Hyundai ix35FuelCell a idrogeno
Hyundai ix35FuelCell (FCEV – Fuel Cell Electric Vehicle) è un SUV a idrogeno ‘zero emission’ che resta un SUV. Un veicolo che, anche se è alimentato con un carburante alternativo e sostenibile (ma che in futuro sarà distribuito sulle strade), non perde le caratteristiche ricercate dagli amanti delle auto di grossa taglia. Il suo limite? Le stazioni di rifornimento ovviamente, perché ancora non esiste una rete dell’idrogeno, anche se presto ci arriveremo.
Oggi per provare lo Hyundai ix35FuelCell bisogna andare all’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche di Bolzano, dove è attivo il primo centro di produzione dell’idrogeno in Italia e dove si riforniscono abitualmente i 13 esemplari di Hyundai ix35FuelCell noleggiati da aziende del territorio con un livello di soddisfazione che, come abbiamo verificato in loco, è davvero molto alto.
Quello che molti non sanno è che la tecnologia dell’idrogeno nel settore della mobilità è più avanti di quanto si pensi. E in effetti ciò che più stupisce del centro di produzione dell’IIT di Bolzano (aperto al pubblico per visite guidate) è la ‘semplicità’ degli impianti. Nulla che non sia replicabile in totale sicurezza in una moderna stazione di servizio dove ci sono già Gpl e metano. Con la differenza della produzione in loco, così da superare il problema del trasporto che per l’idrogeno è un problema.
Ma torniamo al punto: può un SUV essere eco? Lo Hyundai ix35FuelCell è stato progettato e costruito per togliere significato alla classica immagine del SUV di grossa taglia contrapposta in maniera quasi ideologica a quella di un veicolo eco-compatibile, piccolo e dalle prestazioni limitate. Oggi, dice Hyundai, non è più necessario scegliere fra prestazioni e rispetto dell’ambiente.
Del resto a Bolzano, con l’idrogeno, funzionano già dal 2013 cinque autobus Daimler a celle a combustibile impiegati nel trasporto pubblico cittadino. Ottime le performance, indipendenza dagli approvvigionamenti perché l’idrogeno è prodotto in loco, emissioni inquinanti prossime allo zero, autonomia operativa di parecchie centinaia di chilometri.
All’idrogeno manca solo la rete delle stazioni di rifornimento, che arriverà a breve man mano che fra le persone si diffonderà la cultura del più disponibile e rivoluzionario dei carburanti. E su questo fronte qualche segnale c’è già. Racconta Walter Huber, presidente dell’IIT di Bolzano, che sempre più persone mostrano di gradire gli autobus a idrogeno al punto di lasciare quasi vuoti quelli alimentati ancora a gasolio che coprono le stesse linee. Come dire: aspetto un po’, ma viaggio a idrogeno.
Pubblicato da Michele Ciceri il 29 Marzo 2015