Innesto a corona
Innesto a corona, tecnica di riproduzione per gli alberi da frutto con non pochi vantaggi. Ad esempio aiuta la pianta ad adattare a terreno e clima, previene alcune malattie, agevola il rinnovamento delle varietà dei frutteti. Si tratta di una operazione molto diffusa quando è necessario rivitalizzare e ampliare la produttività di piante da frutto come il susino, l’albicocco, il mandorlo ed il ciliegio.
Per eseguire l’innesto a corona è necessario innanzitutto tagliando per tempo le marze, a circa 10 cm, badando che abbiano 3-4 gemme, per quanto riguarda il periodo di esecuzione e la modalità, possiamo rifarci all’innesto a spacco. Lo stesso vale anche per la tecnica di prelievo delle stesse marze.
C’è spesso una varietà di portainnesti tra cui scegliere che rende questa tecnica declinabile alle varie situazioni. Individuato il più adatto, si procede facendo un taglio verticale e staccando delicatamente i due lembi di corteccia dal legno stando attenti a non rovinarle.
Le marze le dovremmo avere già preparate prima della fioritura, vanno prese e affilate solo da un lato, infine scortecciate. Proprio prendendole dal lato “nudo” si inseriscono le marze nel portainnesto, dove lo abbiamo tagliato, e si lega con della rafia oppure, come spesso consigliato, con del nastro isolante. Prima di allontanarsi ed attendere pazienti, cospargiamo il tutto con mastice, quello apposta per innesti.
Innesto a corona: il periodo giusto
L’innesto a corona funziona quasi su tutte le piante da frutto, a cambia è però il periodo e non è una banalità. Questo perché ogni pianta segue la sua stagionalità di sviluppo, non fiorisce tutto in contemporanea e il periodo più adatto per l’innesto a corona è quello che poco precede l’arrivo dei fiori. In questo modo ci si trova adoperare con una pianta che si sbuccia bene.
Prelevate le marze le si conservate in frigo, di solito, a meno che non ce le si procuri al momento ma non sempre è possibile combinare i periodi. In generale l’innesto a corona si esegue dai primi giorni di marzo fino agli inizi di aprile, lo si può effettuare sia per reinnestare piante adulte a dimora sia per piante giovani in vivaio e si solito non presenta problemi di aderenza tra portainnesto e nesto.
Prima di vedere nello specifico come si comportano alcune piante da frutto, posso già portare l’esempio del susino, che si presta all’innesto a corona in maggio-giugno, oppure quello del mandorlo che preferisce giocare d’anticipo, ad aprile, e spesso già nella prima decade del mese di marzo si può agire.
Innesto a corona: agrumi
Nel caso degli agrumi l’innesto è spesso effettuato per prevenire alcune fitopatie che colpiscono le radici, in particolare si ricorre all’innesto a corona si utilizza su fusti o rami di grande diametro, anche per reinnestare piante la cui produttività è diminuita, oppure per cambiare la varietà coltivata.
Tra i portinnesti usati per gli agrumi, numerosissimi, ci sono l’arancio amaro e quello dolce, il trifogliato, ibridi di arancio trifogliato, alcuni tipi di limone, il mandarino e il lime. In Italia prevale ad esempio l’arancio amaro che vanta una buona la resistenza al gelo, permette di ottenere piante con un’ottima qualità del frutto, di pezzatura piccola. Peccato che sia incompatibile con la varietà di limone “Monachello”.
Un altro portainnesto comune è l’arancio trifoliato: richiede acqua di buona qualità ma resiste alle gelate, assicura una produzione elevata e di qualità eccellente. Questa pianta ben si accorda con mandarini, aranci, kumquat e, in genere, con piante coltivate in vaso. Il Citrange è utilizzato invece per aranci, pompelmi, mandarini e limoni: si adatta a una notevole varietà di terreni, vuole però acqua di buona qualità, ricambia con una produzione abbondante e frutti grandi e buoni.
Innesto a corona: fico
Il fico di solito è soggetto all’innesto a corona quando ne si vuole cambiare la varietà, si presta anche a quello a gemma. Quest’ultimo di solito è consigliato per il fico domestico. L’innesto a corona è adatto invece al fico selvatico e si pratica in primavera, quando la corteccia si stacca facilmente dal legno, con l’accortezza di notare se la pianta dovesse dimostrarsi poco resistente. In tal caso è necessario ripiegare sulle tecniche a spacco comune o a gemma.
Innesto a corona: albicocco
Già a febbraio -marzo si può cominciare a pensare di praticare l‘innesto a corona sulle piante di albicocco anche se la decisione è delicata visto che possono verificarsi delle disaffinità tra gli alberi che vogliamo usare, eccetto che col susino. Una volta fatto l’innesto a corona, però, otteniamo la possibilità di far adattare la pianta a circostanze ambientali prima impensabili.
Appena le gemme cominciano ad ingrossarsi si può iniziare a praticare l’innesto a corona, in genere scegliendo varietà interessanti su portainnesti vigorosi e fruttiferi. Tra i portainnesti più gettonati per l’albicocco troviamo l’Albicocco franco,il Mirabolano da seme e il Montclar ( P.persica) sensibile purtroppo ai nematodi.
Innesto a corona: ciliegio
Per il ciliegio il periodo da innesto a corona migliore è quello compreso tra marzo ed aprile. Questa pianta molto amata, da me soprattutto, merita qualche riga in più. Appartiene alla famiglia delle Rosaceae e ne esistono due specie: il dolce, molto diffuso in Italia, e il cerasus (amarena), l’acido, diffuso più nel nord Europa.
Poi c’è anche il Megaleppo o ciliegio di S. Lucia, in arrivo dal Mar Nero e dal Mar Caspio. Tra i portainnesti preferiti dal dal ciliegio ci sono il Franco di ciliegio dolce, sensibile al calcare e alla siccità, il già citato Magaleppo, adatto alle zone calde, e il MaxMa 14, un ibrido con una intensa ramificazione.
Innesto a corona: olivo
Anche l’olivo può essere oggetto di innesto a corona, il periodo giusto è quello che va da metà aprile a metà maggio perché in quei giorni è quasi tempo di fiorire. In generale questa tecnica da ottime possibilità di attecchimento e una buona qualità di produzione, per quanto poi concerne nello specifico l’ulivo va ricordato che non riesce a riprodursi bene per seme.
Ciò significa che l’innesto a corona risulta uno dei principali metodi di propagazione. Di solito, viene effettuato da coltivatori esperti, ma anche gli amanti del giardinaggio possono provare, è una tecnica che si vede in Italia praticata in agricoltura, nei vivai e anche nei giardini.
Innesto a corona: video
Per concludere un video che illustra per sommi capi l’innesco a corona e soddisfa, ne sono certa, le vostre curiosità in merito. Poi non resta che provare, io inizierei con l’olivo, visto che per questa pianta l’innesto a corona è quasi vitale.
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Pubblicato da Marta Abbà il 13 Maggio 2016