Dal Disaster Manager (una figura che alluvioni e terremoti rendono purtroppo necessaria in Italia) all’Ecowedding Planner, per chi vuole organizzare matrimoni risparmiando sui costi e riducendo gli sprechi. E l’elenco potrebbe continuare, perché sono tante in realtà le nuove professioni della green economy, che si aggiungono ai posti di lavoro con skill tradizionale nel settore delle energie rinnovabili.
Secondo un recente rapporto sulla Green Economy presentato da Unioncamera e Fondazione Symbola (ne abbiamo parlato in un articolo precedente), ben 55 mila posti di lavoro sono già stati creati dall’economia green. Non solo green jobs, ma complessivamente 142.000 nuovi assunti, di cui 108 mila a carattere non stagionale.
Tra i settori che offrono nuove opportunità lavorative, uno dei più intriganti è quello legato in qualche modo alla prospettiva di smart city (che coinvolge in realtà più settori, dall’IT alla domotica…), il nuovo modello di ‘città intelligente’ che, stringi stringi, significa la possibilità di vivere meglio consumando meno risorse.
Un altro settore interessantissimo è quello dei rifiuti, in particolare del riuso dei rifiuti. Lo scarto, sempre più spesso, grazie a un potente mix di creatività e nuove tecnologie, può abbondare il suo status non solo per ri-diventare quel che era prima (riciclaggio), ma anche per trasformarsi in qualcosa di completamente nuovo (un prodotto o un’opera d’arte), oppure concludere il suo ciclo di vita tornando alla natura (compostaggio per esempio).
Di lavoro in chiave green economy si parlerà a lungo a EOS – Exposition of Sustainability, il salone della sostenibilità in programma a Udine nel quartiere fieristico dal 17 al 19 maggio. È la prima edizione di questa manifestazione, imperniata sul tema della carbon footprint come metrica concreta della sostenibilità.
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