Linguaggio dei fiori

Linguaggio dei fiori

Il linguaggio dei fiori, noto come floriografia è un mezzo di comunicazione crittografica che sfrutta l’uso e la disposizione dei fiori per esprimere un significato.

Il significato dei fiori può cambiare non solo tra specie botaniche diverse ma anche in base al colore, alla sua disposizione e al suo accostamento. Per migliaia di anni, a ogni fiore è stato attribuito un significato legato a leggende, miti o usanze.

Il linguaggio dei fiori ha subito diverse modifiche nella storia. Nella Bibbia ebraica è spesso usato il simbolismo dei fiori e, nella cultura occidentale, un piccolo contributo è stato dato da William Shakespere che ha attribuito diversi significati ai fiori soprattutto nell’Amleto e nel Principe di Danimarca.

Linguaggio dei fiori: le origini

L’interesse per la floriografia si è consolidato in Europa durante il XIX secolo: doni floreali, piante e composizione specifiche venivano usate per mandare messaggi segreti.

Anche se il linguaggio dei fiori, in Europa, vede una consolidazione relativamente recente (1800), nel Mondo Orientale era già diffusa l’uso del crisantemo come simbolo (crisantemo giapponese) e, in Turchia, vi era un’ossessione per i tulipani già nella prima metà del XVIII secolo.

Il significato dei fiori

Il significato assegnato a ogni fiore può variare nelle specifiche culture. Ogni fiore, infatti, non cele un significato univoco ma può vedere molteplici associazioni. Più che un libro universale sul linguaggio dei fiori si dovrebbe strutturare un dizionario floreale: ogni fiore verrebbe associato a centinaia di significati.

significato dei fiori

Lo abbiamo visto con la rosa che è associata a diverse leggende e significati. Il significato della rosa non varia solo in base al colore ma anche in base alla chiave di letture e interpretazione culturale. Questo vale per ogni fiore. Per esempio, la mimosa, una pianta molto sensibile, rappresenta nel linguaggio dei fiori la castità: questo perché le foglie tendono a ritrarsi quando sfiorate dal vento o toccate dall’uomo. Nel tempo la rosa è divenuta simbolo del femminismo e della forza della donna.

Hanakotoba: il linguaggio dei fiori del Giappone

Del linguaggio dei fiori i giapponesi ne hanno fatto un’arte, si chiama Hanakotoba (花 言葉 ). Non solo fiori ma anche piante. Questa pratica è molto più univoca e associa un preciso significato a ogni pianta o fiore. Per citare alcuni significati inequivocabili dei fiori nel linguaggio dei fiori adottato in giappone (Hanakotoba) segnalo:

  • Amarillis: esprimono timidezza
  • Anemoni: sincerità
  • Ambrosia: purezza
  • Aster: ricordi e nostalgia del passato
  • Azalea: modestia e pazienza
  • Campanula: gratitudine
  • Cactus: lussuria
  • Camelia rossa: innamoramento. Gialla: desiderio. Bianca: in attesa.
  • Garofano: fascino
  • Fiori di ciliegio: gentilezza e transitorietà della vita.
  • Narciso: rispetto
  • Dalia: saggezza
  • Margherita: fede
  • Stella alpina: coraggio
  • Erica: solitudine
  • Fresia: immaturità, ingenuità
  • Gardenia: amore segreto
  • Ibisco: dolcezza
  • Ortensia: orgoglio
  • Iris: buone notizie e lealtà
  • Gelsomino: tra i fiori dell’amicizia. Esprime gratitudine e amicizia sincera.
  • Lavanda: fedeltà (mentre nella cultura occidentale la lavanda è vista come diffidente e schiva).
  • Giglio della tigre: ricchezza
  • Girasole: rispetto, amore passionale, radiosità (identico significato per noi occidentali).
  • Giglio rosso ragno: abbandono, separazione, non incontrarsi mai più.
  • Magnolia: naturalezza
  • Viola: onestà
  • Verbena: collaborazione
  • Papavero rosso: amante del divertimento. Il giallo è simbolo di successo mentre il bianco di brio.

Il linguaggio segreto dei fiori

Il linguaggio segreto dei fiori è un romanzo avvincente che sfrutta il linguaggio dei fiori per coinvolgere il lettore in un percorso interiore non poco spinoso.

“Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.”

La protagonista del romanzo è Victoria. Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C’è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il linguaggio dei fiori che Victoria comunica le sue emozioni più profonde.

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