Di inquinamento atmosferico si può morire. Avvenne a Londra nel dicembre del 1952, quando più di 4000 persone persero la vita per le complicazioni alle vie respiratorie attribuite alla nebbia fitta che avvolse la città per cinque giorni di seguito. Non era solo nebbia era smog, una parola che non a caso deriva dalle parole inglesi smoke e fog, fumo e nebbia.
Oggi livelli simili di inquinamento atmosferico si registrano ancora nelle grandi città delle aree del mondo in via di sviluppo, dove la salute di tantissime persone continua a essere a repentaglio. Nei Paesi che l’industrializzazione l’hanno vissuta prima, la qualità dell’aria è un po’ meglio; ma gli obiettivi di riduzione ottimale delle emission nocive sono ancora tutti da raggiungere.
Allora la domanda è: che cosa possiamo fare per contenere l’inquinamento atmosferico e quello dell’aria che respiriamo in casa? E come possiamo proteggerci? Qui di seguito una serie di indicazioni e accorgimenti di buon senso che in comune hanno due cose: sono utili per la nostra salute e semplici da mettere in pratica.
Attenti all’ozono (O3). Questo gas è benefico quando sta al suo posto, nell’ozonosfera a proteggerci dai raggi ultravioletti, ma diventa nocivo in concentrazione elevata vicino al suolo. In una giornata calda e soleggiata, il massimo di concentrazione di ozono al suolo si raggiunge tra le 11 e le 17. Meglio evitare attività fisiche all’aperto in questa fascia. Anche per arieggiare casa, meglio il mattino o la sera. Il fumo favorisce la formazione di ozono. Lo stesso vale per i dispositivi da ufficio, soprattutto la fotocopiatrice.
L’ozono, dicevamo, è utile quando sta nell’ozonosfera. Il problema è che diminuisce (il noto ‘buco dell’ozono’) a causa soprattutto dell’inquinamento causato dalle attività umane. Paradossalmente le cose stanno così: le attività inquinanti dell’uomo riducono l’ozono dove è utile, in atmosfera, e lo aumentano dove è nocivo, al suolo. I nemici dell’ozonosfera sono soprattutto i clorofluorocarburi (CFC) contenuti nelle bombolette spray, limitati in molti Paesi ma non in tutti, e i composti organici volatili (VOC) contenuti in vernici, solventi, prodotti per la pulizia etc… CFC e VOC sono assolutamente da evitare.
Attenti allo smog. L’aria delle città è inquinata da biossido di zolfo, biossido di azoto e monossido di carbonio generati dagli scarichi delle automobili e dagli impianti di riscaldamento. A queste sostanze si aggiunge il particolato delle polveri sottili. Passeggiare o andare in bicicletta nelle strade trafficate è nocivo per la salute, fare sport addirittura deleterio (a correre andate nei parchi!).
Se si sfida l’inquinamento atmosferico in bicicletta nel traffico aiuta certamente usare una mascherina antismog, ma solo se è un prodotto valido. Le mascherine antipolvere di carta servono a poco o nulla. Anzi, portare la mascherina può avere effetti controproducenti perché il microparticolato passa lo stesso e viene respirato con più vigore.
Se pensate di acquistare una mascherina antismog, fatelo in modo serio accertandovi che sia conforme alla norma EN 149 2001 (che definisce le regole di costruzione dei respiratori per la protezione da polveri) e abbia una classe di protezione almeno FFP2 (a media efficienza).
Attenti alla qualità dell’aria in casa. Parliamo di inquinamento atmosferico indoor ed è l’altra faccia del problema. Gli ambienti a rischio sono l’abitazione ma anche l’ufficio. Nel secondo caso, a essere incrimate sono soprattutto le polveri sottili prodotte dalle stampanti. Se non si può arieggiare spesso, e in ufficio di solito non si può, si possono aiutare i filtri antipolveri applicabili ai dispositivi di stampa:
Filtro Clean Air per stampanti laser S
Filtro Clean Air per stampanti laser M
Filtro Clean Air per stampanti laser L
Parlando di inquinamento atmosferico domestico, le regole base sono due: cambiare aria spesso (nelle ore giuste) ed evitare prodotti inquinanti nelle pulizie. Può rivelarsi molto utile uno ionizzatore d’aria per la casa come questo che trovate online: