In Italia gli incentivi puntano all’extra-fotovoltaico

L’Italia punta alle rinnovabili e lo fa a 360°, non solo fotovoltaico ed eolico ma anche idroelettrico, geotermico, biogas e biomasse. E’ così che l’Italia vuole superare gli standard fissati dall’UE per le energie rinnovabili: si dimezzano gli incentivi nel solare ma raddoppiano quelli previsti per le rinnovabili extra-fotovoltaico. Per le associazioni c’è poca trasparenza.

Secondo l’UE, entro il 2020, il fabbisogno elettrico della nazione dovrebbe essere soddisfatto per il 26% da fonti rinnovabili, l’Italia punta in alto e mira a raggiungere una percentuale di produzione elettrica “verde” del 35%. Per il nuovo piano del governo italiano, le energie rinnovabili, entro il 2020 dovrebbero coprire il 35% della produzione elettrica totale. Il governo punta a una crescita delle rinnovabili più equilibrata così da stabilizzare l’incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica. Nel concreto, questo risultato si potrà raggiungere?

Secondo quanto detto dai ministri (Corrado Passero dello sviluppo economico, Corrado Clini dell’Ambiente e Mario Catania dell’Agricoltura), tale risultato si potrebbe raggiungere sfruttando i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica ed extra-fotovoltaico.

Non solo pannelli solari ma sono previsti incentivi per energie pulite meno sfruttate come gli impianti a biomasse, biogas, geotermico e infine per sistemi energetici idroelettrici e parchi eolici.

In Italia, da non sottovalutare sono le agroenergie che da sole potrebbero produrre energia pulita per un valore di 15,8 miliardi di euro all’anno. Proprio dal primo gennaio 2013, entreranno in vigore provvedimenti sulle rinnovabili extra-fotovoltaico (biomassa, biogas, eolico…). La spesa degli incentivi crescerà dai 3,5 miliardi attuali fino a 5,5 miliardi l’anno, per poi stabilizzarsi entro il 2020.

Si tratta solo di cifre previste dal decreto ma potrebbero esserci altri risvolti come è già accaduto per il solare: gli incentivi al fotovoltaico dell’anno prossimo aumenteranno solo di tre miliardi di euro, la normativa attuale ne aveva previsti il doppio. E’ chiaro che le stime potrebbero discostarsi molto dalla realtà. Per le rinnovabili extra-solare si potrà accedere agli incentivi mediante aste al ribasso, nel rispetto degli standard quantitativi predeterminati di potenza annua. Le strutture -non fotovoltaiche- che produrranno una potenza compresa tra i 50 Kw e i 5Mw potranno accedere alle tariffe con l’iscrizione ai registri del Gse; gli impianti che produrranno una potenza inferiore ai 50 Kw, potranno accedere agli incentivi solo dopo l’entrata in esercizio.

Secondo i gruppi e le associazioni addette ai lavori, il governo ha utilizzato un metodo sbagliato. In primis è stata l’Asso Energie Future a contestare il percorso seguito dal governo. Secondo alcuni ci sarebbe poca trasparenza e poco rispetto delle norme europee per le rinnovabili e i cambiamenti climatici. E’ così che commenta Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future:

“Il metodo è evidentemente sbagliato: si tratta di un decreto fatto ‘in solitaria’ senza mai condividere il testo con le associazioni delle rinnovabili che l’hanno ripetutamente richiesto. Un sistema che non può funzionare. L’unico operatore che sembra essere coinvolto nel processo decisionale, secondo notizie stampa non smentite, sarebbe Enel, dai cui computer risulterebbero essere transitate alcune delle bozze in circolazione finora”