Lavanda, o lavandula, che suona antico, ma è sempre lei, la pianta che sarà nota quasi a tutti: piccola, perenne, con il suo fiore color lilla a forma di spiga. Più scientificamente parlando si tratta di un vero e proprio genere di piante appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, in verità è l’unico genere della tribù Lavanduleae Caruel.
La lavanda ama il tipico clima temperato o subtropicale ed è attualmente diffusa nel bacino del Mediterraneo, nell’Africa del Nord e nell’Asia dalla Penisola Arabica fino all’India. Per quanto riguarda il nome, e parlo di lavanda o lavandula, similmente, arriva dal gerundio latino “lavare”, “che deve essere lavato”. E’ un esplicito richiamo all’uso che nell’antichità, soprattutto nel Medioevo, si faceva di questa pianta. Detergente per il corpo.
Anche gli Antichi Romani la usavano già, ma mettendone mazzetti nell’acqua delle terme per profumare l’ambiente, oppure trasformandola in profumi, base per decotti e infusi destinati a curare pelle e capelli e renderli più belli possibili. In realtà la lavanda, come vedremo, non è solo odore: ha principi attivi interessanti che ne fanno un rimedio naturale per mal di testa, insonnia, tosse e punture di insetto.
Lavanda: pianta e fiore
La pianta chiamata lavanda, anche se noi pensiamo spesso solo al fiore secco che infiliamo nei cassetti per profumarli, è un arbusto sempreverde e perenne di piccole dimensioni: dai 60 cm a 1 metro, massimo. I fusti sono dritti dritti e legnosi alla base, poi man mano diventano più flessibili fino a porgere ai nostri occhi il fiore.
Le foglie non sono particolarmente visibili, non danno nell’occhio perché lineari e lanceolate, di un colore verde-grigiastro piuttosto anonimo. Soprattutto rispetto ai fiori che, oltre ad essere estremamente profumati, sono di colore violetto e raggruppati in sottili spighe. Ermafroditi, in serie che vanno da due a 10 elementi, i fiori possono in verità assumere colori dal blu-violetto al porpora o biancastro, quasi mai porpora scuro o giallastro.
Lavanda: proprietà
Utilizzati spesso e volentieri in fitoterapia, i fiori di lavanda sono molto preziosi perché ricchi di principi attivi che li rendono sedativi e calmanti per il sistema nervoso, da utilizzare in caso di ansia, agitazione, nervosismo, mal di testa e stress e insonnia.
La lavanda ha anche un’azione balsamica sulle vie respiratorie, quindi è consigliato un trattamento ad essa ispirato in caso di influenza, tosse, raffreddore e catarro. Grazie alle sue magiche proprietà antispasmodiche, limita la presenza di gas a livello gastro-intestinale per cui calma dolori e spasmi addominali, distendendo la muscolatura del ventre. Come antispasmodico, e calma nervi, è una pianta molto usato anche per le vertigini, le emicranie e i dolori nervosi di testa.
Nel campo della cosmesi, l‘olio essenziale di lavanda è molto frequentemente usato come profumo, similmente lo troviamo come base per saponi e detergenti in genere vantando proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, cicatrizzanti e decongestionanti. Non solo, quindi, creme e saponi profumati, ma specifici per la pulizia di ferite e piaghe o per alleviare prurito dovuto a punture di insetti o altro.
Lavanda in vaso
La migliore lavanda da coltivare in vaso con successo è la “Lavandula angustifolia” della varietà Nana Alba, ma possiamo tentare l’impresa anche con altre specie, non è una mission impossible e, una volta riusciti, avremo un ottimo repellente naturale per le zanzare. Certo bisogna garantirle 8 ore di sole al giorno e un po’ di cure, ma senza ansia.
Si può scegliere, sia se in vaso sia se in giardino, se partire dai semi, da una piantina da trapiantare o da un rametto lungo almeno 10 centimetri. Il vaso va scelto piuttosto alto e riempito con terriccio arricchito con un po’ di sabbia che favorisce il radicamento. Dopo circa un mese dalla semina, consigliata tra aprile e giugno, vedremo spuntate i germogli: la fioritura è prevista tra giugno e luglio.
Un accorgimento da appassionati coltivatori di lavanda è di posizionare sul fondo del vaso uno strato di palline di argilla espansa, ovviamente è necessario innaffiare ogni volta che la superficie sembra asciutta, possibilmente non puntando sulla pianta nascente, la rovineremmo.
Lavanda: come potarla
In concomitanza con la raccolta dei fiori, possiamo darci alla potatura: di solito è la scelta più pratica,per noi, e più sana per la pianta. Importante è non esagerate con i tagli, e attendere a raccogliere i fiori il momento di massima fioritura. Per non rischiare di uccidere la pianta pensando di potarla e basta, il consiglio è di aspettare quando vediamo i nuovi germogli nascere alla base, così sappiamo che è pronta per rigenerarsi. “Per maggiori informazioni potete leggere il nostro articolo: “Come potare la lavanda”
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