Come si valuta l’efficienza di un impianto di riscaldamento?
Il modo migliore per valutare l’efficienza di un impianto di riscaldamento è quello di fare un confronto con altri impianti di riscaldamento utilizzando un idoneo termine di paragone. ENEA usa per esempio il consumo di calore specifico, cioè il consumo di calore totale per unità di superficie e per anno. La formula è questa: kWh/mq/anno.
Facendo riferimento al consumo di calore specifico, un impianto di riscaldamento può essere valutato per efficienza secondo uno schema semplice di questo tipo:
0 – 30 kWh/mq/anno efficienza eccellente
31 – 50 kWh/mq/anno efficienza alta
51 – 70 kWh/mq/anno efficienza buona
71 – 120 kWh/mq/anno efficienza media
121 – 160 kWh/mq/anno efficienza non soddisfacente
161 – 200 kWh/mq/anno efficienza scarsissima
>200 kWh/mq/anno efficienza zero
Il risparmio energetico inteso come risultato dell’efficienza energetica (idem condizioni consumando meno) non si ottiene abbassando la temperatura dell’aria negli ambienti (cosa che può essere positiva se non diminuisce il comfort), ma migliorando il rendimento dell’impianto di riscaldamento.
Premesso che un impianto di riscaldamento è costituito da più elementi tra cui il tipo di combustibile, la caldaia, il sistema di distribuzione, i radiatori e il sistema di controllo, il suo rendimento può essere migliorato:
• ottimizzando la quantità d’acqua calda circolante nel sistema;
• aumentando la differenza di temperatura tra l’acqua calda in uscita e quella in entrata nel bruciatore, vale a dire la temperature del flusso-temperatura di ritorno.
A fronte di una valutazione razionale, l’efficienza di un impianto di riscaldamento può essere migliorata (riducendo di conseguenza i consumi) intervenendo sui componenti dell’impianto (dal combustibile alle valvole termostatiche), migliorando la gestione dell’impianto (produzione, trasmissione e uso finale del calore), utilizzando un diverso tipo di impianto (impianto a pannelli radianti, impianto a termoconvettori, pannelli radianti a pavimento).
Con riferimento al comfort abitativo, a volte questo è ottenibile anche senza interventi sull’impianto di riscaldamento. Per esempio può risultare più conveniente isolare la casa dal freddo e dal caldo o regolare l’umidità dell’aria interna sui livelli di un corretto comfort termoigrometrico.
Se invece ci si riferisce al costo complessivo del riscaldamento, oltre all’efficienza dell’impianto è bene prestare attenzione al costo dell’energia consumata e cioè alla qualità della fornitura. Posto che la maggior parte degli impianti di riscaldamento funziona con il gas acquistato da un fornitore di rete, è utile individuare la tariffa più conveniente in base al proprio profilo di consumo.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 16 Settembre 2014