Basta imballaggi nuovi al macero: c’è Rotoprint
Una striscia di materiale lunga 18mila chilometri. La si potrebbe costruire con gli imballaggi che la Rotoprint di Lainate (Mi) recupera evitando che vadano al macero. Imballaggi usati riciclati? No, e qui sta il bello: si tratta di imballaggi nuovi – ma diventati inutilizzabili – che solo grazie al sistema di sovrastampa brevettato dal titolare della Rotoprint, Gian Carlo Arici, possono tornare utili.
Spesso in azienda gli imballaggi vengono stampati in anticipo, per essere a disposizione delle linee di produzione. Ma poi cambiano le leggi sulle etichette, i colori del marchio, oppure il settore marketing decide di rinnovare la grafica del prodotto. O ancora, si smette di produrre certi articoli prima che il materiale per imballarli sia esaurito.
“Un tempo il destino di questo materiale era la discarica, ma oggi non è più pensabile tenere un atteggiamento del genere – commenta Gian Carlo Arici della Rotoprint –: i costi di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti sono aumentati, così come i costi di produzione del nuovo materiale. E poi, per fortuna, una coscienza ambientale sempre più diffusa, anche fra gli imprenditori, rende intollerabile un tale spreco”.
“Ci vuole poco a rendere un imballaggio inservibile: basta che cambi un piccolo particolare grafico, o semplicemente basta che il prodotto a cui era destinato il packaging venga messo fuori produzione. La soluzione per questo materiale, con il solo difetto di essere obsoleto, non può e non deve essere la discarica” prosegue Arici, che quarant’anni fa, con Rotoprint, ha messo a punto uno speciale sistema di sovrastampa a registro in rotocalco per modificare ogni tipo di packaging.
Tutto iniziò con i ravioli: “Sì, l’idea è nata per soddisfare la richiesta di un produttore che voleva correggere il prezzo riportato su un incarto di ravioli – ricorda Gian Carlo Arici –, da allora il sistema da noi brevettato non serve solo a modificare con precisione piccoli dettagli, ma possiamo operare un riciclo totale che cambia completamente volto all’imballaggio, così da destinarlo addirittura ad articoli diversi da quelli per cui era nato”.
Il materiale vecchio può essere totalmente trasformato con l’inserimento di nuove grafiche oppure mediante un procedimento di metallizzazione. Partendo dalla fascia fornita dal cliente si può ottenere un prodotto di qualsiasi misura pari o inferiore, rifilando –in questo ultimo caso- la larghezza della bobina fino alla misura richiesta.
Un modo semplice e innovativo per recuperare tonnellate di materiale in giacenza nei magazzini. E anche l’ambiente ringrazia. L’impegno di Rotoprint per l’ambiente e la qualità del suo lavoro sono riconosciuti da diversi enti: l’Associazione Americana PLGA Global ha conferito una menzione d’onore a Rotoprint all’ultima edizione dei Print Quality Awards, tenutasi a Miami (Florida) e la E.R.A (European Rotogravure Association) ha premiato l’azienda con l’Innovation Award 2011.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 1 Ottobre 2012