Tra le imprese della green economy ci sono quelle che producono beni di qualità ecologica e servizi ambientali (core green) e quelle che hanno adottato modelli di gestione green (go green). Complessivamente sono il 42% delle imprese italiane e, stando alla Relazione sulla Green Economy realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sono quelle che hanno resistito meglio alla crisi, esportano di più, vincono sul fatturato e hanno le migliori aspettative per il futuro. Sono guidate in prevalenza da ultraquarantenni e più delle altre sono al femminile.
Le imprese core green della green economy sono il 27,5% del totale delle imprese italiane, quelle go green il 14,5%. La concentrazione maggiore di imprese green è nell’industria, dove rappresentano il 61,2% del totale con 248mila aziende (35,4% core green e 25,8% go green). A seguire c’è l’edilizia, un settore in cui le imprese a vocazione ambientale raggiungono il 51,4% e sono molto aumentate nell’ultimo periodo.
Il boom di imprese green nell’edilizia è il risultato della crisi del mercato immobiliare che ha messo in difficoltà l’edilizia tradizionale, specie quella dedicata alle nuove costruzioni, spingendo molte imprese a orientarsi verso lavori più green. La stessa dinamica si è registrata nell’agricoltura, un settore che in Italia conta 907mila imprese con 1,4 milioni di occupati, dove la crisi dei consumi degli ultimi anni ha portato significativi miglioramenti ‘ambientali’ e fatto salire le imprese green al 56,1% del totale.
Nel settore alberghiero e del commercio, 1,42 milioni di imprese e 5 milioni di occupati in Italia nel 2014, la green economy caratterizza il 29,5% delle imprese totali. Nel settore dei servizi (1,67 milioni di imprese e 6,3 milioni di occupati) la quota delle imprese green è mediamente al 25,2% comprendendo l’universo indistinto dei ‘servizi’: trasporti e logistica, informazione e comunicazione, servizi finanziari e assicurativi, attività immobiliari, noleggio, agenzie viaggi ecc.
Com’è fatta l’impresa della green economy? La forma societaria predominante è la Srl o la Spa. L’imprenditore verde è in prevalenza maschio, anche se la presenza di imprenditori donna nelle imprese green è più alta rispetto alle imprese tradizionali (24% contro il 20,9%). Guardando all’età media, l’imprenditore green ha mediamente più di 40 anni (la fascia più popolata è quella 40-59 anni) con una quota non trascurabile di ultrasessantacinquenni.
Le imprese della green economy vincono sul fatturato. Le aziende green che hanno visto aumentare il fatturato nel 2014 sono il 21% contro il 10,2% delle imprese tradizionali. Anche quando si parla di esportazioni il verde è premiante: secondo i dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, le imprese core green che commerciano con l’estero esportando prodotti sono il 19,8% e quelle go green addirittura il 26,5%, a fronte di una media del 12% tra le altre imprese.
Nelle imprese della green economy cresce l’occupazione? Qui il discorso si fa piuttosto articolato: nel 2014 gli investimenti nelle energie rinnovabili sono crollati del 71% a seguito del taglio retroattivo degli incentivi e questo ha avuto ripercussioni pesanti dal punto di vista occupazionale. Per contro, oggi si assiste a una crescita consistente degli investimenti in efficienza energetica e in questo mercato specifico i posti di lavoro aumentano in modo consistente.
In particolare ha avuto un effetto positivo il bonus fiscale legato alla riqualificazione energetica degli edifici, dove le 1,88 milioni di domande (corrispondenti a un importo di 22 miliardi di euro in termini di interventi) hanno prodotto un aumento di 48mila occupati diretti nel 2014, che diventano 60mila se si prende in considerazione anche l’indotto.