Haiti, è arrivata sulla bocca di tutti nel 2010, a seguito del terremoto che coinvolse almeno quattro milioni di persone con circa 260 mila vittime. Oggi Haiti ritorna a cavalcare l’onda della cronaca e lo fa con una notizia molto positiva: Haiti accoglierà 12 strutture sanitarie a energia solare, entro marzo sarà concluso il progetto HUM e aprirà i battenti il primo ospedale solare dello stato caraibico.
Garantire una fornitura energetica costante, in una struttura ospedaliera, è una chiara questione di vita o di morte. Ai Caraibi la rete elettrica è inaffidabile, così gli ospedali sono costretti a tamponare con i classici generatori di emergenza. Per ovviare al problema dell’inaffidabilità della rete elettrica, ad Haiti sorgeranno strutture ospedalire che integrano energia solare.
Il primo progetto è quello allestito da Partners in Health (PIH) e l’Hopital Universitaire de Mirebalais (HUM). L’ospedale solare ospita sul tetto 1.800 pannelli solari. Sarà operativo entro la fine di marzo. La superficie del tetto è di 200.000 metri quadrati ed è perfetta per raccogliere energia solare. Il progetto HUM non è stato privo di problemi: l’instabilità della rete elettrica ha reso difficile l’immissione dell’energia pulita nella rete nonostante l’ausilio di inverter di nuova generazione.
Energia solare, sicura ed economica
Integrare pannelli solari nelle strutture ospedialiere non è solo una scelta sicura ma è anche economicamente sostenibile. Con i 1800 pannelli solari, l’ospedale riuscirà a ridurre i costi operativi annuali di circa 379.000 dollari e tagliare le emissioni nocive di 210 tonnellate. La fornitura energetica deve essere stabile e costante ma non tutte le reti elettriche nazionali garantiscono questi standard basilari. Con le strutture sanitarie di Haiti, è proprio il caso di dirlo: l’energia solare può salvarci la vita.