Non c’è smart city senza trasporti smart. Alla città intelligente servono interporti moderni, tecnologicamente evoluti e logisticamente interconnessi a livello continentale con i network logistici degli operatori europei del trasporto. Servono anche opzioni differenti di consegna delle merci.
Interporti moderni dove le merci arrivano e ripartono smistate per la consegna via strada mediante l’utilizzo di mezzi ZEV (Zero Emision Vehicle) oppure con il treno, magari sfruttando la riconversione di rami ferroviari dismessi.
“Gli interporti italiani – ha dichiarato su questo argomento Daniela Ruffino, presidente della Società Interporto di Torino S.I.TO – devono diventare soggetti determinani nella costruzione delle uture smart city. La loro natura di hub di interconnessione delle merci da e verso le città, li pone nella condizione di player privilegiato di questa trasformazione”.
Gli interporti sono l’interfaccia privilegiata delle relazioni economico-distributive del territorio: da un lato interagiscono con aree di mercato macro regionali e sovrannazionali, dall’altro si propongono come primo attore nell’ambito della distribuzione delle stesse merci in ambito metropolitano.
L’Interporto di Torino, anello di congiunzione tra l’intermodalità europea e la distribuzione urbana nel tessuto cittadino, si è fatto promotore di un progetto mirato alla distribuzione pulita che si propone al contempo in un più ampio disegno di costruzione della smart city.
“Il progetto pilota che abbiamo studiato – ha detto la presidente di S.I.TO – intende trasformare piattaforme logistiche come l’Interporto di Torino in veri e propri fulcri di sviluppo in grado di coniugare il concetto di intermodalità con quello di distribuzione locale con sistemi puliti dal punto di vista ambientale”.
“Parallelamente al progetto della distribuzione pulita delle merci – ha aggiunto Ruffino – abbiamo presentato il progetto E-park che intende fare dell’Interporto una piattaforma di riferimento del sistema di approvvigionamento energetico dei mezzi commerciali e non, al servizio di tutto il sistema metropolitano”.