Lilium martagon, giglio martagone
Lilium martagon, più noto come giglio martagone, è una pianta spontanea bulbosa che produce dei fiori penduli retti da un fusto piuttosto robusto e con delle striature violette o rossicce. Il bulbo è di forma ovale, di un colore giallo intenso, grande circa come una pallina da tennis, a volte anche di più.
Le foglie hanno una forma allungata, sono larghe 3 centimetri se alla base, e sono disposte a rossetta, man mano diventano più piccole se spuntano lungo il fusti. Quando sbucano i boccioli, prendono man mano dimensioni maggiori fino a diventare fiori, anche di diametro pari a 5 cm. Sono fiori appariscenti, quelli del Lilium martagon, di colore forte, penduli, spesso riuniti in un’infiorescenza a racemo- Quando termina il periodo della fioritura, allora i fiori si rimpiccioliscono, assumono delle tinte più pallide e poi cadono.
Lilium martagon: significato
Non c’è un solo significato che possiamo attribuire a questo bel fiore ma almeno tre o quattro. Il nome scientifico Lilium deriva dal greco “crinon”, e anche l’epiteto martagon può essere interpretato in vari modi. Se dallo spagnolo, può richiamare il concetto di “riccio di capelli”, infatti il Lilium martagon viene detto Riccio di Dama, ma martagon potrebbe anche arrivare dal turco e indicare la forma del fiore, a turbante.
Il nostro Lilium martagon ha anche un ruolo importante nell’antica pratica dell’alchimia che lo lega in modo chiaro al pianeta Marte.
Guardando la forma dei tepali del fiore, alcuni popoli antichi hanno intravisto i raggi di una ruota e lo hanno interpretato come simbolo di gloria, man mano che il tempo è passato, è arrivato chi dopo la prima guerra mondiale ha pensato di cucinare i bulbi di questa pianta oggi in erboristeria apprezzata per le proprietà delle sue radici, espettoranti, emollienti, diuretiche e cardiotoniche. Il bulbo, invece, potrebbe dare dei benefici nella cura di ascessi e mastiti.
Lilium martagon o giglio martagone
Giglio martagone è uno dei nomi comuni con cui viene chiamata questa pinta, l’altro già citato è quello di Riccio di Dama e poi possiamo anche sentirlo nominare come Turbante del Turco. E’ una pianta di origine euroasiatica e nordamericana ma la si può trovare anche in Italia, sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale e centrale.
Il suo habitat sono le radure dei boschi di latifoglie e le brughiere di media quota, meglio se con terreni umiferi, ricchi di elementi nutritivi, calcarei o a ph neutro. Le quote in cui vive meglio sono quelle dai 300 ai 1800 metri s.l.m. ma anche salendo sopra i 2000 m. s.l.m. possiamo trovarne qualche esemplare.
Lilium martagon: coltivazione
Preferisce le aree soleggiate o almeno che gli permettano di stare al sole almeno due ore al giorno senza però raggiungere temperature troppo elevate. Il terreno da scegliere è quello calcareo, ricco e fresco, permeabile e che durante l’estate non dovrebbe asciugarsi eccessivamente.
Quando piantiamo il nostro Lilium martagon dobbiamo anche fornirgli del concime a lenta cessione. Di solito si trova bene isolato, lungo i viali, sotto le siepi, oppure in piccoli gruppi per decorare giardini con macchie colorate. Se coltivato in vaso, esige vasi profondi, cresce velocemente, nasce e fiorisce in massimo 5 mesi.
Lilium martagon rossa e rosa: semina
Seminare il Lilium martagon non è banale e nemmeno averne dei bulbi visto che è una pianta protetta. La stagione giusta per piantarli è ad ogni modo l’autunno, è necessario scavare delle buche profonde almeno 3 volte la loro altezza e con una distanza l’una dall’altra pari ad almeno 3 volte il suo diametro. Chi vuole provare a coltivare dai semi questa pianta può procurarsene su Amazon sia in rosa che in rosso.
Lilium martagon arancione
L’arancione non è tra i colori più frequentemente presenti in questa pianta, i più comuni sono il rosa carico, a volte macchiato di rosso, oppure il rosso, mentre gli stami sono rosa chiaro, quasi bianco. Al di là del colore, ogni Lilium martagon emana un profumo particolarmente acre ma solo durante la notte mentre di giorno quasi non odora nemmeno.
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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Luglio 2017