Il freddo della stagione invernale e l’essere costretti a stare in ambienti chiusi per molto tempo facilitano ogni anno la circolazione e la trasmissione dei virus influenzali. I ceppi dei virus cambiano continuamente e si manifestano con sintomi differenti ogni volta.
L’influenza intestinale, pur riportando il nome influenza, è in realtà un modo improprio per indicare una serie di malattie, perlopiù causate da virus, che interessano l’apparato gastrointestinale e si manifestano, a livello di sintomatologia, soprattutto con vomito e diarrea, talvolta febbre. Questa infezione viene chiamata influenza intestinale perché interessa in modo particolare lo stomaco e l’intestino ma il nome più appropriato sarebbe gastroenterite virale. Vediamo meglio di capire di cosa si tratta esattamente e di descriverne i sintomi, la prevenzione, il contagio e la cura più adeguata.
Cos’è l’influenza intestinale
L’influenza intestinale è un’infiammazione di origine virale che colpisce lo stomaco e l’intestino e si manifesta più frequentemente con diarrea liquida, crampi addominali, nausea o vomito e, in alcuni casi anche febbre più o meno alta. Si tratta dunque di una vera e propria infezione che coinvolge in primo luogo lo stomaco per poi trasferirsi anche nell’intestino e causare un malessere generale che costringe il paziente a letto per diversi giorni. A seconda del virus coinvolto possono manifestarsi anche brividi, disidratazione, inappetenza e mal di testa.
Cause influenza intestinale
I virus che causano l’influenza intestinale sono soprattutto gruppi di Norovirus e Rotavirus ma anche diverse famiglie di Sapovirus, Astrovirus e Adenovirus. I Norovirus sono senza dubbio le famiglie di virus più diffuse e colpiscono tutte le fasce di età, mentre gli altri ceppi sono più comuni nei bambini al di sotto dei cinque anni. Inoltre, tra i virus responsabili dell’influenza intestinale, sono soprattutto i Rotavirus a causare una sintomatologia più grave, più fastidiosa e più acuta, su tutte le fasce di età. I Rotavirus, infine, sono anche quelli che provocano, molto più frequentemente degli altri virus, febbre alta per diverso tempo. Vediamo adesso come si trasmette l’influenza intestinale per cercare, nei limiti del possibile, di prevenirla.
Come si trasmette l’influenza intestinale
La trasmissione dell’influenza intestinale avviene prevalentemente respirando particelle virali nell’aria, venendo a contatto con persone infette attraverso il classico contatto interpersonale, consumando alimenti contaminati o magari toccati precedentemente da persone infette. Il livello di contagio è molto elevato ed aumenta soprattutto nella fase più acuta della malattia anche se si può essere contagiosi anche nella fase di incubazione, subito prima di accusare i sintomi.
L’influenza intestinale ha un livello di trasmissione talmente alto che possono essere contagiose anche persone che non sviluppano la malattia e, oltretutto, si rimane contagiosi per almeno qualche giorno anche dopo la scomparsa dei sintomi. Ma quanto durano i sintomi?
Quanto dura l’influenza intestinale
È bene distinguere, nella durata dell’influenza intestinale, il periodo di incubazione e l’arco di tempo in cui sono in corso i sintomi. Il periodo di incubazione e cioè il periodo di tempo che va dal contagio alla comparsa dei sintomi, può variare a seconda della fascia di età e del ceppo di virus che ha causato il contagio e, mediamente, è compreso tra le 12 ore e i 3 giorni.
La malattia vera e propria e quindi l’infiammazione che genera i sintomi e il malessere generale dura invece da mezza giornata a qualche giorno.
Si può inoltre distinguere una durata differente di incubazione e sintomatologia tra la malattia causata dai Norovirus e quella provocata dai Rotavirus. Mentre nei primi l’incubazione dura di solito un giorno e la sintomatologia varia da mezza giornata a tre giorni circa, nei Rotavirus l’incubazione è di circa 2 giorni e i sintomi gastrointestinali possono durare anche 7 giorni.
Precauzioni influenza intestinale
Nel contagio dell’influenza intestinale esistono delle precauzioni da attenzionare che coinvolgono soprattutto i bambini e gli anziani, ovvero la fascia più debole della popolazione, a livello di difese immunitarie. Inoltre, anche la familiarità può rappresentare un incentivo al contagio in quanto il numero di anticorpi che ogni individuo possiede può essere anche un valore ereditario.
Ci sono infine degli stili di vita come l’utilizzo di antibiotici che alterano il microbiota intestinale, il contatto con altri bambini, nonché il sistema immunitario indebolito a causa di altre patologie in corso che possono aumentare il rischio di contagio.
Vediamo adesso qualche consiglio per curare l’influenza intestinale.
Come curare l’influenza intestinale
Oltre a curare l’influenza intestinale con semplici rimedi come un’alimentazione sana e leggera, corretta idratazione e riposo, è fondamentale intervenire anche sul riequilibrio dell’apparato gastrointestinale e della salute dell’intestino in generale.
In caso di influenza intestinale, l’assunzione regolare di specifici probiotici, preferibilmente a stomaco vuoto, può rappresentare un valido aiuto nel riequilibrare la flora batterica intestinale senza incorrere in nessun tipo di effetto collaterale.
A tal proposito vi segnaliamo Vitalongum, il probiotico distribuito da Neobilive che favorisce l’equilibrio giornaliero del vostro intestino. La presenza di Zinco e Selenio, oltre ai preziosi e unici Bifidobatteri, collaborano per il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Tali probiotici possono essere assunti già dai primi sintomi del contagio e sono fondamentali nel rafforzamento delle difese immunitarie, indebolite a causa dell’infezione. Oltretutto, non sono utili solo per favorire l’equilibrio dopo questa tipologia di influenza intestinale, ma rappresentano una buona abitudine da adottare per il proprio benessere giornaliero.
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