Entro il 2020, il materiale che predominerà nel settore della bioedilizia, sarà il legno ingegnerizzato. La scelta dei materiali contrassegnati da un “ciclo di vita non inquinante” nel settore edile aumenta di pari passo con il dilagare del degrado ambientale. Sempre più spesso i progettisti sono proiettati verso un’edilizia ecosostenibile tenendo conto di tutte le istanze rivoluzionarie del “Greenbuilding”.
Un componente affidabile ed economico che rappresenta una soluzione rivoluzionaria, destinata a essere sempre più utilizzata nel settore della bio edilizia, è il legno ingegnerizzato. Il percorso del legno, radicato da sempre nella tradizionale architettura, dimostra quali sono le possibilità offerte dalle tecnologie intelligenti del riciclo di materiali preesistenti applicati al legno.
Un materiale da costruzione che oggi si esprime nelle sue forme più moderne sotto forma di composto ingegnerizzato nel quale sono insite le potenzialità verso un futuro ecosostenibile. Il legno ingegnerizzato è composto da farina di legno ottenuta da scarti selezionati dell’industria del legno e di una componente plastica quale polietilene o pvc.
Le qualità del legno ingegnerizzato.
Richiede scarsissima manutenzione ed è dotato di molteplici virtù quali una buona resistenza agli agenti atmosferici e un elevato isolamento termico. Il legno ingegnerizzato è un elemento affidabile ed economico che rappresenta una soluzione innovativa destinata a essere sempre più utilizzata nel settore edilizio.
L’impiego del legno ingegnerizzato.
Mobili, elementi ornamentali, recinzioni, pavimentazioni, finestre e schermi frangisole.
Secondo “The Freedonia Group“, un’azienda americana leader internazionale per la ricerca industriale che pubblica più di 100 studi all’anno, entro il 2015 si assisterà presto a un vero e proprio boom del legno ingegnerizzato. Le applicazioni destinate a crescere maggiormente saranno quelle per il rivestimento di pavimenti, porte, finestre.
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