. Parlo di una siepe antica, vigorosa e robusta, che mai si era ammalata prima.
Il bruco defogliatore cydalima perspectalis arriva dall’Asia (pare Cina) ed è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2011 (sul lago di Como) dopo di che ha fatto un crescendo di disastri con punta massima in quest’ultima estate 2014. L’inverno mite l’ha favorito come avevo previsto e credo che anche l’umidità tropicale degli ultimi mesi lo abbia aiutato.
Superata la prima paura (a chi sta affrontando il problema assicuro che le siepi si possono salvare) dicevo che mi sto orientando verso la lotta biologica puntando su un prodotto non aggressivo per l’ambiente e meno ostico per me che lo uso (massima cautela quando si usa l’insetticida!) come per esempio il Bacillus Thuringiensis.
Il Bacillus Thuringiensis non è una novità nella lotta biologica agli infestanti delle piante e ha dato buoni risultati anche contro la temibile processionaria del pino. Di questo batterio sporigeno esistono tre varietà in commercio, Kurstaki, Aizawai e Tenebrionis, ma quella che funziona contro la piralide del bosso è la Kurstaki. Di quest’ultima esistono poi sette diversi ceppi, ma pare che il ceppo non sia determinante.
Se avete difficoltà a trovare il formulato commerciale di Bacillus Thuringiensis potete ordinarlo online come ho fatto io su Amazon. La varietà di Bacillus thuringiensis più efficace contro la piralide del bosso è la Aizawai.
Bacillus thuringiensis Aizawai da 500 gr
La lotta biologica alla piralide del bosso con il Bacillus Thuringiensis va impostata prevedendo 2-3 trattamenti l’anno e seguendo comunque le facili indicazioni riportate sulla confezione del prodotto. Il batterio agisce in modo selettivo paralizzando l’apparato digerente delle larve in presenza di pH basico (lepidotteri). In presenza di pH acido (organismi superiori e uomo) il batterio risulta invece inefficace, il che rende il Bacillus Thuringiensis selettivo e sicuro.
Io sono passato alla lotta biologica da qualche mese dopo aver smesso i trattamenti con la deltametrina. Però lo sto facendo più come mantenimento e prevenzione che come terapia d’urto visto che da maggio non ho più avuto larve nella siepe. Sta funzionando bene ma nonostante questo, come ho già scritto alla luce delle ‘ricadute’, tengo la guardia sempre alta.
Ecco la cronistoria della mia battaglia contro il la piralide del bosso
Bruco defogliatore del bosso: la mia storia
Piralide del bosso: attenzione e prevenzione
La cura del bosso contro il bruco defogliatore
Bruco defogliatore: come curo il mio bosso