IMU più bassa se la casa è efficiente!
Le detrazioni fiscali 55% per la riqualificazione energetica degli edifici hanno registrato risultati interessanti, ma limitati sostanzialmente alla sostituzione di infissi, caldaie e alla installazione di collettori solari. Gli interventi di coibentazione dell’involucro esterno, i più efficaci ai fini del risparmio energetico, sono stati praticamente assenti.
Ciò premesso, il mercato basato sull’incentivo fiscale 55% rappresenta l’unica realtà attiva nel settore dell’efficientamento energetico negli ultimi anni in Italia, con i suoi vantaggi sia energetici sia economici e occupazionali, sintetizzabili nel dato di circa 240/250mila interventi all’anno.
Quanto sopra si apprende dalla relazione su Efficienza energetica nel settore Edilizio presentata agli Stati Generali della Green Economy il 12 luglio a Milano. Il recente Decreto Sviluppo (n.ro 83 del 22 giugno 2012 art. 11, valido fino a giugno 2013) ha incrementato il bonus fiscale per gli interventi di tipo edile dal 36% al 50% parificandolo a quello sugli interventi di efficientamento energetico che è stato abbassato dal 55% al 50%.
Secondo il Gruppo di Lavoro Sviluppo dell’Efficienza e Risparmio Energetico, uno degli 8 gruppi di lavori creati all’interno degli Stati Generali della Green Economy,è positivo che i due settori siano regolati assieme, ma nella soluzione attuale il risultato potrebbe essere che l’utente finale avendo un percorso più difficile per ottenere l’accesso al bonus per l’efficienza energetica in termini di documentazione da predisporre, opti per l’intervento di tipo civile e quindi si venga a perdere il riferimento ai parametri che indicano l’efficientamento energetico.
Per la migliore produttività delle risorse pubbliche attribuite al bonus fiscale occorrerebbe un’attenzione generalizzata ai risultati energetici, inoltre si dovrebbero rivedere le barriere che, rispetto ai risultati prima indicati del bonus 55%, hanno di fatto ostacolato gli interventi sulle strutture opache orizzontali e verticali. Si dovrebbero inoltre introdurre i sistemi di monitoraggio a campione che permettano di valutare in modo adeguato i risultati economici e occupazionali dei diversi tipi di intervento.
Se si procede in questo tipo di interventi con la dovuta capacità progettuale, con interventi altrettanto seri e bilanciati sul sistema edificio impianto, la stabilità secondo il Gruppo di Lavoro potrebbe essere ottenuta intervenendo sul sistema impositivo territoriale, ad esempio il coefficiente IMU, ed a dimostrazione dei risparmi ottenuti rispetto alla base-line fissata.
In Italia le abitazioni civili rappresentano il 35% dei consumi finali di energia ed è qui che si possono ottenere i risparmi più significativi. Più della metà delle costruzioni presenta consumi di climatizzazione tripli rispetto a quelli previsti dalle attuali normative per i nuovi edifici. Miglioramenti dell’efficienza sono possibili anche sul versante dei consumi elettrici, a cominciare dall’illuminazione.
Un settore molto interessante che si apre è quello delle smart grids in risposta alla forte penetrazione di rinnovabili non programmabili, attivando interventi di Demand Response e Demand Side Management.
A cura di Michele Ciceri
Pubblicato da Michele Ciceri il 17 Luglio 2012