Intolleranza al fruttosio: sintomi e diagnosi
Intolleranza al fruttosio: sintomi, cosa mangiare e quali cibi evitare, diagnosi e a chi rivolgersi in caso di sospetta intolleranza.
L’intolleranza al fruttosio è una condizione di intolleranza del nostro organismo nei confronti dello zucchero che è contenuto principalmente nella frutta, e che può essere altresì riscontrato in una lunga serie di prodotti alimentari – cibi e bevande – in qualità di dolcificante.
Ne deriva che essere intolleranti al fruttosio significa dover fare i conti con potenziali limitazioni della propria dieta a una vasta gamma di “menu”. Ma quali sono i sintomi? Come si diagnostica l’intolleranza al fruttosio? E come comportarsi in questo caso?
Sintomi dell’intolleranza al fruttosio
Per quanto concerne i sintomi dell’intolleranza al fruttosio, è evidente che tali si manifestano solamente quando all’interno della propria dieta vengono introdotti gli alimenti che contengono questo zucchero.
Anche allora, però, è difficile cercare di generalizzare i segni di tale condizione di intolleranza, visto e considerato che ogni paziente potrebbe reagire diversamente a tale scenario. Alcune persone potrebbero pertanto avvertire vomito e diarrea, e sul lungo termine ipoglicemia, danni al fegato e ai reni, e così via. Altre persone invece manifestano tali sintomi in maniera molto più lieve.
Intolleranza al fruttosio: analisi e diagnosi
La diagnosi dell’intolleranza al fruttosio avviene principalmente con un esame fisico, dal quale è possibile riscontare un eventuale ingrossamento del fegato e della milza. Anche la pelle, con il suo colorito, potrebbe fornire una “spia” utile al proprio medico: una tonalità caratterizzata da un discreto pallore potrebbe infatti identificare la necessità di approfondire le proprie condizioni mediante degli specifici test che possano confermare o meno la diagnosi.
Per quanto attiene tali analisi, ci si riferisce principalmente ai test di coagulazione del sangue, agli studi sugli enzimi, e ancora ai test genetici e quelli sulla funzionalità renale ed epatica, unitamente agli esami del livello di zuccheri nel sangue e all’esame dell’acido urico e delle urine. Solamente in pochi casi viene invece richiesta una biopsia di natura epatica.
Dieta: cosa mangiare in caso di intolleranza al fruttosio
Ma che cosa si può mangiare con l’intolleranza al fruttosio? Evidentemente, in linea teorica, una persona intollerante al fruttosio dovrebbe evitare di assumere tutti quei cibi che lo contengono.
Il che, in fin dei conti, significa poter mangiare senza problemi (almeno, limitatamente a tale condizione di intolleranza) le carni, le uova e il pesce. Di contro, qualche attenzione andrà effettuata nei confronti del latte e dei suoi derivati, con esclusione dalla propria dieta del latte in polvere zuccherato, dei latticini e dello yogurt zuccherato, da sostituire magari con i formaggi freschi.
Altra limitazione piuttosto importante è quella legata alla frutta, fresca e secca. Si può invece introdurre nella propria dieta, senza particolari problemi, una vasta gamma di legumi e di verdure, come i fagioli, gli spinaci, le lenticchie, i ceci o la soia. Bene evitare invece carote, pomodori, carciofi, asparagi e barbabietole.
E la farina? Pane, pasta e pizza
Per quanto attiene i farinacei, non ci sono preclusioni particolari, a patto di escludere tutti i prodotti a base di farine industriali zuccherate. Meglio attingere allora a prodotti a base di sole farine naturali, come il grano e l’avena, l’orzo e il mais, la segale e il riso.
Compatibilmente con quanto sopra abbiamo avuto modo di riassumere, bisognerebbe infine prestare grande attenzione ai condimenti che sono zuccherati e allo zucchero comune, come il saccarosio. Sono invece ammessi il glucosio e il lattosio, considerato che l’intolleranza è al fruttosio, elemento evidentemente differente rispetto ai componenti appena accennati.
Sospetta intolleranza al fruttosio: a chi rivolgersi
Come sempre abbiamo modo di precisare, in caso di sospetta intolleranza al fruttosio, il nostro suggerimento non può che essere quello di invitarvi a parlarne in maniera specifica con il vostro medico di famiglia e, successivamente, con un dietologo.
Vi permetteranno non solamente di arrivare alla certezza di una diagnosi (che potrà confermare i sospetti di intolleranza al fruttosio o, di contro, escludere questa causa dal novero delle determinanti dei vostri stati di salute), quanto anche – nell’ipotesi di accertata intolleranza – la strutturazione di un nuovo percorso di regime alimentare che vi consentirà di poter superare ogni disagio avvertito, ottenendo tutti gli elementi nutrienti di cui avete bisogno ma, di contro, senza subire le conseguenze negative derivanti dall’assunzione di qualche alimento che potrebbe far scattare i sintomi dell’intolleranza.
Test di intolleranza al fruttosio: come viene eseguito
Il test standard per identificare l’intolleranza al fruttosio o per la precisione il malassorbimento di fruttosio prevede un breath test (analisi del respiro) effettuato dopo circa 2 ore e mezza da quando il paziente ha ingerito una dose di 25 grammi di zucchero diluito in una soluzione al 10%.
Il test risulterà positivo se nel respiro saranno individuati valori anomali di anidride carbonica e metano, gas generati dal processo di fermentazione che si è sviluppato nello stomaco.
Il test è totalmente indolore e non invasivo in quanto prevede solo che il paziente soffi all’interno di un tubo collegato a un macchinario incaricato di eseguire l’analisi.
Pubblicato da Anna De Simone il 9 Gennaio 2021