Ibernazione umana e risveglio
Non è un film, non è un gioco, oggi si può parlare di ibernazione umana in termini reali e, se si ha un conto in banca con molti zeri, si può anche pensare di essere una delle prossime persone ad aggiungersi alle circa 400 che si sono già fatte crioconservare. Quando di sceglie l’ibernazione umana, l’idea è poi quella di farsi risvegliare nel futuro sperando che nel frattempo sia stata scoperta una nuova particolare cura o il segreto per la vita eterna.
Esistono attualmente tre società attive nel campo e le richieste di ibernazione umana arrivano a migliaia, non è vietata, l’unica cosa che la legge prescrive è di rispettare un periodo di osservazione di 24 ore dall’arresto cardiaco, poi il cadavere può essere preparato per procedere. L’unico accorgimento, ma importante, per evitare che si decomponga, riguarda la temperatura: deve essere portata a –90°, entro mezz’ora dalla morte per prepararlo all’ibernazione.
Ibernazione umana e risveglio
Quando si decide di congelare il proprio corpo si hanno grandi speranze per il futuro. Pensando di essere nati in un’epoca sbagliata e che quella che segue riserva delle belle sorprese nel campo medico, tra cui il farmaco che fa per noi, ci affidiamo al gelo per mettere in una sorta di “stand by” la nostra esistenza.
Il complesso di pratiche e di tecnologie che serve per effettuare questo passaggio di chiama crionica e mira a darci la possibilità, con l’ibernazione umana, di tornare in vita più avanti, quando avanzate procedure scientifiche sapranno garantirsi un’ottima salute.
Per effettuare un abbassamento graduale ma rapido della temperatura, fase dopo fase, è necessario che una persona sia morta, serve la dichiarazione legale del decesso. Entro mezz’ora dalla morte va raggiunta la temperatura dell’azoto liquido.
Ibernazione umana esiste?
E’ chiaro che esiste, ne abbiamo parlato finora, non certo per poi svelare che si tratta della trama di un film di fantascienza o distopico. Per i più scettici, però, ecco un esempio concreto e verificabile. Qualche tempo fa ha fatto notizia una giovane inglese che aveva chiesto di essere ibernata. Ha dovuto intervenire per gestire il caso l’Alta Corte di Londra che con una sentenza ha accolto la richiesta di questa 14enne perché, essendo minorenne, c’era da sentire i genitori e se la madre era d’accordo, il padre no. Mirava ad una normale sepoltura per sua figlia. Alla fine la ragazza è stata sottoposta ad ibernazione umana, negli USA.
Non è il primo caso di persona ibernata della storia, certo questo è un esempio particolare anche per via dell’età della protagonista, ma il primo assoluto caso di ibernazione umana è quello dello statunitense James Bedford, professore di psicologia dell’Università della California, congelato dal 1967. E’ tuttora sottozero e lo hanno imitato, gli anni seguenti, in molti, tra cui nomi noti come il campione di baseball Ted Williams e l’italiano Giovanni Ranzo.
Ibernazione umana: costo
Costa decine di decine di migliaia di dollari, si passa dai 30mila ai 200mila dollari, costa molto e il prezzo più basso che si legge è riferito alla ibernazione del solo cervello. Anche quella è prevista e alcuni la scelgono, per via del prezzo, ma non solo.
Oggi a fornire questo servizio sono 3 le società, una si trova in Arizona ed è una fondazione “crionica” molto seguita e nota oltreoceano in cui ce ne è un’altra, il Cryonics Institute, con sede a Detroit, infine l’alternativa russa, nata nel 2006, la KryoRus. E’ possibile che siano nati o che nasceranno altre realtà in concorrenza ma dubito che i prezzi si abbasseranno di molto. L’ibernazione umana resta una pratica per pochi, per chi se lo può permettere e ad oggi gli italiani che l’hanno potuta e voluta provare si contano sulle dita delle mani.
Ibernazione umana: come funziona
Vediamo meglio come si procede nella realtà, al di là di ciò che magari abbiamo letto nei romanzi o visto nei film. Appena il cuore smette di battere inizia l’ibernazione umana, deve iniziare prima che sia dichiarata la morte cerebrale. Si procedere sostituendo il sangue con una sostanza particolare per evitare che l’acqua si congeli nelle cellule, solo a questo punto si può portare il corpo a –196 gradi, temperatura dell’azoto liquido. La sostanza a cui abbiamo accennato è un “crioprotettori”, previene la formazione di ghiaccio durante il processo di raffreddamento e serve per evitare il rischio di rottura delle pareti cellulari.
Un particolare che alcuni non sanno, che ha un po’ del macabro o del divertente, a seconda dei punti di vista, è che l’ibernazione umana viene effettuata tenendo il corpo a testa in giù nei vasi di Dewar. Si tratta di una sorta di cisterne isolanti riempite di azoto liquido che servono per bloccare il passaggio del calore.
Ibernazione umana e risveglio
Oggi sono in corso degli studi sulla fasi del risveglio e sulle modalità con cui un corpo può essere riportato in vita una volta che è stato crioconservato. Di fatto, quindi, chi paga per farsi congelare non ha la certezza di poter essere poi scongelato, scommette sulla ricerca e spera che nel frattempo si trovi un modo per risolvere la questione. Si tratta senza dubbio di studi complessi ma molte delle scoperte che oggi diamo per scontate probabilmente sono sembrate delle mission impossible tempo fa.
Ibernazione cervello
Se non si ha abbastanza budget per la propria ibernazione umana ma si desidera lo stesso sperimentare, si può optare per la conservazione in ghiaccio della solo testa. E’ la neuro conservazione, questa, e si basa sull’idea che fra decenni si capirà come clonare nuovi corpi in cui riporre i cervelli ibernati.
Per isolare il cervello da congelare, si taglia la testa all’altezza della settima vertebra cervicale, si tiene tutto il cranio e lo si sottopone ad un graduale abbassamento della temperatura, sempre fino a -196°.
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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Giugno 2018