Impatiens walleriana: caratteristiche e coltivazione

impatiens walleriana

La impatiens walleriana è una pianta originaria dell’Africa che riunisce cinquecento specie diverse, quasi tutte annuali. Conosciuta anche come impatiens holstii, è questo un genere di vegetale perenne, caratterizzato da foglie provviste di picciolo che possono variare dal verde intenso al bronzo. La impatiens walleriana risulta ideale per il decoro di terrazzi o giardini e appartiene alla famiglia delle Balsaminaceae.

Nei prossimi paragrafi del nostro articolo scopriremo insieme principali caratteristiche di questa pianta e alcune semplici misure da mettere in atto per poterla coltivare senza problemi anche alle nostre latitudini.

Impatiens walleriana: caratteristiche principali

I fiori della impatiens walleriana, a cinque petali, piccoli e delicati, si presentano con un vasto assortimento di tonalità che vanno dal rosa-lilla, viola, arancio, bianco, soprattutto per via del gran numero di ibridi che esistono in commercio. Il fusto è screziato di rosso, robusto, carnoso e non supera mai i 40 – 50 centimetri di altezza.

Una caratteristica propria della pianta è legata invece al suo nome scientifico “impatiens”, che si rifà a una sua reazione tipica: al minimo tocco, essa lancia i semi a distanza, causando una vera e propria esplosione di semenza. I frutti sono piccole capsule che, subito dopo averle sfiorate con la mano, si aprono e spargono il contenuto nell’area circostante.

Come coltivare l’impatiens walleriana

Elenchiamo di seguito alcune semplici accortezze che ci permettono di coltivare una pianta come l’impatiens walleriana nelle nostre case in modo tale da poter godere della sua bellezza.

Esposizione ideale

La pianta mal sopporta il clima rigido e i passaggi di temperatura bruschi; la temperatura ideale è quella che si mantiene intorno ai 18°. La temperatura, se costante, può garantire una rigogliosa fioritura da maggio a settembre anche in ambienti chiusi.

È buona regola posizionare l’impatiens al riparo dai raggi solari diretti e lontana da correnti d’aria o sbalzi di temperatura tra esterno e interno. L’avvizzimento delle foglie e la loro caduta sono segnali di sofferenza a causa di temperature troppo rigide.

Come innaffiare l’impatiens walleriana

L’annaffiatura dovrà essere ben dosata. La terra infatti va annaffiata solo se risulta secca e asciutta. È invece vivamente sconsigliato nebulizzare le foglie per non favorire lo sviluppo di muffe, con conseguente proliferazione di parassiti. Occorre inoltre fare sempre attenzione ai ristagni d’acqua che possono divenire causa di marciume radicale.

Potrebbe interessarti anche il nostro articolo correlato: Margherita africana, varietà e come coltivarla

Terreno più adatto alla messa a dimora

Il terreno ideale per accogliere una pianta come l’impatiens walleriana deve essere leggero, soffice, abbastanza drenato e per tutta la stagione vegetativa risulta necessario mantenerlo umido. È bene disporre sul primo strato di terriccio delle cortecce unite a del fogliame per impedire l’evaporazione dell’acqua.

In ogni caso, dopo una decina di giorni circa dalla messa a dimora è indicato aggiungere all’acqua delle annaffiature un concime specifico per piante da fiore oppure un fertilizzante naturale come i classici fondi di caffè.

Potatura dell’impatiens walleriana

La pianta non richiede grossi interventi di potatura. Gli apici vegetativi vanno spuntati solo nella fase di crescita per favorire la ramificazione.

Come moltiplicare la pianta

Le talee erbacee della pianta sono davvero semplici. Possono essere prelevate in qualsiasi momento della stagione calda, preferibilmente a primavera. I germogli vanno tagliati della lunghezza di circa 5-10 cm e riposti in acqua, in un luogo ben illuminato. Entro poche settimane cominceranno a sviluppare le radici: appena queste saranno pronte, le nuove piantine potranno essere trasferite in vasi singoli che andranno di certo ad abbellire il nostro balcone esposto a sud.

impatiens walleriana

Nel momento in cui mettiamo a dimora la nostra impatiens, il vaso va collocato lontano dai termosifoni e dalle fonti di calore. La sistemazione ideale resta quella sui davanzali delle finestre.

Per la coltivazione in vaso è preferibile spostare gli esemplari all’interno solo quando le temperature diventano particolarmente rigide, così da mantenere inalterata la fioritura. In rete è possibile acquistare diverse sementi  ; il prezzo indicativo è di 15 euro per 160 semi.

Parassiti e malattie che possono colpire la pianta africana

I funghi, le muffe e i parassiti in genere, aggrediscono e colonizzano facilmente l’impatiens e il terriccio tutt’intorno. Occorre prestare particolare attenzione alle foglie nel caso in cui diventassero gialle e di una consistenza farinosa. Eventuali ragnatele, formatesi nella pagina inferiore delle foglie sono la causa dell’aggressione di un acaro molto dannoso e fastidioso quale è il ragnetto rosso.

All’occorrenza, è opportuno detergere con delicatezza la zona infestata usando un batuffolo intriso di acqua e sapone naturale.

Potrebbe interessarti anche il nostro articolo correlato: Come eliminare i parassiti in modo naturale

Curiosità sull’impatiens walleriana

L’impatiens walleriana possiede diverse qualità terapeutiche. La pianta cura e lenisce le bruciature causate dal fuoco o dall’acqua facilitandone la cicatrizzazione (l’olio ottenuto dai semi di queste piante è utilizzato per ferite e ulcere). La pianta ha inoltre proprietà diuretiche e antibiotiche contro funghi e batteri patogeni ed è nota, altresì, per il suo impiego nei preparati naturali come i fiori di Bach.

La pianta è comunemente chiamata “Fiori di Vetro” poiché, i suoi piccoli fusti delicati, succulenti, erbacei si spezzano con estrema facilità, proprio come delle cannette di vetro.

La impatiens walleriana nel linguaggio dei fiori

Uno dei significati più profondi della pianta è: “ti amerò con sincerità”, proprio grazie ai suoi steli trasparenti che riportano alla mente le virtù di franchezza e lealtà. La caratteristica di solidità dei suoi steli robusti e del fogliame vigoroso, ha dato alla pianta anche il significato di “virilità”.