Incentivi fonti rinnovabili 2015
Incentivi fonti rinnovabili 2015: un’anticipazione su quelle che sono le tariffe incentivanti previste per promuovere la diffusione di fonti rinnovabili nel 2015.
Il Governo ha espresso la volontà di confermare gli incentivi alle energie rinnovabili non fotovoltaiche. La notizia giunge dal viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti che ha annunciato l’arrivo di un decreto regolamentare per gli incentivi fonti rinnovabili 2015 entro la fine di febbraio. Il nuovo decreto non regolamenterà gli incentivi fonti rinnovabili solo per il 2015, ma si prorogherà per il 2016 e 2017 con modalità e dettagli ancora da stabilire.
Chi si preoccupa di una revoca o dell’imminente raggiungimento del tetto di 5,8 miliardi di euro di incentivi, può essere tranquillizzato da queste parole del viceministro De Vincenti: “in linea con quanto previsto dalla Strategia energetica nazionale che mira a ridurre del 30% i consumi entro il 2030, il Ministero è orientato a confermare il sostegno al settore delle fonti rinnovabili e sta già lavorando per dare continuità agli investimenti nel settore”.
Per garantire maggiore continuità e stabilità degli incentivi alle fonti rinnovabili, l’Italia sta attuando un piano progressivo per allinearsi alle linee guida previste dall’Unione Europea in materia di aiuti dallo Stato.
Incentivi fonti rinnovabili 2015: il fotovoltaico
Gli incentivi alle fonti rinnovabili, anche per questo 2015, non prevedono aiuti per il settore fotovoltaico perché, come affermato dal ministro De Vincenti, “il Governo ritiene che questi impianti non abbiano più bisogno di sostegno“.
Il numero degli impianti fotovoltaici è cresciuto molto negli ultimi decenni ma il Governo è stato troppo drastico tagliando gli incentivi al fotovoltaico: l’energia solare resta ancora un campo di nicchia quando si parla di impianti residenziali.
Un piano di incentivi fonti rinnovabili 2015 per il fotovoltaico residenziale sarebbe tornato utile a molte famiglie che accarezzano l’intenzione di installare un tetto fotovoltaico o un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. Ricordiamo che le aziende e i privati che intendono investire nel fotovoltaico possono contare sulle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici.
Incentivi fonti rinnovabili 2015: fonti non fotovoltaiche
Gli aiuti accordati dal Governo riguardano le fonti rinnovabili non fotovoltaiche con un sistema incentivante che risponde all’esigenza di effettuare “investimenti certi”. Per richiedere l’iscrizione al registro o la partecipazione alle aste è necessario completare solo la fase di autorizzazione per l’impianto.
L’iscrizione al registro o l’aggiudicazione di una gara garantisce, al contempo, la certezza di accesso agli incentivi a condizione che sia rispettata la migliore finanziabilità del progetto così come previsto anche del consolidato Decreto Ministeriale del 6 luglio 2012.
Il vantaggio degli incentivi alle fonti rinnovabili previsti dal Governo sta nell’adozione di tariffe fisse. De Vincenti spiega che le “tariffe fisse, calcolate come somma del prezzo dell’energia e della componente incentivante” potranno assicurare agli investitori dei ricavi costanti e invariati rispetto alle fluttuazioni del prezzo all’ingrosso; questa iniziativa si traduce in un maggiore onere sulle bollette elettriche dei consumatori finali, onere che potrebbe essere mitigato dalla cessazione dei vecchi incentivi: le risorse economiche per le nuove installazioni saranno disponibili grazie al fatto che i vecchi impianti non usufruiranno più degli incentivi, in questo modo si eviterà che il costo degli aiuti alle nuove installazioni si scarichi sulle bollette elettriche.
Attualmente, in base a quanto previsto dalla Legge Destinazione Italia, il DM del 6 novembre 2014 ha previsto un funzionamento della rimodulazione degli incentivi per la produzione di energia elettrica pulita (da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico), stabilendo che i possessori degli impianti che percepiscono incentivi sotto forma di certificati verdi o tariffe omnicompresive possono prolungare di sette anni il periodo di incentivazione a fronte però di un ribasso dell’incentivo attuale proporzionale al periodo di diritto residuo.
Ti potrebbe interessare anche Fonti rinnovabili nel territorio italiano
Pubblicato da Anna De Simone il 2 Febbraio 2015