Helicobacter pylori: sintomi, test e cura
Helicobacter pylori, un nome difficile da pronunciare e anche da scrivere ma che molti conoscono perché è il responsabile di un‘infezione particolarmente diffusa. Per rendere l’idea, quasi metà della popolazione mondiale ne ha sofferto o ne soffre, colpisce soprattutto gli adulti, ma anche il 5-15% dei bambini. E’ vero che nella grande maggioranza dei casi non da particolari sintomi ma è sempre meglio provvedere ad una terapia antimicrobica visto che questa infezione può accompagnarci per tutta la vita e alle volte diventare fastidiosa.
Helicobacter pylori
Helicobacter Pylori, richiama l’idea dell’elica e non è un caso perché questo batterio le assomiglia nella sua forma. Il secondo termine, invece, “pylori”, ci aiuta a ricordare che l’infezione colpisce il tratto terminale dello stomaco che si chiama così, quello che unisce lo stomaco all’intestino tenue.
Essendo microaerofilo, questo battere può crescere senza problemi anche in un’atmosfera poco ossigenata e si muove “a cavatappi” grazie in parte alla sua forma a spirale, in parte alla presenza di flagelli all’estremità polare che gli permettono di farlo. Il movimento così descritto, con l’aiuto della mucinasi prodotta dall’Helicobacter pylori stesso, fa sì che questo batterie riesca a penetrare la barriera di muco che protegge la mucosa gastrica.
Le sembianze di questo organismo possono sembrare casuali, man mano che le si studia, invece, risultano essere davvero quasi progettate apposta per causare infezioni a noi esseri umani. Ad esempio l’Helicobacter pylori è dotato di adesine e glicocalice che gli permettono di aderire all’epitelio gastrico così che, anche durante la peristalsi, non viene disturbato né cacciato.
Per via dell’attività ureasica che mostra, infine, quando penetra nello strato mucoso possiamo dire che si ambienta alla grande, si trova al riparo dall’azione dell’acido presente nello stomaco e anche protetto dagli anticorpi. Non chiederebbe di più.
Helicobacter pylori: sintomi
Quando contraiamo questo battere, esso va a colonizzare la mucosa dello stomaco creando un’infezione e una infiammazione locale che può essere asintomatica, a volte, ma altre volte può trasformarsi in patologie gravi e fastidiose. Dalla gastrite cronica, alla dispepsia non ulcerosa, fino ad un’ulcera peptica o ad un cancro allo stomaco.
Grazie alle sue caratteristiche davvero da “super” battere che abbiamo appena visto e che lo rendono in grado di sopravvivere dove altri colleghi periscono, l’Helicobacter pylori riesce a infettare moltissime persone. L’80-85% di esse non se ne accorge quasi, non riportando sintomi particolari, oppure pochi e talmente lievi che risultano impercettibili.
Quando invece l’Helicobacter pylori crea una vera infiammazione gastrico intenso, da bruciori e dolori gastrici, crea nausea e vomito, può anche associarsi e episodi di reflusso gastroesofageo e perdita di peso. Questi sintomi si acutizzano dopo i pasti e se persistono in modo insistente possono anche comparire tracce di sangue più o meno digerito nelle feci e nel vomito.
Helicobacter pylori: test
Per verificare se siamo stati infettati da questo battere possiamo effettuare vari tipi di test tra cui quelli non invasivi come le analisi del sangue e la ricerca di materiale antigenico di Helicobacter pylori nelle feci. C’è anche il cosiddetto breath test, o test del respiro tra i test non invasivi, altrimenti, passando alle metodiche invasive, ci si trova a sottoporsi ad una gastroscopia durante la quale il medico preleva frammenti bioptici della mucosa gastrica analizzati al microscopio (istologia). Un test che ogni tanto viene effettuato è quello all’ureasi ma esiste la possibilità di falsi negativi.
Helicobacter pylori nelle feci
Oltre che nella diagnosi, le feci sono importanti anche nella trasmissione diretta di questo battere che avviene per via oro-orale, con contatti diretti o tramite goccioline di saliva, oppure, appunto, per via oro-fecale. Nel secondo caso, si hanno le volte in sui l’Helicobacter pylori passa direttamente da persona a persona e quelle in cui sono coinvolti altri mezzi come acqua contaminata, verdure inquinate da acque contaminate o cibi manipolati con mani non adeguatamente lavate.
Helicobacter pylori: cura
La cura è a base di antibiotici, a volte anche più di uno, combinati, per un trattamento “d’urto” che dura 7-10 giorni e poi si effettuano nuovi esami diagnostici per accertarsi del successo della cura. Se prevenire è meglio che curare, allora in questo caso dobbiamo evitare di fumare di bere troppo alcool dato che tabagismo, alcolismo sono fattori che alzano il rischio di infezione come anche l’assunzione cronica di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina.
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Pubblicato da Marta Abbà il 21 Dicembre 2017