Lavorare nella CSR: 3 cose da sapere
Lavorare nella CSR, nella Corporate Social Responsibility, è una delle ambizioni più frequenti tra i giovani oggi, giovani che vediamo più impegnati che mai in sfide dal sapore internazionale e genuino, come quella climatica ma non solo. Non mancano le motivazioni per occuparsi della CSR spaziando tra il sociale e l’ambientale, ci sono tante urgenze e missioni difficili da prendersi a cuore. Ecco perché dedicare un po’ di spazio a questa ambizione dando qualche dritta e consiglio a chi non si accontenta di aderire a questo tipo di sfide dal punto di vista personale ma vuole farlo per lavoro, contagiando le aziende con il proprio intento.
CSR, Corporate Social Responsability: cosa significa
Potrete sentirla definire anche RSI se si prende l’acronimo in italiano che suona come Responsabilità Sociale d’Impresa. Se ne parla dal 2000 quando l’Unione Europea nel Consiglio Europeo di Lisbona di quel anno ha cominciato a metterla in agenda e a considerarla uno degli strumenti strategici per rendere la società più competitiva e socialmente coesa e per innovare e rafforzare il modello sociale europeo. Un anno dopo troviamo la CSR definita nel Libro Verde della Commissione Europea come “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”.
Questo significa che si va oltre ciò che è definito dalla legge e che tutti devono fare e si dà spazio a iniziative volontarie, nuovi comportamenti o pratiche che sono socialmente o ambientalmente virtuose messe in atto dalle aziende che puntano ad avere sostanzialmente un ritorno di immagine. Il segreto è quello di individuare delle azioni giuste che possano far conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, in un’ottica di sostenibilità futura.
CSR e le imprese
Se agli albori solo le grandi imprese e le multinazionali riuscivano a compiere qualche passo da questo punto di vista, oggi non è più così, la CSR non è più d’élite ma riguarda anche le piccole e medie imprese che, come possibile, mettono in piedi iniziative in tal senso. Le sfide globali a cui attaccarsi sono tantissimi e ciascuna può sposare quelle magari maggiormente inerenti a quella che è la propria mission. Si spazia dai cambiamenti climatici e dalla sicurezza alimentare alla soluzione dei conflitti, dalla salute e all’istruzione: l’importate è che abbia un impatto sulla reputazione delle aziende sia verso i clienti sia verso i nuovi talenti che saranno più felici di andare a lavorare in una azienda con una forte azione di CSR.
A proposito di talenti, è importante precisare che le carriere in questo ambito non hanno un andamento lineare ed è necessario quindi avere una maggior tenacia se si vuole trovare il posto di lavoro che si desidera. Questo non vuol dire che è più difficile che in altro campi ma che esistono tanti percorsi interessanti e vincenti e che ciascuno deve cercare il proprio. Si può lavorare nella CSR in azienda oppure come fornitore di un’azienda, ci si può arrivare con percorsi universitari differenti e provare a fare esperienza in altri campi prima di approdare a questo. Tenacia e coerenza premiano.
3 cose da sapere per chi vuole lavorare nella CSR
Ecco alcune informazioni utili per chi è davvero intenzionato a lavorare in questo campo. E’ un tema che se prima era sconosciuto oggi è inflazionato, è quindi molto importante non travisarlo e conservare il suo significato originario.
Per prima cosa ribadiamo come già accennato che per lavorare nella CSR non è necessario lavorare in un’azienda.
Esatto, avete capito bene, non è detto che si debba essere inseriti in un contesto aziendale per lavorare nella CSR, esistono altre strade perché molte società “appaltano” questo tipo di iniziative. Si instaura quindi una forte collaborazione tra società civile, pubblico e provato e se andiamo a guardare meglio le agenzie governative, le ONG e le società di consulenza specializzate nel sociale hanno degli uffici creati apposta per gestire tali partnership. E’ quindi molto importante comprendere bene questi meccanismi per cogliere tutte le occasioni di lavoro che esistono e non intestardirsi a voler per forza esercitare la nostra professione come insider.
Anche saper leggere gli annunci è estremamente importante, perché quelli sulla CSR non sono così semplici da individuare visto che non ne fanno esplicito cenno. Non esiste una vera e propria categoria così etichettata, bisogna quindi entrare ogni volta nel merito e ciò significa rallentare le ricerche. Possiamo trovare annunci su ruoli vaghi che sono poi declinati sulla CSR come ad esempio project manager, analista, marketing manager. Tra le parole chiave che devono accendere la nostra attenzione ci sono certamente “public relations” o “pubbliche relazioni”, “sostenibiltà”, “affari pubblici”.
Ultimo elemento importante da sapere per chi brama di diventare un esperto di CSR è che non è necessario un MBA per lavorarci. Sono tantissime le professioni che hanno a che fare con la CSR e si spazia dagli scienziati ai responsabili di marketing e comunicazione, dagli esperti di business agli educatori. Se non riusciamo ad arrivare subito alla CSR e non troviamo nell’immediato possiamo cominciare a cercare lavoro e lavorare in un certo ruolo per poi remare verso delle posizioni più inclini ai nostri desideri.
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Pubblicato da Marta Abbà il 24 Febbraio 2021