Linguaggio gatti: come interpretarlo
Linguaggio gatti, i padroni sognano di imparare a capirlo perché questi animali, molto più dei loro compari cani, risultano enigmatici. Hanno un bel caratterino, molto meno lineare e spesso anche lunatico, motivo per cui se riuscissimo a decifrare almeno in parte il Linguaggio gatti la convivenza potrebbe migliorare. E diventare un idillio. Si dice che più parliamo con i gatti, più essi sono incoraggiati e disposti a comunicare con noi: proviamoci, stando anche attenti ad ascoltarli e osservarli, due azioni che ci si scorda di fare anche con gli esseri umani, presi dalla gran brama di raccontare chi siamo noi.
Linguaggio dei gatti: miagolii
Il miagolare è il parlare del gatto, non è certo l’unico elemento del Linguaggio gatti a cui badare ma iniziamo da qui. Ci sono diverse sfumature di miagolii ma tutti fanno intendere la voglia di dirci qualcosa da parte del felino. A volte vuole richiamare l’attenzione, altre invece vuole cibo, oppure uscire dalla porta che gli abbiamo chiuso distrattamente.
Non sono miagolii ma sono sempre suoni, le fusa, spesso e volentieri di contentezza, ma ci sono casi in cui addirittura il gatto vuole manifestare gratitudine. Mi è capitato con un gatto che, ferito ad una zampa, ne manifestasse a chi lo stava curando con gentilezza. Il Linguaggio gatti cambia totalmente durante il combattimento, quando diventa esplicitamente ostile, allo stesso modo, si fa ricco di miagolii acuti e intensi in fase di corteggiamento.
Linguaggio dei gatti: morsi
Anche i morsi fanno parte del Linguaggio dei gatti e vanno interpretati. Ci sono quelli scherzosi, di tenerezza, quelli che scappano durante un gioco, e poi quelli da difesa, quando il gatto si sente minacciato o invaso. Basta guardare come si muove il resto del corpo e le circostanze per comprendere il messaggio.
Linguaggio dei gatti: occhi
Sono molto comunicativi, gli occhi dei gatti, e anche grandi: in essi quasi si proietta il loro stato d’animo senza filtro alcuno. Quando le pupille sono dilatate, il gatto ha paura, al contrario se appaiono particolarmente piccole, allora il nostro amico è agitato.
Se tonde, è tranquillo, è addirittura tranquillissimo se gli occhi sono socchiusi, tanto che quasi quasi si addormenta. Non confondiamoci però con il gesto di tenere socchiusi gli occhi e di chiudere e riaprire le palpebre brevemente: nel Linguaggio dei gatti è un segnale di intenzioni pacifiche.
Linguaggio dei gatti: orecchie
Le orecchie dei gatti al contrario delle nostre sono molto mobili, diventano quindi interessanti da osservare. Quando le abbassa e le piega all’indietro, il messaggio è di aggressività, quando le ruota, è di curiosità neutra. Ci sono momenti in cui il gatto sfrega orecchie e muso contro di noi, le nostre gambe o il nostro corpo: non si sta pulendo, si ritiene già abbastanza pulito, ci sta dicendo che vuole essere nostro amico e che ha fiducia in noi. Cosa rara, conoscendo l’innata diffidenza dei felini.
Con lo strofinarsi, il gatto segna oggetti e esseri viventi che ritiene suoi alleati o degni di rispetto e attenzione, perché sul suo muso ha delle ghiandole che rilasciano un ferormone particolarissimo che rende riconoscibile ciò che il felino ha marcato.
Linguaggio dei gatti: zampe
Le zampe non servono solo a camminare, saltare e preparare agguati, ma anche a comunicare. Nel gatto è così e lo si nota ad esempio quando ne alza una l’appoggia su di noi: sta per chiedere qualcosa, di solito cibo o aria aperta, coccole o carezze.
Se le usa per impastare, inarcando la schiena, ci vuole manifestare la sua contentezza e il suo affetto ma quando un felino si posiziona a pancia in su e si rotola sulla schiena, con le zampe all’aria, allora è massima fiducia. Non certo con il primo che passa si mostrerebbe così indifeso.
Linguaggio dei gatti: coda
Con la coda il gatto ci racconta come sta e cosa vuole. Non è certo la parte del Linguaggio dei gatti più semplice da interpretare, ma per lui è essenziale e ne va anche molto fiero. Se la sventola, però, è perché è agitato, al contrario se la nasconde tra le zampe posteriori, allora è in un momento in cui vuole proteggersi; ha paura.
La coda a candela, dritta e alta, è quella di un gatto che è felice di interagire con noi, ma se la punta è incurvata, allora è anche incuriosito. Quando tutto è a posto e l’animo felino è sereno, allora la coda resta abbassata e rilassata.
Linguaggio dei gatti: libri
Un libro può servire per introdurci allo studio del Linguaggio dei gatti e quello che consiglio è “Parole da gatto”. Si tratta di un semplice ed efficace corso di linguaggio felino per umani, è un volume completo e di facile consultazione.
Non illudiamoci però di arrivare a capire il Linguaggio dei gatti con una lettura, è solo l’inizio, poi sta a noi fare caso giorno per giorno al nostro micio.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Febbraio 2017