Come impermeabilizzare il tetto
Come impermeabilizzare il tetto: le diverse soluzioni, vantaggi e svantaggi di determinati prodotti e consigli per impermeabilizzare tetto, terrazza, balcone e altre coperture.
Umidità sui muri, muffe e problemi di infiltrazione sono i campanelli d’allarme che dovrebbero spingerci a migliorare il grado di isolamento della nostra casa. In genere, le infiltrazioni sono date ai problemi dello strato impermeabilizzante del nostro tetto, della terrazza o della nostra copertura.
Un buon tetto dovrebbe essere costituito da uno strato superficiale o rivestimento, uno strato di impermeabilizzante, l’isolante termico, il massetto pendente e una barriera antivapore. Con il passar del tempo e le fitte piogge autunnali, lo strato impermeabilizzante potrebbe cedere dando adito a infiltrazioni d’acqua.
Prima di impermeabilizzare il tetto con un nuovo materiale impermeabilizzante, controllate lo stato di conservazione dei supporti e l’esistenza di eventuali avvallamenti e delle pendenze: sul tetto, così come su terrazze e balconi, non devono esserci ristagni idrici. Eventualmente provvedete all’installazione delle grondaie seguendo le nostre guide “Come montare una grondaia in pvc” e “montaggio grondaie“.
Come impermeabilizzare un tetto
Per impermeabilizzare il tetto esistono diversi sitemi di copertura specifici. Ogni prodotto presenta vantaggi e svantaggi e può essere scelto in base alle esigenze dell’edificio. In questo paragrafo elencheremo i prodotti impermeabilizzanti da usare sia in caso di abitazioni di nuova costruzione, sia per riparare un tetto con problemi di infiltrazioni.
Membrane bituminose
Le coperture bituminose sono le più diffuse quando si parla di impermeabilizzare tetti e terrazze. Si tratta di un prodotto derivato dalla lavorazione del petrolio, in genere sono prefabbricate e necessitano di una protezione superficiale che può essere data dalla pavimentazione o dalla ghiaia.
L’applicazione prevede l’impiego della classica fiamma libera. Chi ha uno strato in membrana bituminosa sul tetto e ha problemi di infiltrazione, può benissimo sovrapporci un nuovo strato di membrane bituminose. Si tratta della soluzione dal miglior rapporto qualità prezzo perché restituisce uno strato altamente impermeabilizzante, resistente, durevole nel tempo e calpestabile. Trattandosi di un prodotto derivato dalla distillazione del petrolio non è facile da smaltire e nella posa vengono emessi dei gas nocivi se inalati.
Membrane polimeriche
Sono simili alle membrane bituminose ma qui la percentuale di bitume è inferiore al 50%. Sono date da polimeri plastici come il PVC o il polietilene. Presentano un’ottima elasticità ma non possono essere usati per la posa su tetti trattati con bitumi, asfalti, catrami, solventi, oli e altri prodotti con idrocarburi. Sono molto meno diffuse delle membrane bituminose probabilmente anche a causa dalla scarsa resistenza ai raggi UV.
Membrane autoadesive
Le membrane autoadesive possono essere sia bituminose sia polimeriche. Rispetto alle membrane bituminose prefabriccate descritte in precedenza hanno il vantaggio di essere più facili da “posare”. La posa, infatti, sfrutta un sistema a freddo e non necessita di fiamme libere. Non lasciatevi ingannare, anche se la posa può avvenire senza fiamma, non è detto che sia facile operare con il “fai da te”: per la posa laterale è necessario utilizzare degli apparecchi che generano aria calda senza fiamma.
Le membrane autoadesive con posa a secco sono consigliate quando il tetto o il terrazzo non riuscirebbe a subire il calore prodotto dalla fiamma libera necessaria per la posa delle membrane bituminose. Talvolta lo strato isolante è sensibile al calore e può alterarsi con la posa dello strato bituminoso a caldo.
Membrane autoprotette con rivestimento in rame, alluminio o ardesiate
Tutti i sistemi per impermeabilizzare il tetto visti fino a ora, per garantire una buona impermeabilizzazione e resistenza nel tempo, prevedevano un ulteriore strato di copertura dato da pavimento, ghiaia o altre soluzioni atte a proteggere l’impermeabilizzante dai danni degli UV. Le membrane autoprotette, come suggerisce il termine, possono essere lasciate a vista perché resistenti agli agenti atmosferici, alle intemperie e ai raggi UV.
Lo strato di protezione può essere ardesiato o con lamiere di rame o alluminio. Le membrane autoprotette rivestite con rame o alluminio sono più costose ma non sono soggette a usura, al contrario di quelle ardesiate.
La messa in opera è più semplice (applicazione a freddo), inoltre lo strato impermeabilizzante ottenuto riduce l’assorbimento di calore. I più alti costi possono essere “recuperati” già dal fatto che non saranno necessarie ulteriori coperture. Non è adatta all’impermeabilizzazione di terrazzi e balconi in quanto non sempre risulta calpestabile.
Altre soluzioni per impermeabilizzare il tetto sono disponibili nell’articolo “impermeabilizzazione di terrazzi e balconi“.
Pubblicato da Anna De Simone il 14 Novembre 2015