Il 3 marzo 2013 entrerà in vigore il regolamento UE 995/2010 Timber Regulation EUTR sul commercio di legname. Se ne parla come di una legge innovativa che può essere sintetizzata così: chiunque venda del legno sul mercato europeo sarà legalmente obbligato a dimostrare la dovuta diligenza e il rischio trascurabile che la materia prima provenga da una fonte illegale.
Il regolamento UE 995/2010, meglio noto come ‘Due Diligence: Obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodotti da esso derivati’, è finalizzato a contrastare il commercio di legname e prodotti derivati di origine illegale; a questo scopo introdurrà nuovi obblighi per i produttori e distributori.
La Due Diligence vieterà l’immissione sul mercato europeo di legname tagliato abusivamente e dei prodotti derivati. Obbligherà, inoltre, gli operatori che immettono per la prima volta sul mercato UE a osservare la ‘dovuta diligenza’. Per garantire la tracciabilità del legname, i commercianti avranno l’obbligo di tenere un registro dei fornitori e dei clienti, che permetta di poter accedere a tutti i dati sul legname.
Si tratta di un approccio mai stato sperimentato in nessun altro settore per nessun materiale (né cemento né acciaio per parlare di edilizia). In assenza di precedenti comparabili, gli operatori del settore legno nutrono qualche (giustificabile) preoccupazione. Ne abbiamo parlato con David Venables, direttore europeo dell’American Hardwood Export Council (AHEC)
“A cominciare da marzo 2013 il settore del legno in Europa avrà gli occhi puntati addosso: se la legge EUTR funziona e viene fatta osservare equamente da tutti i membri dell’Unione Europea, e soddisfa le organizzazioni non governative, allora darà una grandissima spinta alla credibilità nei confronti dei consumatori, trasformandosi in un’opportunità di mercato”, ha affermato Venables.
“D’altro lato – ha proseguito il direttore AHEC – questa legge potrebbe invece essere usata come un ulteriore strumento per danneggiare un settore che già soffre per gli effetti della recessione. Saranno probabilmente necessari controlli molto rigorosi per dissipare tutte le critiche, e l’inevitabile eco che si leverà intorno a possibili violazioni potrebbe essere usata per offuscare la reputazione dell’intera industria del legno”.
“Ecco perché EUTR è anche come una sfida dal punto di vista tecnico e della comunicazione, in quanto essa deve veicolare contenuti complessi e nuovi a decine di migliaia di operatori nell’Unione Europea”, ha aggiunto Venables. “Criticare l’industria del legno per l’eventuale fallimento nel vincere questa sfida sarebbe scorretto, dal momento che sono i materiali concorrenti del legno, come l’acciaio e il cemento, che ne trarrebbero il maggior beneficio dato che alle industrie produttrici di questi materiali non è al momento richiesto di utilizzare materie prime legali”.
Nel complesso, l’opinione del direttore europeo dell’AHEC è che il nuovo regolamento EUTR, come formulato ora, non aiuti il mercato: “Le linee guida finali devono ancora essere emesse e c’è ancora un bel po’ di confusione riguardo alle organizzazioni di controllo, all’analisi del rischio e alla documentazione accettabile. In molti Paesi è inoltre necessario che si faccia maggiore chiarezza riguardo all’approccio nazionale all’applicazione della legge”.
Nonostante il legno di latifoglie proveniente dagli Stati Uniti sia valutato a basso rischio, l’ufficio europeo di AHEC è stato molto impegnato negli ultimi mesi a rispondere alle molte domande degli esportatori statunitensi e degli importatori europei che ancora non sanno come comportarsi di fronte al nuovo regolamento EUTR.
“Le domande più ricorrenti riguardano: documentazione, denominazione delle specie e tracciabilità per risalire alla regione forestale di provenienza”, ha spiegato Venables. “Io mi rendo conto che i commercianti di legname debbano prendere il nuovo regolamento molto sul serio ma ho paura che, in mancanza di appropriate linee guida da parte della Comunità Europea, i commercianti possano diventare eccessivamente prudenti, chiedendo rassicurazioni e pensando di dover fornire informazioni che non sono in realtà richieste dal regolamento, come per esempio la certificazione per il legname proveniente da regioni a basso rischio”. Ciò non gioverebbe al mercato.