Torino è all’ottavo posto nella classifica delle 10 città più inquinate del mondo per qualità dell’aria. Dopo Rio de Janeiro (Brasile), Johannesburg e 6 città tra Corea, ancora Messico, Cina e India che, almeno loro, possono imputare la causa dello smog al boom economico. Noi nemmeno quello: l’economia zoppica, eppure le polveri sottili (Pm10 – Pm 2,5) rendono pessima l’aria della Pianura Padana.
Nella classifica delle città con l’aria più inquinata del mondo pubblicata dall’Economist su dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, la top ten è capeggiata da Ludhiana, in India, con una media annuale di 251 micron/mc. Seguono Lanzhou (Cina) con 150 m/mc, Mexicali (Messico) con 130 m/mc, Median (Indonesia), Anyang e Busang (Corea del Sud) con circa 70 m/mc e le altre già citate. Chiudono: Siviglia a pari merito con Saragoza (Spagna) e Parigi (Francia), dove la media è di poco inferiore al limite UE dei 50 m/mc.
I dati dell’OMS si riferiscono al 2009 e questo accende la speranza che nelle città del nord Italia la situazione dello smog sia migliorata, complice appunto il rallentamento dell’economia, ma la cronaca dice il contrario. Milano a gennaio 2013, prima che arrivassero neve e pioggia ad abbattere le polveri sottili, ha superato la soglia dei 50 m/mc per 12 giorni di fila. Meglio rispetto al 2011 (106 giorni d’emergenza rispetto ai 131 del 2011) ma molto peggio rispetto al 2010 (85 giorni d’emergenza).
Anche a Torino nel 2012 l’aria è stata più respirabile rispetto al 2011 (grazie alla crisi, appunto), con 118 superamenti contro 158, ma non abbastanza da salvare il capoluogo piemontese dal girone infernale delle città più ‘irrespirabili’ del mondo. Dall’altra parte del pianeta, intanto, la situazione che sfugge ancora alle statistiche rasenta la follia: a Pechino le autorità hanno dichiarato l’allarme blu (l’equivalente del nostro allarme rosso) e consigliato a bambini e anziani di non uscire di casa (Pm 2,5 a 700 m/mc) . Il sole non si vede più, terra e cielo sono separati da una coltre di smog.
Servono soluzioni serie e coerenti. Secondo la presidente di Legambiente, Rossella Muroni, le Regioni dovrebbe investire sui treni per i pendolari anziché costruire nuove autostrade. È sconsolante vedere come i provvedimenti di limitazione del traffico nei centri urbani (ad esempio il ticket di 5 euro per il centro a Milano) abbiano sì fatto calare il traffico (-31% nel centro del capoluogo lombardo) ma con benefici minimi sulla qualità dell’aria. Serve un piano per la mobilità elettrica urbana.
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