Leishmaniosi: il vaccino
Vaccino contro la leishmaniosi: è arrivato nel 2011 a cambiare approccio verso una patologia, la leishmaniosi, appunto, che colpisce i cani di tutto il mondo, tranne che in Australia, e si accanisce sopratutto nelle aree vicino al mare o nelle zone tropicali. Un passo indietro prima di parlare del vaccino: ricordiamo che la leishmaniosi animale è una malattia sostenuta da parassiti appartenenti ai protozoi.
In Europa è la puntura del comunemente chiamato pappatacio (Phlebotomus papatasi) a veicolare la leishmaniosi: si tratta di un insetto molto simile alla zanzara che colpisce principalmente da maggio ad ottobre, preferibilmente dal tramonto all’alba. Proprio in questo periodo, quindi, c’è un maggior pericolo di leishmaniosi e un conseguente bisogno di vaccino.
Nei 20 anni in cui gli scienziati hanno lavorato al vaccino contro la leishmaniosi, l’unica forma di protezione efficace per evitare che i nostri cani era impedire il contatto fisico con i pappataci “recludendoli” dall’alba al tramonto e utilizzando spray, spot-on, collari repellenti e insetticidi vari. Con l’arrivo del vaccino si cambia strategia e la leishmaniosi si combatte dall’interno. Dall’interno del cane, proprio, perché il vaccino potenzia il sistema immunitario, rinforzandolo e riducendo così il rischio di contrarre la leishmaniosi.
I distributori del vaccino contro la leishmaniosi parlano di un tasso di protezione 92,7%, si sentono ancora polemiche su questo risultato e resta raccomandabile non intendere il vaccino come un toccasana o un amuleto magico. Meglio contro la leishmaniosi utilizzare in contemporanea anche gli altri rimedi “di una volta”. L’antiparassitario abituale, dell’epoca pre vaccino.
Leishmaniosi: il vaccino e il protocollo
Il protocollo del vaccino contro la leishmaniosi prevede la sua somministrazione in tre iniezioni sottocutanee, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra, seguite da un richiamo del vaccino annuale. Tutti i cani di età superiore a sei mesi risultanti negativi al test sierologico possono fare il vaccino contro la leishmaniosi, ad eccezione delle femmine gravide o in allattamento e con l’accortezza che il cane deve essere “sano”, vale a dire che non prende nessun farmaco e non presenta nessuna patologia.
Il periodo di incubazione della leishmaniosi è molto lungo e spesso i sintomi della malattia non sono subito evidenti. Prima del vaccino, per capire se il cane ha già contratto la leishmaniosi, basta un semplice test, lo esegue tranquillamente il veterinario ed è un piccolo prelievo di sangue per sapere in soli 15 minuti se il cane è sano.
Leishmaniosi: il vaccino, lo studio e le reazioni
Chi distribuisce il vaccino contro la leishmaniosi comunica in merito agli studi fatti che “la probabilità che un cane manifesti sintomi è 4 volte inferiore rispetto a uno non trattato“. Va inteso quindi, cari padroni di cani a pericolo leishmaniosi, che il vaccino non protegge in modo statisticamente significativo e che saranno i nostri cani a testare in campo questo vaccino contro la leishmaniosi.
Essendo passati vari anni dall’arrivo del vaccino in Europa, ed essendo ancora attivo, si suppone che pessimi risultati non li stia dando. L’effetto benefico del vaccino è stato esaminato in zone con elevato rischio di infezione, dove è stata osservata una diminuzione del rischio di sviluppare una leishmaniosi sintomatica.
Anche se non a prova di “bomba”, di pappatacio, resta una valida pratica, il vaccino, se il cane resta per un lungo periodo in una zona iperendemica per la leishmaniosi o se dorme fuori e quindi è molto esposto al contatto con il vettore della leishmaniosi. In una panoramica come la nostra, in cui il vaccino contro la leishmaniosi va inteso come un aiuto e una opportunità per poter abbassare le probabilità di far ammalare il nostro cane, sono da considerare anche le reazioni avverse al vaccino stesso, le sistemiche e le locali.
Le reazioni sistemiche al vaccino contro la leishmaniosi sono apatia, inappetenza, diarrea e vomito e, con percentuali minori, l’ipertermia. Per quanto riguarda le rezioni locali al vaccino si ha il gonfiore piccolo, inferiore a 5 cm di diametro, nel 16-22% dei casi ma in un paio di giorni passa tutto. Un gonfiore maggiore insorge solo nel 3% dei casi mentre il dolore nel punto in cui abbiamo fatto il vaccino è più frequente ma dura massimo 2 settimane. Altre reazioni che si possono verificare dopo aver fatto il vaccino contro la leishmaniosi sono convulsioni, tremori, bava alla bocca, occhi indietro.
Leishmaniosi: il vaccino come complemento
Il vaccino contro la leishmaniosi può per noi rappresentare una via non alternativa ma complementare, per cui ricordiamo i metodi già a disposizione, terapeutici e profilattici che siano, per la lotta alla leishmaniosi e a i suoi malefici pappataci. Tra buone azioni, buone pratiche e accorgimenti più o meno domestici, oltre al vaccino, contro la leishmaniosi è consigliato far dormire il cane in casa, usare zanzariere, repellenti e antiparassitari specifici, evitare di portare il cane in zone endemiche. Anche se il vaccino contro la leishmaniosi non assicura la protezione completa né l’eradicazione della malattia, si può comunque diminuire l’incidenza della malattia al livello della popolazione canina. A giovamento anche della popolazione umana, indirettamente o no.
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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Giugno 2015