Le Classi Energetiche degli edifici
Classi energetiche degli edifici: normativa di riferimento, APE, caratteristiche, tabelle e nuovo indice di prestazione energetica.
Leggi la nostra tabella con tutte le classi energetiche, i relativi valori e i punteggi per capire qual’è la situazione della tua casa o di quella che stai per comprare.
In Europa, circa il 40% dell’energia totale è dissipata dal settore residenziale e terziario, è per questo che per abbassare i livelli di emissioni nocive si punta al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. A tal proposito, il Decreto Legislativo numero 192 del 2005 stabilisce l’obbligo della certificazione energetica degli edifici attraverso il rilascio di un attestato che fa riferimento alle Classi Energetiche. Il decreto Legislativo fa riferimento a una Direttiva Europea ancor più datata, la direttiva 2002/91/CE. Da allora ne è passata d’acqua sotto i ponti e oggi, finalmente, in Italia è presente un quadro un po’ più preciso.
Quante classi energetiche esistono
Le classi Energetiche degli edifici possono essere diverse in base alle disposizioni locali ma ormai tutte le regioni si sono adeguate a un modelle generale.
Per spiegare meglio la divisione delle classi energetiche, prendiamo in esempio il modello della Regione Lombardia che vede 8 classi di riferimento.
Le classi energetiche sono assegnate in base al fabbisogno di energia primaria che occorre per riscaldare ogni metro quadro di superficie.
Il fabbisogno energetico è espresso in chilowattora e si riferisce ad un anno solare.
Assegnare le classi energetiche degli edifici prendendo in esame solo il riscaldamento nei periodi invernali può sembrare riduttivo ma c’è da dire che a determinare il fabbisogno energetico richiesto dal riscaldamento di un edificio sono vari fattori: in primis la tipologia dell’impianto di riscaldamento adoperato e a seguire i materiali di costruzione impiegati, gli isolanti, la tipologia di pareti e serramenti che vanno a formare l’involucro dell’edificio.
Per standardizzare le Classi Energetiche vengono utilizzati alcuni indicatori, il cosiddetto E01, ad esempio, è la media aritmetica di tutti i punteggi ottenuti in base alle certificazioni effettuate. Infatti, sulla base dei risultati della classificazione energetica degli edifici, è possibile assegnare un punteggio che va da un minimo di 1 ad un massimo di 10.
La classe più performante è la A+, alla quale si attribuisce un punteggio pari a 10, seguita dalle classi A, B, C, D, E, F e G con punteggio pari a zero. Il valore di riferimento medio di un parco edilizio è posto al confine tra le classi D ed E. Il punteggio zero con la corrispettiva classe G, è assegnato quando l’edificio ha un fabbisogno di energia primaria (chilowattora necessari per il riscaldamento), molto elevato; come mostrato dalla tabella, un edificio che consuma per riscaldare un metro quadro di superficie, 350 KWh, acquista un totale di zero punti ed è declassato alla fascia G.
Nella tabella: consumi energetici per il riscaldamento invernale (EPH) associato alle classi energetiche e ai punteggi. Le classi energetiche degli edifici danno una grossa indicazione sulle prestazioni energetiche dei locali di riferimento.
Attestato di prestazione energetica obbligatorio
Per migliorare la situazione degli edifici del nostro Paese e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, la certificazione energetica degli edifici APE è diventata obbligatoria. Non mancano precise sanzioni per chi non rispetta le regole: in caso di vendita o locazione dell’immobile è necessario che al contratto di locazione o compravendita sia allegata l’APE, cioè l’attestato di prestazione energetica.
Per il rogito legato alla vendita di una casa, l’Attestato di prestazione energetica è obbligatorio. La certificazione energetica quindi, è indispensabile tra gli atti notarili di compravendita. L’assenza dell’APE può causare sanzioni pecuniarie che vanno da 3.000 a 18.000 euro. La sanzione dovrà essere coperta da entrambe le parti e non solo dal venditore dell’immobile che, invece, dovrà addossarsi le spese per produrre la certificazione energetica.
Come premesso, l’attestato di prestazione energetica è obbligatorio anche per i contratti d’affitto. In questo caso le sanzioni sono meno severe: si va dai 1.000 ai 4.000 euro. La sanzione, anche in questo caso, è a carico di entrambe le parti che ne risponderanno in pari misura.
Migliorare il fabbisogno energetico in edilizia
Per accelerare l’impulso verso le classi energetiche più virtuose si potrebbe fissare una metratura limite oltre la quale scatterebbe l’obbligatorietà dei criteri previsti dalle classi A o B.
Il terzo provvedimento da adottare sarebbe a nostro parere l’adozione di incentivi per premiare le ristrutturazioni edilizie finalizzate ad assicurare il passaggio verso una classe energetica più virtuosa.
La dispersione di calore è uno dei principali problemi degli edifici costruiti senza rispettare i principi di efficienza energetica. Per vedere la differenza tra il livello di dispersione di calore di un edificio di classe A e uno di classe inferiore è interessante guardare questa termofoto dove le zone di colore giallo, arancione e rosso denotano le dispersioni di calore, a differenza di quelle di colore blu che denotano l’assenza di dispersione verso l’esterno.
Un intervento sugli infissi potrebbe, ad esempio, essere un primo modo di limitare la dispersione termica e con essa i consumi di riscaldamento che gravano sugli inquilini e che potrebbero così ottenere notevoli risparmi.
Pubblicato da Anna De Simone il 11 Agosto 2017