Ippocastano, albero ornamentale
Ippocastano: coltivazione dell’albero ornamentale e specie affini. Malattie, cure e informazioni sul frutto.
L’ippocastano è un albero molto apprezzato per la sua capacità di decorare, con eleganza, spazi verdi e giardini. In questa pagina parleremo della coltivazione dell’ippocastano e delle sue varietà.
Grazie alle sue proprietà, l’ippocastano è molto conosciuto tra gli amanti della medicina naturale e in erboristeria. Ha la fama di riuscire a lenire disturbi circolatori, dolori e sintomi annessi quali pesantezza, gonfiori, dolori e prurito. Le sue proprietà sembrerebbero tornare utili nella cura delle emorroidi, della cellulite e della fragilità capillare.
Chi ha molto spazio in giardino può puntare alla coltivazione dell’ippocastano Aesculus hippocastanum mentre chi dispone di poco spazio può puntare alle specie e varietà meno maestose ma di eguale bellezza. Esistono diverse specie arboree minori o specie arbustive che ripropongono l’eleganza dell’ippocastano in spazi più contenuti.
Il classico ippocastano, Aesculus hippocastanum, da circa 15 anni, è attaccato da un piccolo lepidottero minatore che ne causa una tragica defogliazione. Questo lepidottero, la Cameraria ohridella, è causa della più comune malattia dell’ippocastano: in poche settimane causa la perdita delle foglie.
Per contrastare questo parassita non esistono rimedi naturali e, al momento, è possibile ricorrere solo all’endoterapia. L’endoterapia è una tecnica specialistica piuttosto costosa, consiste nell’iniettare all’interno del fusto della pianta una soluzione acquosa contenente il principio attivo capace di eliminare la Cameraria ohridella. Il trattamento non è privo di controindicazioni in quanto lo stesso principio attivo può danneggiare altri tessuti della pianta e insetti “buoni”, in particolare le api che si nutrono dei fiori di ippocastano.
Le specie minori sembrerebbero essere immuni al parassita Cameraria ohridella quindi possono essere coltivate a cuor leggero. Tra i diversi ippocastani citiamo l’incrocio tra l’Aesculus hippocastanum a fiori bianchi e l’Aesculus pavia, una specie di ippocastano arbustiva di origine americana. Le foglie sono simili a quelle dell’ippocastano comune ma in questo caso i fiori sono rosa scuro e le dimensioni più contenute: raggiunge un’altezza di 8 – 12 metri. Chi necessita di spazi ancor più contenuti può puntare alla specie arbustiva Aesculus parviflora che raggiunge un’altezza di 4 metri e si sviluppa in senso orizzontale con una larghezza di 5 -7 metri. Questa specie è molto resistente alla siccità e al freddo e può essere coltivata anche come un’insolita siepe.
L’ippocastano comune raggiunge un’altezza di 25 – 30 metri e si fa notare per il suo strano frutto (che in realtà è il seme!) che somiglia vagamente alle castagne. Per la somiglianza, il seme di ippocastano è detto “castagna matta”.
I frutti dell’ippocastano sono le grosse capsule rotonde e verdastre, sono munite di corti aculei che, tra le valve, contengono il grosso seme di colore bruno lucido. Ogni frutto può contenere anche due o tre semi.
I semi dell’ippocastano NON sono commestibili. I semi dell’ippocastano sono ricchi di amido e per questo, in antichità, erano usati per l’alimentazione dei cavalli; è così che nasce il nome hippocastanus che significa “castagne per cavalli”. Per le “castagne matte” dell’ippocastano non sono commestibili? Perché sono ricche di saponina, un composto che le rende amare. Il seme di questa pianta venivano ridotti in pasta per usarli come detersivo e, nella medicina popolare, ancora oggi, viene usato per le proprietà vasocostrittrici.
Coltivazione dell’ippocastano comune
L’ippocastano è un albero di poche necessità, è apprezzato per la sua fioritura che si ripropone, ogni anno, nel periodo di primavera. Chi vuole iniziare a coltivare l’ippocastano dal seme, dal momento della semina alla prima messa a dimora all’aperto, dovrà aspettare due o tre anni.
L’albero predilige una posizione soleggiata ma può tollerare leggere ombreggiature. Raggiunta l’età adulta, l’ippocastano sopporta con facilità il freddo. Preferisce suoli fertili, profondi e ben drenati, tuttavia cresce bene in terreni calcarei.
Durante l’intero periodo di coltivazione dell’ippocastano, bisogna eseguire delle periodiche concimazioni con fertilizzante organico da somministrare in autunno o in inverno.
Pubblicato da Anna De Simone il 12 Gennaio 2016