Isola di calore: cause e soluzioni
Se abiti in una giungla d’asfalto in pieno centro urbano, avrai sicuramente sentito parlare del concetto di isola di calore. I centri urbani sono più “caldi” rispetto al resto dell’interland, così, se vivi in pieno centro città devi rassegnarti al fatto che da te la colonnina di mercurio segnerà qualche grado in più rispetto alla periferia.
Il fenomeno dell’isola di calore ha diversi impatti negativi che si possono riflettere in modo diretto e indiretto sulla salute dell’uomo. Gli effetti dell’isola di calore possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
- Aumento dell’uso di energia per rinfrescare gli ambienti d’estate (condizionatori, impianti di climatizzazione, ventilazione…)
- Conseguente elevata emissione di inquinanti e gas serra, anche ozono troposferico
- inquinanti trasportati da acque di ruscellamento urbane e conseguente aumento delle temperature delle acque superficiali
Isola di calore, le cause
Che cosa causa il fenomeno dell’isola di calore?
Le cause sono due e si intensificano a vicenda!
#1
Nei centri urbani, le radiazioni solari sono maggiormente assorbite a causa di materiale come asfalto e cemento che aumentano l’accumulo di calore. A causa della forte cementificazione e la mancanza di spazi verdi, le isole urbane mancano di superfici evaporanti/evapotraspiranti.
#2
Impiego di apparecchiature che sprigionano calore: automobili, elettrodomestici, condizionatori… tutto ciò che impiega energia libera calore. Se un condizionatore rinfresca la tua casa, l’unità esterna sprigiona calore che incrementa il fenomeno dell’isola urbana di calore.
Isola di Calore – le soluzioni
La domanda diventa più difficile: come possiamo salvarci da questo caos che abbiamo combinato?
Come è chiaro, l’isola di calore urbana è una conseguenza diretta dell’attività umana. Poteva bastare davvero poco: per attutire l’effetto dell’isola di calore sarebbe bastato gestire meglio gli spazi urbani. Un’attenta progettazione dei centri urbani avrebbe consentito di mantenere più spazi verdi in proporzione alla superfici cementificate. Purtroppo l’urbanizzazione umana si è sempre mossa e continua a muoversi in direzione della cementificazione: il consumo di suolo è una sconcertante realtà che sta uccidendo l’ambiente e non solo nel nostro paese. L’avanzata del cemento rappresenta un problema europeo che necessita di direttive comunitarie. Ogni anno, oltre 1.000 chilometri quadrati di nuovi terreni vengono utilizzati per l’attività umana e quindi cementati.
Quella dell’isola di calore è solo una delle conseguenze della selvaggia cementificazione, altri drammatici risvolti si riscontrano con il problema fortemente sentito in Italia del dissesto idrogeologico.
Per franare la cementificazione sono nati dei contributi per promuovere il riutilizzo di zone già cementificate ma lasciate al degrado: nella tua città quanti capannoni abbandonati hai notato? In questo contesto sono partiti gli incentivi fiscali per il riuso del suolo.
I problemi ambientali solo raramente hanno soluzioni immediate. Per attenuare il problema dell’isola di calore in alcune città del globo stanno cercando materiali sostituitivi dell’asfalto. L’asfalto ha un colore scuro quindi è caratterizzata da un coefficiente di riflessione basso: l’asfalto assorbe calore. Un test della NASA sta sfruttando tetti bianchi per contrastare l’isola di calore urbana; il bianco è un colore riflettente. Ancora più efficace potrebbe essere l’impiego dei tetti verdi e pareti vegetali.
Per le strade è già stata sviluppata una versione “migliorata” della classica asfalto, più leggera e meno incline a assorbire calore. L’asfalto leggera non è innocua per l’ambiente ma almeno non assorbe molto calore e riflette meglio la luce così da rendere anche la viabilità più sicura. Più a basso impatto è l’asfalto bio (bioasphalt) realizzata con nano materiali di origine organica ma gli alti costi di produzione la rendono ancora proibitiva.
Per farti un’idea del divario tra spazio verde e asfalto, ti basterà pensare che un metro quadrato di superficie asfaltata assorbe 6 volte più energia termica rispetto alla medesima superficie di prato. Se ti interessa contrastare il fenomeno delle isola di calore (molto sentito nelle città di Bologna, Milano, Trento, Ancona, Torino…) puoi istituire, nel tuo piccolo, un movimento per appoggiare la messa in opera di tetti verdi e per aumentare gli spazi verdi in città. Se intendi partire dalla tua casa, ecco una guida su come realizzare un tetto verde. Non escludere la possibilità di organizzare un orto urbano o di proporre all’amministrazione del tuo comune di residenza, l’impiego di arredi urbani intelligenti come la pianta Tillandsia.
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Pubblicato da Anna De Simone il 15 Luglio 2015